All’Italian Bike Festival 2023 abbiamo potuto ammirare Ornus, la prima bici in legno ad alto contenuto tecnologico frutto di un triennio di ricerca e sviluppo che applica le conoscenze sviluppate in campo aeronautico alla produzione in serie di biciclette performanti.
Perché il legno? Il frassino, proprio in virtù delle sue eccellenti caratteristiche meccaniche, per le quali veniva utilizzato per la costruzione delle eliche dei primi aeromobili, ha anche una elevata resistenza agli urti. Il telaio è realizzato in 3 sezioni ognuna delle quali composta da due semigusci svuotati mediante lavorazioni CNC e connessi tramite innesti membranali brevettati.
La selezione del legno è molto accurata e segue un processo rigoroso volto a verificarne le caratteristiche in in termini di nodi per pollice quadrato, umidità e bontà delle fibre che vengono direzionate e assemblate con una lamellazione particolare con incroci a fibre contrapposte. La Ornus intende proporsi, nel mondo gravel, come sintesi dei punti di forza dell’acciaio e del carbonio, fondendo comodità e reattività come mai prima d’ora.
Le taglie disponibili sono: 49-52-54-56-58-61. Per quanto riguarda il peso del telaio si va da un minimo di 1,8 kg della 49 ad un massimo di 2,1 kg della 61. La bici completa si attesta su un peso tra gli 8,9 kg e i 9,3 kg a seconda della taglia e dell’allestimento.
Due i montaggi disponibili: GRX 820 1×12 (EUR 11.400) e Campagnolo Ekar (EUR 10.700) entrambi con manubrio, attacco e reggisella Ritchey in alluminio.
Per maggiori info: https://www.ornusbike.com
Ciao, capisco e quando serve condivido la ricerca per un mondo ecologico ma una bici in legno!!!
Gravel per di più, con l’acqua dal cielo o dalle pozzanghere o semplicemente l’umidità di un bosco come agiscono sul legno?
I componenti metallici come interagiscono con il legno che è più tenero?
Sicuramente il telaio sarà iperprotetto da resine e vernici antiumidità e qui viene il bello, tutti questi prodotti sono ecologici?
Infine mi pare che tentativi di bici in legno siano già stati fatti con risultati meno che di nicchia, quindi?
Anche i costi non sembrano alla portata di tutti.
Comunque queste sono solo mie considerazioni senza nulla togliere allo sforzo tecnico applicato alla bici.
Caro Severino,
abbiamo interpellato direttamente l’azienda ed ecco la loro replica in risposta ai tuoi quesiti. Risponde direttamente l’ing. Michele Cammisa, Amministratore Unico di MLK Innovazione srl, la startup innovativa che ha sviluppato ORNUS.
Buona lettura!
Alberto
D. “Ciao, capisco e quando serve condivido la ricerca per un mondo ecologico ma una bici in legno!!!
Gravel per di più, con l’acqua dal cielo o dalle pozzanghere o semplicemente l’umidità di un bosco come agiscono sul legno?”
R. Il legno è stato storicamente il materiale da costruzione più diffuso. Con l’avvento delle rivoluzioni industriali e della disponibilità energetica, è stato progressivamente ridotto. Tuttavia le caratteristiche del legno rimangono quelle di un ottimo materiale da costruzione, cosa che si è persa nella memoria collettiva. Esistono barche, aeroplani, coperture o ponti in legno che affrontano condizioni ben più gravose di umidità, esposizione all’irraggiamento e temperature estreme rispetto a una bici gravel. È evidente che vi sono dei trattamenti specifici per migliorare le prestazioni rispetto a queste condizioni esterne, ma questo vale anche per gli altri materiali, in primis per l’acciaio che tende ad arrugginire anche per la sola umidità dell’aria. Anche il “tecnologico” carbonio non può per essere lasciato esposto al sole per periodi prolungati.
