10 lug 2019 – Vittoria quasi facile, oggi per Peter Sagan. Nell’arrivo di Colmar il gruppo è arrivato al netto di molti velocisti. Volata quasi facile perché è stata proprio come la voleva lui: senza squadre a fare il treno, o almeno squadre ridotte all’osso proprio per le salite di giornata. Maglia verde ancora di più, gesto del gorilla sul traguardo. Vittoria netta.
Peccato solo per Matteo Trentin, il Campione Europeo era ben messo e se l’è giocata bene. Ma nel giorno del ritorno di Sagan non c’era davvero niente da fare. Sul traguardo ha fatto il gesto di Hulk, come una volta, per festeggiare. D’altra parte era vestito di verde.
Bella tappa pure.
Non fosse stata in Francia, la quinta tappa del Tour de France, avremmo potuto immaginarcela in Toscana o forse ancora di più: a zonzo nell’Appennino. Guardatene l’altimetria. Un profilo che non preannuncia noia, tanto meno calma piatta. E come fai a stare calmo quando davanti ha le montagne russe da sembrare una giostra.
Niente parco divertimenti qui: è il Tour de France. E per la quinta tappa gli organizzatori hanno tirato fuori dal cappello un’invenzione da cacciatori di tappe. Di quelle che puoi nasconderti per un po’ ma poi devi uscire fuori, allo scoperto.
Fuga e controllo tra i migliori. Per essere il Tour, forse, ci potevamo pure aspettare di più ma lo confessiamo: ci eravamo abituati anche troppo bene. Ma il gruppo va forte e riprende pian piano tutti, mentre la selezione si fa da dietro dove, via via, si staccano i velocisti più importanti. Li abbiamo visti presto “chiamare” il gruppetto, quella piccola associazione di mutuo soccorso tra corridori che in salita è meglio lasciar perdere ma che poi, quando la strada è piatta, vanno come missili. Nel gruppetto si chiacchiera e si recuperano energie per i giorni migliori. Soprattutto si tiene d’occhio l’orologio per non rischiare di andare fuori tempo massimo. Ma non c’era certo un rischio del genere per una tappa come la quinta del Tour de France 2019.
Bel numero, nel finale, di Rui Costa. Sparata lunghissima la sua ma da autentico finisseur. Il gruppo deve farsi una bella sgroppata per recuperare sul portoghese. Viene da pensare che se fosse partito un paio di chilometri dopo, chissà. Ma niente da fare e gruppo – più o meno – compatto sull’arrivo.
Redazione Cyclinside