18 mag 2019 – A Pesaro l’arrivo era quasi in discesa, ci si poteva scommettere sul finale in volata. Se poi ci si mette pure il meteo a spruzzare un po’ di pepe sul traguardo, niente appare più scontato. Ecco, il tempo ha salvato più di una tappa dalla noia in questo giro. Ma va dato atto anche ai corridori, pur se non la prima fila che punta alla classifica finale, di averne merito già da qualche giorno.
Prendete la Maglia Rosa, Valerio Conti. Il primo giorno in testa alla classifica aveva quasi paura a parlare ai microfoni, oggi duettava con Carlo Verdone al Processo alla Tappa che lo ha chiamato per festeggiare questo romano che non ti aspetti, scherzava sul padre che offre a tutti al bar per festeggiare e “speriamo che abbia messo da parte abbastanza soldi”, perché lui a uscire di classifica non ci pensa mica troppo. Anche oggi si è difeso bene in un finale di tappa insidioso per la pioggia che rende le strade trappole, tanto più in discesa.
Così come tutti gli altri, attenti ma prudenti al punto da far sperare nel colpaccio Ciccone, Vaerveke e Bidard che hanno provato a proseguire sullo slancio dell’ultimo Gran Premio della Montagna. Bell’Italia che si fa vedere e tiene maglie al cospetto di corridori che appaiono più quotati sulla carta (e dopo la Rosa di Conti, la blu degli scalatori di Ciccone, c’è l la conferma della Bianca di Carboni).
Volata e tattica
Non c’è fortuna per loro con un gruppo che conta sulla volata. Nel finale le curve allungano il gruppo. L’ultima, fondamentale, ai 200 metri, guai a restare dietro. I velocisti che se la giocano sono Caleb Ewan, Pascal Ackermann ed Elia Viviani. L’italiano si muove bene e i suoi davanti sono il treno che vince su tutti, che volere di più?
Però Viviani si muove diversamente, non prende la ruota dei compagni di squadra, preferisce fare la volata da pistard e salta nella scia di Ewan. Ci vede giusto perché l’australiano è quello più in forma e la sua sparata è vincente. Si lascia dietro anche Ackermann e porta Viviani a un secondo che non sembrava poter essere di più oggi.
A posto così allora? Ci resta un dubbio sul perché Viviani abbia fatto la volata da solo, lasciando i compagni di squadra a tirare per nessuno. Per stare alla ruota di Ewan pensando di batterlo avrebbe dovuto averne più di lui. Forse sarebbe stato più facile farsi portare fuori dai suoi compagni di squadra e far faticare l’altro nella rimonta. In effetti il meccanismo perfetto delle volate Deceunink Quick Step è sembrato inceppato. Altrimenti a che servono i compagni di squadra? Però certo, bisogna fidarsi ciecamente di loro ed essere convinto dei propri mezzi, come in quella volata vinta e poi lasciata lì per il regolamento.
Guido P. Rubino