7 lug 2018 – Dal 4 al 6 luglio, appena prima di aprire i cancelli della bellissima fiera di Friedrichshafen, 22 brand hanno scelto di presentare e, soprattutto, far provare i propri nuovi modelli 2019 in anteprima a un selezionato gruppo di media internazionali invitati agli Eurobike Media Days 2018.
Dopo il successo di Kronplatz dello scorso anno, la fiera tedesca ha scelto per quest’anno (a breve forse anche la decisione del 2019) il comprensorio di Serfaus-Fiss-Ladis in Austria per ospitare il villaggio più divertente e appagante per i giornalisti di settore.
Il format è efficace e piace: una grande “zona mista” in un piazzale come a margine di una grande gara, con accesso limitato agli addetti ai lavori, ha consentito di prendere contatto con manager e tecnici dei vari brand e saltare velocemente in sella alle bici desiderate con poche formalità. Ma il bello di questa edizione era dato dalla quasi perfezione del posto scelto: una piccola località del Tirolo a oltre 1.400 metri di altezza, con strade ineccepibili, poco traffico e alcune piste ciclabili panoramiche. E siccome la parte del leone era ovviamente quella delle Mtb, le ruote tassellate hanno trovato terreno ideale per qualunque prova, visto che l’offerta di tracciati per ogni livello di abilità offriva validi percorsi suggeriti (e molto ben indicati) per tutti i partecipanti. Con un paio di chicche assolutamente impossibili da non citare. In primis, il villaggio era installato proprio a fianco di un recentissimo bike park, ben finanziato e di pregevole concezione, visto che prevede percorsi da enduro, discesa da downhill e una serie di zone con ostacoli di parecchie varietà, pump track inclusi addirittura anche alla portata di bambini piccoli e neofiti. In secondo luogo, i vari percorsi “cross country” si inserivano nelle proposte turistiche già decisamente ampie della zona, evidenziando un fatto importante: c’erano diverse opzioni anche per le “gravel” e le e-bike tanto che, anche nelle mappe ufficiali già in uso per la corrente stagione estive, l’ufficio del turismo locale ne classifica gran parte proprio come percorsi per bici elettriche. E al di là di quando spinga il settore pubblico sul tema, si resta sorpresi dalla profonda penetrazione della mobilità elettrica montana: perfino a oltre 2.400 metri di altitudine, raggiunti con una delle tante cabinovie funzionanti (10 impianti in estate su un totale di 60), si trova un cartello nel quale vengono elencati i tempi per arrivare a una baita e, naturalmente, viene messa l’ebike al primo posto rispetto alle altre bici o agli escursionisti a piedi o di corsa.
TEMI E TREND
Pur essendo un evento di notevole qualità, il campione di espositori presente era forse un po’ troppo piccolo per avere un’idea precisa di cosa verrà proposto sul Bodensee nella fiera principale, ma questa selezione di aziende ha comunque già fatto vedere importanti novità e confermato alcune tendenze di cui si aveva già notizia o sentore in precedenza, mostrando una vitalità ormai irrefrenabile per quanto riguarda in particolare il comparto di modelli a pedalata assistita. Senza pretesa di completezza, ecco alcune novità e concetti che ci hanno maggiormente colpito.
