24 lug 2017 – A un certo punto è dovuto intervenire anche Roman Bardet, il beniamino dei tifosi francesi, a placare i fischi che il pubblico non troppo carinamente riservava al suo avversario, Chris Froome.
Anche alla partenza della cronometro gli applausi erano stati affiancati e quasi sovrastati da ululati di disapprovazione. Qualcuno ha scherzato che “sarà stato l’effetto della partenza dentro uno stadio di calcio”. Il pubblico del ciclismo è abituato ad altri comportamenti solitamente e sono pure tante le fotografie pubblicate in queste tre settimane di corsa in cui si vedono tanti tifosi applaudire corridori che non corrispondono alle loro bandiere. Perché nel ciclismo si applaude il corridore, forte, quello che fa l’impresa, quello che soffre e resiste nonostante la sfortuna. Quando hai la fatica di fronte come fai a non applaudirla?
Cos’è successo allora contro Froome?
Il corridore inglese negli anni passati non ha brillato in simpatia evidentemente: la sua supremazia senza cedimenti e la poca empatia nella gestione della squadra non hanno certo lavorato a suo favore. Eppure Froome ha evidenziato, già da qualche tempo, un carattere tutt’altro che chiuso che, però, non è evidentemente bastato a tutti. Saranno le chiacchiere che il team Sky si porta dietro da inizio stagione?
Chissà.
Certo la stampa francese non ha aiutato. Nei giorni scorsi alcune testate, tra cui Le Figaro, hanno sollevato dubbi sui Tour passati di Froome facendo riferimento ad eventuali frodi tecnologiche con articoli che, alla fine, non parlano di prove o fatti, ma gettano comunque un’ombra e certamente aizzano gli animi.
Lo stesso avevano fatto con Aru al momento del suo exploit al Tour andando a parlare di suoi eventuali collegamenti con personaggi chiacchierati. Ecco, cose che non servono e fanno parte di un modo di fare che non ci piace. Questo Tour de France va in archivio come uno dei più controllati, a livello tecnologico, della storia. Vero pure che a proposito di doping tecnologico rimangono alcuni dubbi anche sugli strumenti di controllo, ma insomma, alimentare polemiche senza prove concrete, ma solo chiacchiere, non serve a nessuno. Tanto meno al ciclismo. E giornali pure di nome non ci fanno gran figura.
Attenzione, non è buonismo questo ma realismo. In passato si è detto molto sui metodi Sky, si è fatto pure il raffronto dei dati evidenziati dai corridori rispetto a un “limite umano” forse anche superato. Questo deve spingere tutti a stare con gli occhi aperti rispetto a quel che succede, ma buttare sospetti basati solo su chiacchiere, alla fine, diventa ingiusto per chi vince onestamente (e, fino a prova contraria, è così. E quindi i fischi non sono meritati).
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GR