1 giu 2019 – Non avranno tempo di pensarci i corridori che si giocheranno tappa e Giro, ma è qui, sul Croce d’Aune, che si è scritta una delle pagine di storia del ciclismo.
In cima al Croce D’Aune, poco prima del cartello che segna il Passo, 1.011 metri sul livello del mare (curioso che sul Garibaldi siano segnati quattro metri in più), c’è un monumento a ricordo di “Tullio Campagnolo, inventore”. È definito proprio così il fondatore dell’azienda di componentistica per biciclette da corsa. Via della Chimica, a Vicenza, è a più di cento chilometri da qui. Qui, però, è nata quella prima intuizione su cui Tullio fondò la sua azienda.
Pensate a una corsa qui, il 4 novembre. Un freddo tremendo e Tullio Campagnolo in corsa. Non servirebbe neanche pensare che si tratti del 1927 per immaginarseli eroici i corridori di quella gara. Compagnolo, se possibile, lo era ancora un po’ di più perché era partito come “indipendente”, quelli, cioè, che in caso di problemi, dovevano cavarsela da soli. E infatti, come racconterà Gianni Brera a mito acquisito, aveva tre tubolari fissati sulla sella, al manubrio e attorno alle spalle. Non era nemmeno questione di finire la gara, ma anche di tornare a casa. Poi pane, salame, formaggio e una bottiglia d’acqua, due borracce d’alluminio davanti, sul manubrio e il cambio a giro ruota: due pignoni, uno più grande e uno più piccolo: salita e pianura, tutto qui.
Metteteci il freddo che aveva fatto scappare via tutto il pubblico dalle strade, sembra incredibile, oggi, una gara di quattro novembre da quelle parti, ai tempi del Giro che ha dovuto rinunciare al Gavia di fine maggio.
Fu lì che Tullio Campagnolo ebbe l’intuizione che ci fosse “da cambiare qualcosa dietro” in quelle maledette biciclette. Perché si fece male, le mani intirizzite, a cercare di sbloccare la ruota per usare il rapporto più agile a domare la salita. C’è da cambiare qualcosa per sbloccare la ruota più facilmente. Si dice che l’idea dello sgancio rapido, primo brevetto di Tullio Campagnolo, sia nata proprio a partire da quell’episodio.
Una storia da raccontare e anche da ascoltare, quella di Campagnolo. Così come è appena iniziato un appuntamento radiofonico voluto proprio da Campagnolo. La storia raccontata attraverso personaggi e appassionati della storia Campagnolo.
Si comincia da qui, da questo podcast chiamato, appunto, “L’invenzione”, fa parte della serie “Con le ali alle ruote“. L’inizio di una storia raccontata e da ascoltare con calma. La narrazione è quella di Gino Cervi, già autore di diversi libri dedicati alla bicicletta e anche a Campagnolo:
Per scoprirne di più: https://www.campagnolo.com/IT/it/CampyWorld/Corporate/“con_le_ali_alle_ruote
Guido P. Rubino