ELETTRICHE
Fantic ha rinnovato radicalmente il design in gamma, puntando molto in particolare sul modello da “160”, che propone linee più accattivanti, con tubi raccordati più morbidamente e, non da poco, integra le batterie nel telaio con un occhio all’estetica. Sua inoltre la più bella bici da strada assistita presentata a Fiss. KTM, giocando in casa, aveva la gamma più ampia, gran parte sotto il nome di “Macina”, un nome che in Italia sembra quasi un refuso. La factory austriaca, fra le tante novità, aveva la “trekking” con due batterie probabilmente più abbordabile del mercato (non è però una S-Pedelec). Si è convinta di offrire in opzione a molti modelli il pacchetto LFC (luci, parafanghi e portapacchi) per aumentarne la versatilità, anche su “fully” di buon livello. Ha creato una nuova “foldable” più che rispettabile e accattivante. Ha proposto un modello compatto, dal baricentro basso e senza tubo orizzontale, con lo specifico scopo di rendersi più guidabile e gestibile da persone di una certa età: anche se saranno ovviamente efficaci in tante località di noleggio per ciclisti non esperti, c’è da dire che in Austria, in località come quelle dei media days, pare non manchino infatti le “nonne” che in tarda età si avventurano a cercare frutti di bosco o funghi a bordo strada inforcando una e-bike. E si sono fatti contaminare anche dal trend delle stradali, proponendo anche loro un modello da corsa, motorizzato come Fantic, Pinarello e diversi altri. A proposito di trekking, Scott invece ha presentato la eRide EVO, consentendo a una biammortizzata (con comando al manubrio per bloccare velocemente entrambe le sospensioni) con ruote grandi (27,5” fino alla M, 29” dalla L), di aspirare a diventare una delle bici da turismo più sfruttabili della sua generazione. La “cugina” Bergamont invece ha portato solo e-mtb, incluse quelle per ragazzi. BH continua a migliorare il sistema di estrazione della batteria integrata nel tubo diagonale (sbloccabile con un semplice tocco di un apposito bracciale “touch”), scegliendo in particolare Brose e le batterie da 720 Wh. In generale, le Atom X restano fra le più sofisticate in circolazione, grazie anche a una bellissima App che permette l’analisi di oltre 40 parametri, l’integrazione con Strava e, on-board, offre funzioni che ancora pochi hanno, come la navigazione Gps, lo “storico percorsi”, e perfino la “regolazione” della potenza della bici in base al battito cardiaco. Diversi, infine, hanno seguito il solco già lasciato da Haibike e KTM: le e-mtb con ruote “piccole” per i segmenti “kids” and “young adult” sono ormai realtà, pertanto sono in arrivo modelli economici da 20” e 24” (già disponibili specialmente in diversi noleggi di località di montagna) e perfino da 26”, ma con geometrie più compatte rispetto a quelle di una bici da “adulto” di una decina di anni fa.
STRADA E GRAVEL
Fra i “pezzi” più preziosi indubbiamente non passava inosservata la 3T Strada Due. Tante piccole novità, con Sram e non solo, anche se il crankset Torno, che a loro piace definire il primo al mondo “aero crank” singolo, ha un impatto estetico di spessore. Kona, con la Libre ha reso “gravel” un telaio delle geometrie estremamente morbide e rispettose del rachide abbinando un’inedita filosofia di verniciatura cangiante: una “americanata” che si notava e faceva passare in secondo piano la loro prima loro full e-mtb e un cargo a “passo lungo” che può piacere anche a viaggiatori di lungo corso. La gravel più interessante probabilmente era la polacca Rondo, che con la Vario Geo Gravel ha seguito il filone di questo genere andando a produrre un bel telaio in lega di titanio che la rendeva davvero rara e, grazie alla provenienza, nemmeno eccessivamente costosa. La ceca Superior proponeva strada e gravel con dotazioni da leccarsi i baffi e prezzi fra il 15 e il 30% inferiori ai marchi più blasonati: non era in fiera, ma la sua chicca più curiosa era la Mtb da 20” con freni a disco idraulici e prezzi più ragionevole rispetto alla Commencal. Mubea è stato il pesce fuor d’acqua più curioso di tutti: da azienda forte nel mondo del carbonio e di tutto quello che concerne “l’alleggerimento” per automotive (in tema soprattutto di laminazione) ha deciso autocostruire quasi completamente un’e-bike, propulsione inclusa, per dimostrare al mondo le proprie capacità costruttive. Il risultato era di una S-Pedelec efficiente e accattivante anche alla vista: purtroppo non è stata omologata e probabilmente non andrà mai sul mercato.
Componenti
Da Shimano era scontato trovare l’XTR a 12 velocità, già adottato peraltro da diversi brand, e-bike incluse: fra le sue peculiarità, cassetta aumentata a parte, c’è una silenziosità mai conosciuta nel settore mtb. DT Swiss ha voluto dare un input importante al mondo “pro”: con i suoi migliori cerchi ha scelto di non combattere più molto sul piano del peso (1400 grammi è già notevole), anche se ha migliorato i mozzi in carbonio. L’idea è quella di restare fedeli alla “swissness” e quindi a qualità e robustezza che, talvolta, altri competitor si permettono di trascurare.
Alex D’Agosta
Twitter: @alexdagosta