22 nov 2018 – C’è una curiosa coincidenza, anzi una quasi-coincidenza, avvenuta nei giorni scorsi. Due grandi campioni del nostro ciclismo hanno celebrato l’anniversario della loro vittoria al Campionato del Mondo di Ciclismo su strada.
Ercole Baldini e Alessandro Ballan. In fila come due scolaretti all’appello, eppure due campioni che appaiono lontani per tante cose, per epoche (60 anni l’anniversario di Baldini, 10 quello di Ballan) e per tipo di ciclismo. Vicini, invece, per quella maglia azzurra che hanno saputo portare in trionfo in maniera quasi inaspettata da chi non li conosceva. Quasi scontata per chi sapeva bene chi fossero. “Guarda che su quel rettilineo ci puoi arrivare da solo” aveva detto, per ben tre volte, Franco Ballerini a Ballan nei giorni precedenti a Varese 2008. Sequenza di cognomi vicini. Come pure quello di Bettini, iridato nei due anni precedenti Ballan.
Due feste a celebrare anniversario che sanno di storia per motivi diversi. A cominciare da Ballan, ultimo iridato italiano di ciclismo su strada. A oggi.
Quella che si è svolta a Castelfranco Veneto, a celebrare il più giovane dei due, è stata anche l’occasione per un ricordo commovente al CT di quella nazionale, Franco Ballerini, che sarebbe scomparso due anni dopo in un incidente automobilistico, così come un ricordo è stato dedicato ad Alfredo Martini, padre storico di molte nazionali azzurre. Ma è stata anche la celebrazione di una nazionale, costruita anno per anno proprio da Ballerini e dai suoi uomini, dopo la disfatta del mondiale di Lisbona, quando ci si salvò giusto per il secondo posto di Bettini, che non riuscì comunque a cancellare un inseguimento scriteriato tra compagni di squadra nazionale ma non di club. Varese 2008 divenne il Mondiale della Nazionale Azzurra finalmente compatta e decisa verso la vittoria, tirata su anno per anno, uomo per uomo.
Ballan ha ringraziato soprattutto Paolo Bettini che “avrebbe potuto mettermi due giri a tirare” per la sua corsa e invece scelse di lasciar andare via la fuga che poi lo ha premiato sul traguardo.
Un po’ di chilometri più a sud, invece, si è celebrato il Mondiale di Baldini, il treno di Forlì. Lui orgoglioso più che mai delle sue vittorie e di una carriera formidabile che lo ha visto vestire l’iride anche su pista e vincere pure alle Olimpiadi. Una carriera proseguita anche da dirigente sportivo.
Per il Mondiale di Baldini occorre riavvolgere il nastro di 60 anni. E la festa organizzata attorno al campione è stata affettuosa e spettacolare. Anche ricca di campioni del calibro di Aldo e Francesco Moser, Motta, Pambianco, poi Montaguti e tanti altri tra cui i CT Marino Amadori e Davide Cassani. Ed Ercole Baldini? Lui si è goduto il momento ma sempre a modo suo, tanto che sul palco non c’è voluto stare. Lui la sua la diceva in bici. In un modo da non farla dimenticare più.