19 giu 2020 – Mentre in Italia si sta andando verso un Giro a “porte aperte” e, proprio oggi, c’è stato un incontro tra i vertici della FCI, RCS e il Governo per stabilire la ripartenza delle gare in sicurezza, l’UCI ha elaborato un piano per la ripartenza che si rifà alle regole dei singoli paesi sulla situazione della pandemia. Ecco il protocollo come descritto nel comunicato della’Unione Ciclistica Internazionale:
L’Unione Ciclistica Internazionale (UCI) pubblica oggi il protocollo che specifica le procedure da seguire, in particolare in materia di salute e legate alla pandemia di coronavirus, in vista della riapertura della stagione ciclistica su strada. Come indicato il 5 maggio nell’annuncio dei calendari rivisti 2020 per l’UCI WorldTour e l’UCI Women’s WorldTour, questo documento, basato sul lavoro dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e di una task force internazionale istituita da World Athletics, è il risultato del lavoro collettivo di un gruppo di pilotaggio guidato dal Direttore Medico dell’UCI Professor Xavier Bigard e comprendente rappresentanti di corridori, squadre, medici e organizzatori di ciclismo, oltre a CPA Women e Katerina Nash nel suo ruolo di Presidente della Commissione Atleti dell’UCI. Il protocollo, adottato collettivamente dalle parti coinvolte, specifica in base al livello di gravità della situazione sanitaria, le misure obbligatorie, raccomandate e desiderate per i diversi giocatori (squadre, organizzatori, UCI). Queste istruzioni e raccomandazioni si applicano a tutte le gare su strada maschili e femminili iscritte al Calendario Internazionale UCI. Una versione adattata di queste azioni sarà presto stabilita per altre discipline, in particolare la mountain bike.
In primo luogo, l’UCI e i suoi partner del gruppo direttivo desiderano precisare che il protocollo:
- rimane dipendente dalle leggi e dalle misure locali e nazionali in vigore nei territori che ospitano gli eventi
- deve essere compreso come parte di un processo volto a ridurre il più possibile i rischi legati alla pandemia
- si applica principalmente alle squadre (atleti e entourage), dato che la gestione del pubblico – oltre che in alcuni spazi definiti (zone di partenza e di arrivo) – è di competenza delle autorità competenti
- sarà aggiornato in base all’evoluzione della situazione sanitaria mondiale e all’evoluzione dello stato del know-how scientifico.
Tre principi generali sono stati all’origine del protocollo di organizzazione dei concorsi.
Il primo è che ogni squadra (corridori, entourage, medici) deve formare una “bolla di squadra”. All’inizio della gara, le bolle di squadra si uniranno per formare una “bolla di gruppo” che deve rispettare le misure adottate.
La seconda si rivolge a tre livelli della pandemia, e varia a seconda della loro intensità:
- livello di rischio “moderato” che corrisponde alla fase 4 delle pandemie virali definite dall’OMS, con 20-50 casi di Covid-19 dichiarati a settimana ogni 100.000 abitanti
- livello di rischio “basso” (fase 3 dell’OMS o fase post-picco della pandemia, corrispondente a meno di 20 casi ogni 100.000 abitanti)
- livello di rischio “molto basso” (fase 1 e 2 dell’OMS o fase post-pandemica caratterizzata dall’assenza di casi per un periodo di 3-4 settimane).
Il terzo stabilisce misure considerate obbligatorie, raccomandate o desiderate, a seconda della gravità della situazione epidemiologica. Le misure obbligatorie comprendono in tutti i casi la nomina da parte dell’organizzatore del personale responsabile del protocollo alla manifestazione (un coordinatore COVID e un medico COVID), lo screening dei corridori da parte delle loro squadre (prima e durante le gare), l’adattamento da parte dell’organizzatore delle zone a rischio (iscrizione, zone di alimentazione, cerimonia di premiazione), e il rispetto del principio di prevenzione “bolla” da parte delle squadre al loro alloggio e durante il viaggio.
Le misure vengono poi attuate in base al momento della gara (azioni prima, durante e dopo la gara).
Prima della gara, in particolare con la nomina di un Coordinatore COVID che fa parte del Comitato Organizzatore, e l’applicazione di regole di alloggio negli alberghi che siano compatibili con il rispetto della “bolla” di squadra.
Anche nei giorni precedenti l’evento saranno attuate misure riguardanti, tra l’altro, una strategia di screening per i portatori del virus che siano essi stessi sani. Con i corridori e i membri dello staff che formano una bolla di squadra, è necessario verificare in anticipo l’assenza di portatori asintomatici e sani del virus. Le squadre devono quindi attuare un programma di test volto a individuare tutti i portatori del virus.
Durante la gara, i corridori seguiranno un protocollo di monitoraggio medico giornaliero. Saranno imposte misure di distanziamento sociale tra la bolla del gruppo e le bolle della squadra da un lato, e lo staff organizzativo, i media e il pubblico dall’altro. Nonostante tutte le misure di prevenzione, la gestione di un caso sospetto di COVID-19 durante la gara deve essere pianificata. In tal caso, il medico di squadra prende contatto diretto con il medico COVID dedicato dell’equipe medica dell’organizzatore; questo medico COVID indirizzerà il paziente verso il più vicino centro COVID o servizio specializzato. Le misure obbligatorie imposte in linea con le norme nazionali saranno applicate sia per i “casi sospetti” che per coloro che sono stati in stretto contatto con tale persona.
Tutte queste misure rappresentano semplicemente una rigorosa applicazione delle norme sanitarie in vigore nel paese, che a loro volta si basano sulle regole imposte dall’OMS. Gli organizzatori devono informare tutte le squadre partecipanti del protocollo dettagliato applicato dalle autorità sanitarie e specificare le condizioni di isolamento sanitario e l’identificazione di coloro che sono in contatto con il vettore.
Dopo la gara, le azioni riguardano principalmente un adattamento da parte degli organizzatori della cerimonia di premiazione. Infine, il protocollo relativo al personale antidoping (come nel caso degli ufficiali di gara) sarà di competenza dell’UCI.
Il presidente dell’UCI David Lappartient ha dichiarato: “Questo protocollo di istruzioni e raccomandazioni è fondamentale, soprattutto per le squadre e gli organizzatori, in vista della ripresa delle gare ciclistiche. Sono molto soddisfatto dello spirito di collaborazione tra i diversi membri del gruppo direttivo guidato dal Professor Bigard e del loro desiderio di trovare soluzioni efficaci che hanno permesso di produrre questo documento in poco più di un mese. Queste misure continuano a dipendere dalle leggi e dalle misure dei diversi paesi ospitanti e potrebbero dover essere adattate, ma questo protocollo è un altro passo verso il ritorno alla vita del nostro sport. Dopo l’annuncio dei calendari, abbiamo ora il quadro che permetterà ai corridori di correre di nuovo. Ora continueremo il nostro lavoro adattando questo protocollo di azioni per discipline diverse dalla strada, in particolare la mountain bike, la cui Coppa del Mondo UCI 2020 inizierà a settembre”.
Il documento di approfondimento dell’UCI è disponibile a questo link.
Redazione Cyclinside