Siamo alle porte dell’evento più bello della primavera: Eroica Montalcino. Di solito preparo il mio zaino con cura. Non manca mai un libro, un oggetto porta fortuna e qualcosa di rosa, il colore del ciclismo, dei ricordi, della maglia più amata. Mai come in questi ultimi mesi guardo la bicicletta con un occhio diverso. Ho iniziato la mia pedalata con Eroica tanti anni fa e per inclinazione o romanticismo ho sempre legato la bicicletta al passato, ai ricordi, agli affetti più cari. Quando ero piccolina avere una bicicletta voleva dire avere la libertà a portata di mano: essere indipendente negli spostamenti, idealmente poter scappare di casa… che concetto romantico dei ragazzi degli anni ottanta. Si sognava di scappare via immaginando di pedalare lontano, verso il mare o verso la montagna, senza una meta precisa. Avevo sempre sotto il sellino un fagottino di vecchio cotone a quadri marroni con il mastice e i cerchietti di Tip e Top che papà mi aveva insegnato a utilizzare qualora avessi forato lontano da casa. È un ricordo romantico, un’eredità leggera e pesante insieme che mi crea sempre un vuoto improvviso nel cuore. Perché se amo la bicicletta lo devo a mio padre.
In quest’ultimo anno ho avuto la grande fortuna di poter iniziare a seguire nuovi percorsi che mi hanno centrata rispetto a tanti temi che erano già miei ma che stavano lì, assopiti in una muta consapevolezza che non avevo ancora realizzato pienamente. Studiare, parlare e ragionare su economia circolare, mobilità sostenibile e su riciclo, mi hanno fatto capire che la bicicletta d’epoca, o vecchia se volete chiamarla così, è un mezzo potentissimo e moderno se messo in relazione proprio con questi concetti legati all’ambiente.
Non è una questione di conservazione di ciò che potrebbe essere invece gettato e sostituito. No, non è solo questo.
La bicicletta degli anni del dopoguerra fino agli anni ottanta è un mezzo che ha dato origine a un sistema di economia circolare, un flusso economico che non esisteva legato, anzi, saldato alla bicicletta.
L’economia circolare della bicicletta ha attivato un popolo intero di appassionati sparsi in tutto il mondo, e molti di loro domenica 28 maggio saranno a Montalcino. Non solo quei duemila che pedaleranno sulle bici in acciaio, pesantissime e bellissime, vestiti con maglie di lana, ghette strette con spille da balia e scarpini in cuoio liso. Ma tutti i curiosi e appassionati che passeggeranno nel Mercatino Eroico, un luogo magico e visionario che non esisteva prima. Un posto dove ti rendi conto che la bicicletta d’epoca ha generato un movimento di scambio di oggetti che sarebbero andati buttati: dai pezzi di ricambio delle bici alle maglie di lana vecchie e consunte… dove si troverebbero oggi se a Giancarlo Brocci nel 1997 non fosse venuta quell’idea balzana di pedalare su strade sterrate in memoria di un ciclismo che faceva solo parte della storia d’Italia?
E forse la scoperta vera è che è stata proprio la storia a incontrare l’economia moderna costruendo una nicchia in crescita intorno a un oggetto romantico fatto di due ruote, una catena, i fili dei freni esterni al manubrio, i pedali con la gabbietta, e i comandi del cambio sul tubo obliquo.
L’economia circolare, questo termine che definisce un concetto di economia dedicato al riuso di oggetti di utilità quotidiana, restituisce anche una delicata dignità alla bici d’epoca, le regala tempo alla sua vita già lunga, le cuce addosso quell’aura di preziosità che ogni uomo o donna appassionato di ciclismo storico scorge quando la accarezza, prima di montare in sella e pedalare.
Faccio lo stesso anche io quando sfioro il sellino della mia. Immagino chi l’ha pedalata e chi la pedalerà. Non verrà mai gettata nei rifiuti. Vivrà nel mio immaginario per sempre e magari tornerà in Toscana anche dopo di me. Lei è uno di quei mezzi potenti, modernissimi e capaci di far comprendere alle persone che la bellezza ha un cuore di acciaio immortale, in grado di far cambiare le persone, di influenzare un mondo.
Lei e quelle come lei, con quel fagottino stretto sotto la sella, con dentro un tubicino di mastice e due tip top.