9 lug 2019 – Non è mai solo una volata, non è mai solo una tappa per velocisti. Ogni tappa del Tour de France è una storia a sé, un’avventura piccola o grande e anche la quarta tappa non ha deluso le aspettative, sebbene possa considerarsi certo la meno foriera di sorprese si questo avvio di corsa gialla.
Intanto il gruppo. A vederli viaggiare così, da bordo strada, oppure dall’elicottero o ripresi dalle telecamere in corsa, non si riesce a farsi un’idea di cosa significhi pedalare per tante ore a velocità che possono apparire pazzesche in un gruppo compatto che si stringe, si allunga, “respira” in movimenti che devono in qualche modo sincronizzarsi per tutti quelli che ne fanno parte. Sin nelle gare giovanili i ciclisti sviluppano il “senso del gruppo”, quella capacità di prevedere i movimenti degli altri in base alla srtrada, a quel che si ha davanti. Poi ci si appoggi, si spinge, ci si tocca, a volte si cade.
Come avviene al corridore del video qui sotto cui il gruppo si apre improvvisamente davanti e non fa in tempo a evitare un ostacolo, fortunatamente protetto da una balla di paglia. Ma il volo è comunque pazzesco e tira giù anche il ciclista con l‘on board camera che lo stava riprendendo proprio in quel momento.
Ecco il video:
Poi vale la pena rivedersi la volata. Non solo per gustarsi la vittoria italiana di Elia Viviani, ma anche per godere dei movimenti della sqaudra, finalmente sincronizzata col velocista dietro. Movimenti perfetti che tirano fuori Viviani dal gruppo e lo conducono agli ultimi metri in cui fa il capolavoro.
Il video, tra l’altro, inizia proprio all’ultimo chilometro, dove si apprezza anche il lavoro della maglia gialla, Julien Alaphilippe, concentrato nel dare il suo contributo alla squadra, pure col simbolo del primato.
Poi lo sprint che appare confuso ma perfetto. L’ultimo uomo di Viviani, Richeze, gli spalanca la porta perfettamente, mentre gli avversari devono ancora districarsi un po’. Colpo d’occhio perfetto, ma fateci caso: Viviani è il più agile di tutti quelli che gli arrivano dietro. Vince di forza facendo girare il rapporto, senza necessità di spingerne uno impossibile. Segno, anche questo, di grande condizione.
Redazione Cyclinside (con Massimo Giacopuzzi)