Uguale a sé stessa dal 1997, la mamma di tutte le ciclostoriche è indiscutibilmente un eccezionale esempio di preservazione della tradizione del ciclismo che fu.
Oggi L’Eroica di Gaiole, quella con la “elle e l’apostrofo”, è e rimane la capofila del movimento del “ciclo-vintage”. E non solo per anzianità, siamo arrivati alla venticinquesima edizione, ma soprattutto per dimensione: quest’anno è stata raggiunta l’impensabile quota di oltre ottomila partenti.
Il nuovo corso. L’Eroica si è fatta in due
Unica eccezione, forse, la recente rivisitazione del programma proposta nel 2021, che ora distribuisce le pedalate in bici su due giornate, con i percorsi lunghi al sabato e gli altri alla domenica. Cambiamento, questo, in parte dettato dalla necessità di dover osservare protocolli più rigorosi in tempo di pandemia, ma poi, probabilmente, anche voluto per lungimiranza in ottica futura e necessità organizzative. Gestire i flussi crescenti di partecipanti su un territorio la cui capacità ricettiva in termini di accoglienza turistica presenta dei limiti fisiologici nonostante la crescita esponenziale degli ultimi anni, e mantenere allo stesso tempo un’esperienza di livello non è impresa facile, nemmeno per chi di eroico ha intriso il DNA.
E poi, beneficio indotto ma non per questo trascurabile, l’Eroica così è sempre più un vero e proprio festival della bicicletta e del cicloturismo, con un programma di eventi collaterali più ricco che mai. Non solo a Gaiole ma anche in alcune località circostanti, si inizia già dal mercoledì pomeriggio con l’apertura ufficiale per poi pedalare a testa bassa fino alla domenica sera con i saluti di arrivederci all’anno successivo.
Del resto, per molti partecipanti, il percorso di avvicinamento a Gaiole inizia molti giorni prima – la “settimana santa” come la chiama amorevolmente e con una punta di orgoglio babbo Brocci. Quindi, ben venga la “licenza poetica” di adattare il programma alle mutate necessità del momento ma con lo sguardo in avanti sempre alto sul manubrio, come si fa in bici per scegliere la traiettoria migliore da seguire.
L’Evoluzione degli “Eroici”
Eppure, nonostante l’Eroica sia indubbiamente rimasta leale ai principi che ispirarono i suoi fondatori un quarto di secolo fa – la prima domenica di ottobre ad esempio – c’è qualcosa di nuovo nell’aria, e già da un po’. Per un’Eroica che è rimasta fedele a sé stessa, forse a cambiare sono stati proprio gli Eroici. L’archetipo dei 92 partenti quel lontano 5 ottobre 1997 si è evoluto in qualcosa di più contemporaneo ed in linea con tempi. Dall’agonista – la prima edizione dell’Eroica si tenne una settimana dopo la Granfondo Gino Bartali e fu inizialmente pensata come omaggio gratuito per chi vi aveva preso parte – all’hipster di ispirazione vintage il salto è quantico ma è stato progressivo ed inesorabile come l’azione del finisseur che cambia passo e si lascia alle spalle gli avversari quando fiuta il traguardo all’orizzonte.
Stilnovo Eroica
Oggi il popolo Eroico è estremamente eterogeneo e non afferisce più soltanto ad un gruppo ristretto di ciclisti appassionati. Negli anni è diventata una platea specchio fedele della società contemporanea che sempre più abbraccia la bicicletta come strumento di benessere, mobilità sostenibile e scoperta del territorio. Pensiamo ai tanti ciclisti urbani dell’ultima ora, alle famiglie con bambini sempre più numerose, alle tante donne che hanno portato una ventata di fascino e gentilezza tra uomini barbuti ma con le gambe depilate, e ai tanti ragazzi che, per una mera questione generazionale, il ciclismo di un tempo non lo hanno mai conosciuto in prima persona. Moser chi? Quello dell’Arca che separava le acque?
Per non dimenticare, poi, l’afflusso importante di stranieri con quasi il 40 per cento delle iscrizioni provenienti da 48 nazioni estere. A leggere la lista si scoprono provenienze che non immagineremmo mai. Come, ad esempio, le Isole Pitcain, un arcipelago di quattro isole vulcaniche nel bel mezzo dell’Oceano Pacifico meridionale. O chi ha viaggiato per oltre 7 mila miglia per gustarsi la ribollita al ristoro di Asciano. Anche questo è bellezza della fatica e gusto dell’impresa.
Del resto, con numeri in crescita vertiginosa anno dopo anno, è indubbio che i neofiti siano stati sempre di più ed abbiano contribuito a far diventare l’Eroica quello che è. Quindi, sì, l’Eroica è sempre l’Eroica. Anche per chi vi partecipa la prima volta.
10 – ott 2022 – Riproduzione riservata – Cyclinside