16 ago 2019 – La prima vittoria stagionale per il vicentino Filippo Zana arriva nel 48esimo GP di Capodarco. La corsa si ingigantisce sul muro che porta nel centro del paese marchigiano. Va affrontato due volte. Sale al venti per cento, quattrocento metri circa, la carreggiata che si restringe, un tratto di pavé per rendere il tutto più esagerato. In testa sfilano in diciassette in un arco di 30”. Ci sono alcuni dei “big” della stagione U23 come Sobrero, Murgano, Colleoni e Di Felice.
C’è Zana, che pensa al colpo grosso. Indossa la maglia bianca della Sangemini-Trevigiani che in questa parte della Marche ci tiene a far bene, e il diesse Maurizio Frizzo che qui ci vive, fa gli scongiuri. Ḕ sul secondo passaggio dal “muro” di Capodarco che Zana fa sul serio, guadagna una manciata di secondi e riesce a portarli fin sotto il traguardo.
“Ho aspettato fino all’ultimo giro che si muovessero gli aspiranti alla vittoria finale. Davanti avevo il mio compagno Mazzucco e sono stato alla ruota dei miei avversari. Poi, ho attaccato sull’ultimo muro”, dice il vicentino.
Capodarco è una gara che fa tanto curriculum. Internazionale, albo d’oro importante, contorno da corsa “pro” con una lunga carovana a fare da apripista con cappellini e caramelle.
Cinque atleti per squadra, e alla partenza è tutto esaurito. Si scende verso il mare per affrontare un circuito pianeggiante da riscaldamento. La giornata è bella, il colpo d’occhio con palme da arredamento è dei migliori. Prima fuga in sette, sono dentro Nicola Venchiarutti e Matteo Donegà (Team Friuli), Matteo Zandomeneghi (Iseo), Simone Innocenti (Gallina), Davide Scandiuzzi (North Wave), Emanuele Ansaloni (Emilia Romagna), Stefano Baggi (Cycling Development). Si lasciano a quattro minuti Rubens Rosini (Futura Rosini) e Nikita Martynov (Nazionale Russia).
Il gruppo viaggia con un ritardo massimo di sette minuti. Il circuito da spettacolo è quello successivo, salita cittadina di tre chilometri, curve di progressione fino alla sommità dove accanto al tabernacolo della Madonna Nera c’è il monumento dedicato a Fabio Casartelli.
Sette giri a GPM alternati che sono tre e quella speciale classifica se la aggiudica Venchiarutti. Dopo quasi 130 km di gara perde contatto Baffi a causa di crampi. Dieci chilometri ancora e il gruppo è bello sveglio. Si allunga (e si spezza) sulle azioni di Fabio Mazzucco (Sangemini), Francesco Di Felice (General Store) e Riccardo Verza (Zalf) e nasce una fuga a sette con dentro anche Olzhas Bayembayev (Astana City), Eugenii Tikhonin (Nazionale Russa), Alessandro Monaco (Casillo). La situazione cambia al primo passaggio dal “muro”.
Di Felice attacca sperando di fare il vuoto. Dietro si scatenano gli aspiranti alla vittoria finale. Beffati da Zana che proprio sconosciuto non è. Terzo al campionato italiano, terzo alla Coppa della Pace, decimo in classifica finale al Giro U23 (in evidenza nel tappone con la scalata del Mortirolo e arrivo all’Aprica), secondo al Giro del Medio Brenta e terzo a Poggiana. Passista scalatore, da juniores ha indossato la maglia azzurra al mondiale di Berger. Viene da un paese di mezza montagna. Il suo pregio. La precisione. E ne ha fatto uno stile di vita.
Concluso il Gp di Capodarco, il piccolo “circus” degli U23-elite si sposta verso la Toscana, dove domenica si corre il Giro del Casentino dedicato a Fausto Coppi che lo vinse nel 1939. Una classica con 103 anni di storia. Ultimo vincitore l’umbro Michele Corradini (Fortebraccio). Iscritti oltre 170 atleti. Gara di saliscendi, con la salita di Camaldoli da affrontare nel finale.
@lorenzacerbini