Quello che sta succedendo in questi giorni nelle stanze dei bottoni nel ciclismo che conta potrebbe avere effetti devastanti nel prossimo futuro. Se il trasferimento del giovane talento belga dovesse effettivamente andare in porto, rappresenterebbe il nuovo Ground Zero del ciclismo, un po’ come accadde nel calcio con la “Sentenza Bosman” del 1995.
Amanti di una linea editoriale rigorosamente basata sui fatti, andiamo a ritroso nel tempo per cercare di capire cosa è successo.
All’ombra dell’exploit del secondo anno di professionismo di Remco Evenepoel, il giovanissimo Cian (“Kian”), dal cognome impronunciabile anche per i fiamminghi, si mette in mostra nella categoria Juniores. Le sue prestazioni attirano tutti i talent scout ma la Bora riesce ad assicurarsi offrendogli un contratto per il secondo anno negli Juniores con interessanti prospettive per il futuro. Un futuro sempre più roseo, il ragazzo migliora a vista d’occhio e vince quasi ogni corsa. Passa direttamente al professionismo senza toccare gli U23, e al primo anno (2022) vince in modo autoritario il Tour de l’Avenir (il Tour de France dei giovani).
Nell’ultima stagione abbiamo potuto ammirare la sua scalata alle prime posizioni nella gare World Tour, culminate con una serie di brillantissimi piazzamenti alla Vuelta. Il ragazzo ride a ogni intervista, sempre di buon umore, sempre felice ma proprio alla positiva Vuelta arrivano i primi problemi all’interno del team.
Tappa 18, ormai le posizioni sono delineate, con il belga al 7° posto della generale e subito dietro il russo Vlasov, anch’esso della Bora. Vlasov non gradisce aver davanti a lui il “ragazzino” e non ne fa segreto. Nel tratto pianggiante tra le due scalate alla Cruz de Linares, il compagno Nico Denz attacca dal gruppo favoriti con Vlasov a ruota con lo scopo di guadagnare tempo proprio su Cian. L’attacco non ha portato i risultati voluti ma secondo il belga è stata un’azione: “ridicola”. Nella 20a tappa, nell’ultima breve salita della corsa a tappe, il russo si avvantaggia su Uijtdebroeks e gli strappa il settimo posto nella generale. A bocce ferme, questo avvicendamento ha dato l’impressione del classico ordine dall’alto. Le parole di Cian “il team non credeva in me” fanno il resto. Poche settimane dopo, alla Cronometro delle Nazioni, Uijtdebroeks si lamenta del materiale, diversi incidenti quel giorno ma sottolinea anche che la Bora non investe in lui su questa disciplina. Lo stesso Evenepoel ha cercato di aiutarlo nei giorni a seguire riguardo questo problema.
È chiaro che qualcosa si sia rotto tra la Bora-Hansgrohe e lui, ma le due parti sono legate da un contratto fino al 31 dicembre 2024. Il ciclismo non è (era?) come il calcio dove praticamente tutti i trasferimenti si attuano tra tesserati sotto contratto e chi cede il tesserino viene profumatamente pagato. Nel ciclismo si aspetta SEMPRE la fine del contratto, “sempre” tranne il caso Van Aert, ma che, correndo per un team di terza fascia con limitate risorse tecniche e scarsa possibilità di essere invitato alle corse che contano, ha sfacettature differenti.
Perciò la settimana scorsa una fulmine che a cielo sereno proprio non era, Richard Plugge, leader della nuova Team Visma–Lease a Bike (ex Jumbo), annuncia il trasferimento di Uijtdebroeks a partire da adesso. La Bora-Hansgrohe nega con un comunicato stampa ma lo stesso Cian pubblica a sua volta un comunicato dicendo che a partire dal 1° dicembre 2023 il contratto con cui era legato alla Bora è stato rescisso, a fronte di una multa, e che nella prossima stagione correrà con la Visma–Lease a Bike. In allenamento viene fotografato con i “vecchi” pantaloni Jumbo e in maglia nera.
Scherzosamente o meno, la Bora-Hansgrohe, sul proprio website, ha prima aggiunto nella fiche del corridore che dal 2024 al 2027 sarà con la Visma, per poi disattivare la pagina della scheda personale. Infatti cliccando sulla fotografia di Uijtdebroeks, invece di fornire informazioni si dirige verso un chiaro “Not Found” https://www.bora-hansgrohe.com/404.
In questo momento tutti i responsabili delle squadre sono arrabbiati con Plugge, o per lo meno si atteggiano in questo modo, urlando che l’UCI prenda azioni contro di lui. Se tutto dovesse andare come sembra, cioè con l’ufficiale trasferimento verso la squadra olandese di Uijtdebroeks, si creerebbe un precedente storico dove i contratti avranno poco valore e si scatenerebbe una ciclomercato molto aggressivo.
Un bene o un male?