D. “I componenti metallici come interagiscono con il legno che è più tenero?”
R. È prassi, nelle costruzioni in legno moderne, introdurre corpi o anime metalliche. Tutti gli innesti sono stati accuratamente ingegnerizzati e verificati sperimentalmente. Nella nostra bici non abbiamo riscontrato criticità, né per tensioni di contatto localizzate, né per dilatazione termica differenziale.
D. “Sicuramente il telaio sarà iperprotetto da resine e vernici antiumidità e qui viene il bello, tutti questi prodotti sono ecologici?”
R. Qui sarebbe opportuno fare dei chiarimenti preliminari. A volte si tende a confondere i prodotti biodegradabili con l’ecosostenibilità. L’uso di prodotti chimici (peraltro ne usiamo in quantità risibili) può suonare come un’alterazione della naturalità del prodotto, ma bisogna valutare quale sia il reale impatto di sostenibilità. Qualsiasi altro materiale da costruzione è soggetto a diverse fasi per essere portato a materia prima finita (pensiamo ad esempio ai passaggi necessari per passare dalla bauxite all’alluminio), quindi con passaggi che prevedono uso di prodotti chimici industriali e di processi di estrazione che sono enormemente più impattanti. Tali processi sono anche altamente energivori (si pensi alle temperature superiori ai 1000°C in altoforno o ai circa 2000°C necessari per produrre i filamenti di carbonio con ossidazione e pirolisi termica di molecole organiche). Il legno invece, per essere portato a materia prima, ha solo assorbito carbonio dall’aria contribuendo a ridurre quindi la CO2 dall’atmosfera usando energia rinnovabile (quella del sole). Introducendo una nuova pianta in sostituzione di quella tolta, si alimenta poi un ciclo virtuoso di sottrazione di carbonio dall’aria. In generale, tutta la catena di realizzazione del prodotto finito a partire dalla materia prima, richiede pochissima energia con conseguente impatto positivo sull’ambiente. Alla fine del ciclo di vita, anche se non è più nello stato “puro”, il legno può comunque essere recuperato e riciclato.
D. “Infine mi pare che tentativi di bici in legno siano già stati fatti con risultati meno che di nicchia, quindi?”
R. Nel 1992 esisteva già la Panda elettrica. Fu uno dei primi tentativi (abortiti) di elettrificazione delle automobili. Una lunga storia di “insuccessi” non ha significato che non si potesse perseguire quella strada. Noi siamo convinti che le condizioni attuali siano mature rispetto al passato, sia per le tecnologie disponibili, sia per la sensibilità dell’utenza, sia per la necessità di un cambiamento. In più, rispetto al passato, siamo in grado di proporre un prodotto che unisce la bellezza e la funzionalità.
D. “Anche i costi non sembrano alla portata di tutti. Comunque queste sono solo mie considerazioni senza nulla togliere allo sforzo tecnico applicato alla bici.”
R. Questa è la grande sfida che ci aspetta. Questa prima gravel è stata concepita per essere un prodotto top di gamma e sfidare le concorrenti di fascia alta. È solo il primo di una lunga serie di passi che caratterizzano un progetto industriale scalabile, che renderà accessibile ad una platea sempre più ampia di utenti la bellezza e la rinnovata tecnologia del legno per la mobilità.
Sono stati fatti dei test sui nodi di congiunzione? Qual’è la durata garantita? A vederli in foto non sembrano dare molte rassicurazioni. E a livello di garanzia come siamo messi?
Ciao Frankie,
ecco la risposta alla tua domanda. Abbiamo interpellato l’ing. Michele Cammisa, Amministratore Unico di MLK Innovazione srl, la startup innovativa che ha sviluppato ORNUS.
Buona lettura!
Alberto
R. Tutto il progetto è frutto di studio, di analisi e di test specifici oltre che di intuizione e passione. Questo ha portato a poter gestire una garanzia a vita sul prodotto. I giunti sono stati derivati da applicazioni aeronautiche e rappresentano dei punti di forza del progetto strutturale. I risultati delle prove hanno dunque confermato la conformità alle specifiche richieste dalla normativa armonizzata per la sicurezza delle bici (ISO 4210).