14 apr 2020 – Allenamenti ma anche sfide virtuali, via a tutta, in questo momento più che mai. Dai pro’ che si misurano su gare simulate e fatica vera a tutti gli amatori e gli appassionati che si mettono a ruota e rilanciano.
“Non c’è mai stato così tanto traffico su Zwift come in questi giorni” faceva notare, già a inizio quarantena un utente. Pian piano si sono aggiunti anche altri appassionati che, un po’ per il gusto del percorso, un po’ per condivisione ma anche sfida tra amici e non solo, hanno riempito le strade virtuali collegate ai sensori dei loro apparecchi si ciclosimulazione.
Ma quanto valgono questi valori virtuali?
«Poco – mette in guardia Alessandro Proni, ex corridore professionista e ora stimato preparatore e biomeccanico – perché a mio parere non si potranno mai avere parametri reali perché ognuno usa strumenti e sensori diversi».
Il problema della strumentazione, anzi, appare mortificare di più chi ha prodotti più precisi e costosi. Scrive su Facebook Proni: «Il problema è che chi ha strumentazione più precisa e quindi anche più costosa resta indietro, gli altri anche inconsapevolmente, perché tanti non sanno realmente se i dati siano giusti oppure no, quindi non gli si va data una colpa, arrivano davanti con il minimo sforzo.
«Il vero problema è che poi quando parlano con i loro amici che magari gli fanno notare che non sono watt reali, loro si impuntano credendoci davvero perché lo dice Zwift o Zwift Power. In pratica come quegli pseudo preparatori che fanno test da sforzo altamente empirici e che danno soglie di potenza talmente irreali che con quel peso potenza potrebbero fare tranquillamente i professionisti».
L’appunto lanciato da Proni è abbastanza chiaro: se si volesse fare una competizione seria, oltre all’onestà dei parametri inseriti, non si dovrebbe prescindere dalla strumentazione.
In più, come sottolinea anche un video molto interessante che vi proponiamo in basso, sui simulatori ci si può collegare e “competere” anche se non si dispone di un misuratore di potenza, basta un sensore di velocità. Ora, se questo può essere sufficiente per un allenamento solitario, perché comunque permette di valutare il progredire della preparazione, può portare a errori grossolani in un confronto da utenti diversi. L’imprecisione che deriva dallo strumento può essere elevata e trasformarsi in differenze importanti tra i diversi utenti. Al punto da stravolgerne o invertire le differenze reali.
Ecco cosa ha aggiunto Alessandro Proni: «Purtroppo a mio parere non si potranno mai avere parametri reali, sia perché ognuno usa il suo rullo, sia per i sensori di potenza. Mi spiego: se io uso un SRM che costa 3.000 euro e un altro usa uno strumento da poche centinaia di euro, si avranno immancabilmente parametri diversi, vuoi o non vuoi. Chi usa un misuratore economico spesso non ha provato altro. Lo stesso vale per i rulli. Ci sono rulli che sovrastimano e altri molto più realistici nelle misurazioni. Ci sono preparatori preparatori che fanno test da sforzo sui rulli che sovrastimano talmente tanto che un semplice amatore potrebbe fare il professionista. In sostanza non credo che si possa mai avere un risultato realistico con strumenti diversi».
Insomma, da qui ad arrivare alle sfide virtuali, che pure avevamo ipotizzato come un “di più” c’è la necessità di uniformare gli strumenti. E questo ancora prima di eventuali comportamenti volti a barare.
Redazione Cyclinside