Girando nel Limburgo, tra Valkemburg e Maastricht abbiamo percorso molte strade secondarie, sia in bici che in auto per inseguire l’Amstel Gold Race. Le strade secondarie non sono poi tanto diverse dalle nostre (probabilmente tenute meglio), ma la differenza maggiore è nella segnaletica orizzontale. Guardate la foto d’apertura: dove dovrebbero passare le automobili? Semplice, in centro (ed è lì che passano), si spostano sulla pista ciclabile solo quando non ci sono biciclette, al momento in cui si incrociano veicoli nella direzione opposta. Facile, no?
Esplorando le strade secondarie del Limburgo, abbiamo vissuto un’avventura unica seguendo l’Amstel Gold Race. La somiglianza con le nostre strade italiane è sorprendente, ma ciò che spicca è la differenza nella segnaletica orizzontale.
La chiarezza del tracciato ciclabile
Nel cuore del Limburgo, la presenza dei percorsi ciclabili è evidente. Le automobili si muovono naturalmente al centro della strada, lasciando spazio alla pista ciclabile solo quando necessario. Questo approccio intuitivo crea un ambiente sicuro e armonioso per ciclisti e automobilisti. Abbiamo potuto esplorarle seguendo le vicende dell’Amstel Gold Race.
Precedenza e rispetto: un equilibrio vitale
In questa dinamica, la regola della precedenza è semplice: chiunque sia in maggioranza. Questa filosofia, fondata sul rispetto reciproco tra automobilisti e ciclisti, crea un ambiente stradale in cui la condivisione è la norma.
Rispetto e educazione: i principi fondamentali
Questo equilibrio non è dovuto alla forza, ma al rispetto e all’educazione. Gli utenti della strada, indipendentemente dal mezzo di trasporto, si impegnano a rispettare le regole e gli altri partecipanti al traffico. Questo è il fondamento di una convivenza armoniosa su strada, come sottolineato anche dal Codice della Strada italiano.
In conclusione, l’esperienza nel Limburgo ci ha insegnato che la convivenza tra ciclisti e automobilisti non è solo possibile, ma anche desiderabile. Grazie a un mix di segnaletica chiara, buon senso e rispetto reciproco, ogni utente può godere appieno della strada, indipendentemente dal mezzo che sceglie di utilizzare.
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Guido, in tutto il Belgio (almeno dove ho girato io, più che altro Vallonia, ma non penso i Fiamminghi siano da meno) ci sono le due strisce orizzontali tratteggiate che lasciano 1-1,5m alle bici.
Badate bene, non piste ciclabili, non investimenti da paura: una striscia orizzontale tratteggiata (costa pure meno di una continua…). Se guidi lì ti viene naturale stare a sinistra della linea.
Forse è troppo complesso come modello da riportare in Italia.
Non so, temo ci sarebbe un’iniziale rivolta degli automobilisti che vedrebbero traffico in più invece di automobili in meno.
La sensazione che mi viene passando in queste strade, ma anche girando in bici a Vienna e altrove – per dire – è che quando si è lì è tutto… naturale: nel senso che non vorresti altro mezzo per girare perché qualcosa di diverso dalla bici, semplicemente, sarebbe scomodo.
Ecco, rendere conveniente la bici, in praticità, economia, rapidità è la chiave del passaggio. Altrimenti rimangono belle parole e poi prendo l’auto che faccio prima.
sono perfettamente daccordo. I vari cordoli che in Italia disseminano le nostre sterade, per separare la corsia dedicata alle auto da quella – si badi bene – CICLOPEDONALE non servono a nulla se non a scoraggiare sicuramente l’uso della pista ai ciclisti.
Finchè le piste ciclopedonali vengono progettate da chi in bicicletta non ci va proprio, siamo fuori rotta.