19 set 2017 – Tiriamo una riga. Si è conclusa CosmoBike Show, terza edizione della fiera veronese e si possono fare un po’ di conti. Sono stati 60.000 (sessantamila) i visitatori di questi quattro giorni di padiglioni aperti. La sensazione di affollamento, in effetti, era concreta e diffusa su tutta la superficie fieristica. Bel risultato quindi? Sì, perché è il frutto di un lavoro fatto bene.
Parliamoci chiaro: c’erano degli assenti. Molti di quelli lamentati da alcuni visitatori sono gli ormai “soliti noti” che le fiere non le stanno facendo per scelte commerciali differenti. Scelte forse da rivedere vista la quantità di pubblico, davvero notevole, nei giorni di sabato e domenica. Molti anche i rivenditori in giro nei corridoi e aziende soddisfatte perché è vero che la rete vendita è consolidata, ma molti cercano anche alternative a quel che conoscono già, per differenziare e magari sfruttare nuove offerte. Non solo pubblico di utilizzatori finali quindi, soprattutto nella giornata di lunedì, con i negozi chiusi.
Fiera internazionale?
A CosmoBike c’è stata anche un’apertura importante all’estero. Una fiera è internazionale è importante per i contatti che riesce a offrire verso l’esterno, non solo per i marchi che presenta. E di importanti ce n’erano: da Argon 18 a Merida, oltre ai nostri Colnago e De Rosa e poi i componenti: da Campagnolo a Sram, da FSA a Shimano che ha sfruttato l’occasione per fare dei corsi ai meccanici specializzati, ma anche i grandi assenti spesso erano presenti con le bici top di gamma. Ad esempio nello stand Shimano si potevano ammirare le Giant del Giro d’Italia. Qualche altro “assente sulla carta” era poi presente nello stand dei distributori, con veri e propri mini stand.
Ancora estero: se da una parte si consolida il legame con Taipei Cycle Show (c’erano in esposizione i prodotti premiati all’Award della fiera taiwanese) quest’anno si è allargata la collaborazione con l’ICE, l’Istituto del Commercio Estero che ha portato in fiera buyer internazionali interessati ai prodotti italiani. Le aziende hanno avuto l’opportunità di fissare appuntamenti mirati e parecchi erano più che soddisfatti dell’occasione: «Erano tanti – ci ha detto la titolare di un’azienda – e sono trattative importanti. Se solo se ne conclude positivamente una si tratta di affari che fanno valer la pena di essere in questa fiera e nelle prossime».
Pubblico
Una fiera senza pubblico è come un’auto senza benzina, può essere bella quanto si vuole ma resta ferma. La spinta in su di quest’anno ha stupito più di uno e non è questione di ingannare l’occhio concentrando gli spazi in due padiglioni: la gente era davvero tanta e quando i padiglioni erano un po’ più vuoti c’era il pienone fuori, nel circuito asfaltato per le bici da strada e le ebike o a saltare provando le mountain bike nel percorso realizzato appositamente ammucchiando un bel po’ di terra per fare dei test realistici per quanto possibile (si è sempre all’interno di un padiglione fieristico).
I commenti positivi sull’organizzazione che si sono letti nei giorni di fiera sono stati un bell’esame superato da una squadra di organizzatori che la sua esperienza ce l’ha. D’altra parte parcheggiare vicino agli ingressi o arrivare in fiera con altri mezzi erano possibilità concrete in un quartiere fieristico come quello di Verona (molti sono arrivati in treno, qualcuno, da più lontano, con l’aereo – e i prezzi sono accessibili e i collegamenti non complicati).
Biciclette e cultura ciclistica
È un concetto vecchio quello di fiera? Se si intende come fiera classica probabilmente sì. Sono anni, ormai, che nei saloni non si chiudono contratti. Certi lavori sono concentrati in altri momenti che le aziende vogliono organizzare separatamente. Così come le presentazioni stampa. Ma la fiera, come abbiamo visto, riserva tutt’oggi una risorsa di visitatori professionali che è un peccato perdere, soprattutto nell’apertura all’estero.
La fiera, poi, è stata anche un momento di riflessione su vari argomenti. Diversi i meeting professionali e quelli aperti al pubblico. Noi di Cyclinside abbiamo parlato di tecnologia e sicurezza organizzando due incontri. Nella giornata di sabato il convegno intitolato Evoluzione tecnica della bicicletta e sicurezza su strada ha permesso di affrontare i dubbi maggiori che vengono anche dai nostri lettori su sistemi di trasmissione elettronica, tecnologia e freni a disco. Ne abbiamo parlato con i responsabili di Campagnolo e Shimano, ma anche con un Agente di Polizia Locale di Alessandria che ha chiarito alcune cose importanti in fatto di sicurezza su strada, dai telai falsi al rispetto delle regole da parte di automobilisti e anche ciclisti (e ha parlato anche di un progetto interessante che vi diremo).
Domenica è stata la volta delle ebike. Il pubblico tradizionalista spesso storce la bocca a pensare alle bici con un motore, ma si tratta di una possibilità concreta di allargamento degli orizzonti nella mobilità urbana e nel turismo: due mercati importantissimi in Italia che non rubano certo spazio alla bicicletta tradizionale, anzi, possono portare nuovi appassionati.
Poi ci sono stati i campioni e i personaggi del ciclismo attuale e della storia: da Aru a Fondriest, Chiappucci, ma anche Gimondi e Moser, poi Cipollini e i campioni della mountain bike. Alcuni sono anche passati per il nostro stand, realizzato insieme a Viagginbici.com con il set televisivo di TgCom24 e le interviste di Ludovica Casellati e la curiosità dei tanti avventori.
E adesso che si fa?
Bisogna sedersi un attimo e ragionare. Il pubblico ha detto che in fiera ci vuole andare, ma vuole anche provare le biciclette. Per questo motivo la prossima edizione, già in programma dal 7 al 10 settembre 2018, vedrà il primo giorno trasformarsi in bike test, vicino Verona, dove gli espositori potranno mettere a disposizione le ultime novità per il grande pubblico. Poi, a seguire, i tre giorni di fiera “classica” ma sempre con le piste di prova e per modelli stradali e fuoristrada così com’era in questa edizione.
Guido P. Rubino