29 apr 2020 – Incentivi, mobilità urbana? Se ne parla ed è tantissimo. Ci avreste pensato quattro mesi fa? Ecco, guardate dove siamo ora e prendiamone il bene che la situazione può portare.
Della necessità di una nuova cultura della mobilità urbana (!) ha preso atto anche Paola de Michele, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, che ha rilanciato le sollecitazioni di diversi deputati parlando di incentivi di 200 euro per l’acquisto di biciclette “anche a pedalata assistita” e monopattini, di un buono per servizi di mobilità condivisa oltre che di istituzione di bike lane e linee di arresto avanzate per le biciclette rispetto alle automobili.
La mobilità, al momento della riapertura (e ne avremo un piccolo assaggio già il 4 maggio e poi, ancora di più, il 18 maggio quando – si spera – ci saranno le condizioni per un allentamento maggiore delle misure restrittive) si troverà a confrontarsi con problemi rimandati da troppo tempo. Di revisione della mobilità urbana si parla da tempo, ma solo ora c’è l’urgenza di attuarla rapidamente. Alla riapertura i mezzi pubblici avranno capienza dimezzata per l’imposizione del distanziamento necessario, molti utenti li eviteranno a prescindere, proprio per la paura di possibili contagi e l’uso del mezzo privato rischia di far esplodere in un attimo strade e via già congestionate in tempi di traffico normale. Per non dire dei parcheggi che diventeranno un bene ancora più prezioso.
Incentivi?
La ricerca di alternative sarà per necessità e rischia di esserlo per disperazione.
Benvengano allora gli incentivi, soprattutto per le biciclette tradizionali che di elettriche la richiesta è già enorme: “addirittura supera l’offerta già da qualche anno” suggeriscono le aziende, un incentivo potrebbe spingere a un acquisto anticipato molte persone “drogando il mercato” e si rischia di avere poi una contrazione in seguito, mettono in guardi alcuni. Intanto è un modo per parlarne e, soprattutto, per provare, suggeriscono altri.
Bike lane
Bene anche la spinta verso delle bike lane che diano sicurezza a chi inizierà a pedalare, più perplessi verso l’uso che se ne vuole far fare anche a mezzi motorizzati, tricicli compresi. Sarà un incentivo, generale, alle due ruote, pur di scaricare le strade dalle quattro ruote che fanno traffico? Speriamo di considerarlo comunque temporaneo: le bike lane siano per le biciclette e basta. Confidiamo che i numeri possano dare la spinta definitiva in questo senso: se tanti prenderanno la bicicletta non si potrà che lavorare in questa direzione. Ma occorrerà anche pensare a dove lasciare le biciclette. Le aziende riusciranno a garantire degli spazi sicuri per i loro dipendenti che arriveranno in bicicletta e non vorranno lasciare in mezzo alla strada col rischio di non trovarla più? Per le e-bike un disincentivo è proprio la paura dei furti. Bisogna ragionarci in termini di sicurezza ma anche di assicurazioni e garanzie. Altrimenti l’entusiasmo rischierà di passare presto.
Mobility manager
L’istituzione di una figura, in sempre più aziende, che sia dedita a studiare le problematiche di spostamento dei dipendenti per trovare soluzioni economicamente efficaci può essere un passo avanti importante. Il mobility manager può dare suggerimenti all’azienda anche sugli orari migliori per capire e assecondare la mobilità più efficace oltre che studiare incentivi e concordare soluzioni più vantaggiose per tutti. Ad esempio può contrattare abbonamenti a prezzi favorevoli e magari con parte pure di sovvenzione aziendale. Le aziende che lo hanno sperimentato ne hanno registrato un guadagno quantificabile economicamente. Ecco, certe buone pratiche non sono una concessione ai dipendenti, ma un vantaggio per l’azienda ed è da questa prospettiva che deve essere visto il mobility manager.
Geografia della salute
Vivere in determinate zone urbane diventa un problema sanitario e non lo scopriamo oggi. La geografia della saluta parla proprio di malattie cui sono soggetti gli abitati di determinate zone particolarmente industrializzate e trafficate. Oltre a questo, la sedentarietà non aiuta ed è risaputo che l’attività sportiva porti a un rafforzamento delle difese immunitarie (intesa come pratica sportiva regolare e senza sfinirsi – altrimenti si incorre nel rischio opposto). Un incentivo alla mobilità ciclistica porterà, alla lunga, benefici anche in questa direzione e occorre tenerne conto anche quando si parla di sanità, aspettativa di vita e di assistenza della popolazione.
La spinta a utilizzare la bicicletta molto probabilmente arriverà anche “dal basso”, non solo come stimolo con degli incentivi. Un aumento della popolazione ciclistica evidenzierà una serie di necessità cui le amministrazioni comunali dovranno rispondere. E, a ben vedere, è meglio una dinamica di questo tipo che non solo la costruzione di piste ciclabili che altrimenti rischiano di restare poco frequentate se non dimenticate.
Facciamo convenire la bicicletta che il resto avverrà come conseguenza. Se necessario, sbirciamo anche quel che avviene all’estero. In nord Europa pedalano di più mica per masochismo, ma perché conviene anche dal punto di vista economico: alla comunità e al singolo.
E se qualcuno vi dovesse dire che non ne vale la pena o si fa troppa fatica potete sempre suggerirgli una bicicletta elettrica. Vi dice che non conviene e anche con l’incentivo costa troppo?
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Guido P. Rubino