25 giu 2017 – È un sorriso che si allarga sul volto di Fabio Aru la vittoria del Campionato Italiano di ciclismo su strada a Ivrea. Ai meno due chilometri ormai si è reso conto dell’impresa fatta ed ha iniziato a godersela, tutta sua questa vittoria. Aru è Campione d’Italia. La dedica e le mani al cielo per l’amico Scarponi. Oggi Aru correva con la sua maglia, come ha dichiarato nell’intervista del dopo tappa. Prima di alzare le braccia ha toccato la maglia, ha fatto il simbolo del cuore e ha puntato le dita in su.
Si è combattuto in un caldo davvero notevole il Campionato Italiano dei professionisti. I corridori italiani delle squadre di tutto il mondo (qualcuno correva da solo, come l’ottimo Enrico Battaglin, autore di una bella fuga) si sono giocati la maglia tricolore dopo il richiamo del ct Cassani: niente maglia azzurra per chi non partecipa al campionato italiano.
Perché ai corridori piacerà pure giocarsi la maglia tricolore, ma forse non a tutti e non a tutte le squadre.
Bella corsa che ha visto correre insieme Nibali e Aru di nuovo. Il siciliano aveva annunciato un ruolo da comprimario, lasciando quasi presagire un ritiro dopo aver dato una mano ai compagni di squadra Felline e Visconti. E invece era forse proprio lui il più in forma del team Bahrain.
Un tratto in linea e poi quattro giri attorno a Ivrea con la salita del Monte Serra (fino al 15 per cento di pendenza) e tanta fatica per i corridori.
Nel giro conclusivo il forcing a inizio salita è da parte di Dario Cataldo, compagno di squadra di Aru, tanto per mettere subito in chiaro le cose.
E il sardo infatti parte appena il suo gregario smette di tirare. Anticipa addirittura il tratto duro della salita e stacca tutti. Dietro restano Moscon e Caruso ormai al limite.
Energie al lumicino per tutti nel tratto finale di salita. Prova a reagire anche Ulissi, ma i secondi continuano ad aumentare: 10, poi venti e ancora di più. Allo scollinamento per Aru il vantaggio è di 35 secondi.
La discesa folle fatta da Aru ha permesso al corridore dell’Astana di controllare il vantaggio e di non perdere quasi niente.
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Redazione Cyclinside