29 apr 2021 – Ha la faccia sbarbata e i capelli corti, il viso tondo. Ha messo da parte, almeno in corsa, l’atteggiamento guascone che pure divertiva tutti. “Se non vinco non posso giocare come prima”. Poi ha un figlio da cui volare appena può per insegnargli ad andare in bicicletta. Guarda, come fa papà.
Sul traguardo ha alzato le braccia come un corridore giovane. Sembrava di rivederlo nella maglia verde dei primi anni, capelli corto e viso tondo, di nuovo.
Signor Peter Sagan che qualcuno dava per vecchio si è rivestito da giovane, come dieci anni fa. Come quei ragazzini su cui si sono precipitati tutti dimenticando che lui, con quel bordino iridato sulla maglia, ha vinto tra mondiali ridendo e scherzando. Almeno così faceva vedere.
Avrebbe potuto smettere Peter Sagan, che tanto cosa gli mancava? Sì, le Classiche, quelle sì, qualcuna bella e qualcuna meno. Qualcuna rimasta nel mirino di chissà quando e, ora, anche chissà come. E un po’ ripensa anche a Sanremo, quasi quasi…
Ha alzato le braccia Peter Sagan, come ai vecchi tempi, ma quelli vecchi vecchi, quando non c’era da fare il gorilla sul traguardo e nemmeno il disinteressato, che tanto ne ho vinta giusto un’altra. Ha alzato le braccia da corridore ritrovato, con l’aria serena di chi sa come fare. Datemi ancora per finito: non lo avete capito che le sfide mi piacciono?
Ha lavorato duro, anche un po’ di più. Ha vinto, di nuovo dopo la Spagna.
Già, anche le gambe sono di nuovo quelle. Anzi no, non sono tornato. Ci sono sempre stato.
Ed ora il Giro.
GPR