25 ott 2017 – Il cambiamento più significativo nel regolamento del 2018 sarà la diminuzione dei corridori in gara, sia in senso totale con un limite più basso di atleti presenti in gruppo, sia in senso parziale con la possibilità per ogni squadra di schierare meno rappresentanti.
Ma è davvero una mossa efficace per la sicurezza? Se andiamo a ben guardare le cadute più clamorose di quest’anno, come per esempio il contatto tra Cavendish e Sagan al Tour o la decimazione della Sky al Giro, il numero di corridori in gruppo conta ben poco. Le cadute avvengono spesso in momenti critici della gara, dove l’andatura è alta e il gruppo in fila. La maggior parte delle cadute quest’anno è avvenuta in discesa o per fatti di gara legati alla classifica. Le cadute che potremmo imputare a un numero troppo elevato di biciclette in gruppo sono state ben poche.
E allora cosa si risolve? Per chi spera di avere più spettacolo, con squadre più piccole e che quindi avranno più difficoltà a controllare la corsa, spegniamo subito gli entusiasmi: finché ci sarà una Sky dominatrice come quest’anno la corsa seguirà la sua legge, in quanto in grado di chiudere e fare il bello e cattivo tempo anche con cinque corridori. Cambierà poco anche sotto questo punto di vista.
Forse l’unica differenza evidente l’avvertiranno i corridori stessi all’interno delle squadre. Meno concorrenti in ogni gara con team di almeno 25 persone vuol dire aumentare la competizione interna per partecipare a determinati eventi. Potrebbe voler dire scatenare una sorta di qualificazione all’interno delle squadre stesse, con programmi annuali più difficili da gestire. I casi di assenti eccellenti, come quello di Viviani al Giro d’Italia di quest’anno, si potrebbero moltiplicare. E allora lo spettacolo invece di essere incrementato ne sarebbe solamente penalizzato.
Stefano Boggia