Partiamo dalla fine. Per descrivere la Ciclostorica Puglia – una manifestazione per biciclette d’epoca che fa parte del Giro delle Regioni e si tiene a fine ottobre, nel cuore della Puglia più bella, incastonata tra il mare e la Valle D’Itria, partenza e arrivo da Polignano a mare – partiamo da lì.
fotografie ©Nicola Amato, Beppe Gernone, Liliana Fanelli e Saverio Strisciullo
Da quel Back Drop al traguardo,davanti al quale farsi immortalare in un modo un po’ retrò, vestiti d’epoca, il dito puntato verso l’alto in stile realismo sovietico, un ricordo fotografico che è un po’ l’equivalente della medaglia da finisher. Ecco, l’essenza della Ciclostorica Puglia – è tutta in quella gallery di foto impolverate, allegre, sudate, e in quella frase: io c’ero.
Sì, c’eravamo tutti, arrivati da ogni parte d’Italia, con le nostre biciclette antiche e sgangherate, le maglie sformate, bragoni e gonnelle.
C’era una nutrita delegazione dell’Eroica che di questa ciclostorica è amica e un po’ madrina, Guest Star Capitan Brocci, e poi Brocci junior e i suoi Broccini.
E c’eravamo noi nordici, un po’ storditi da quel sole e dal caldo, incerti se fosse solo un sogno e già pronti a volare, come nella famosa canzone che risuona in ogni vicolo e piazzetta di Polignano, colorando il bianco abbagliante delle chianche di blu (dipinto di blu), che solo qui poteva essere scritta.
In ognuno di quei ritratti, c’è tutta l’energia positiva, la gioia, l’allegria della bici, della Puglia, dell’amicizia. C’è il mare, quella luce che hanno solo qui, e se si sta attenti si sente anche il profumo dei panzerotti, da mangiare caldi, con la birra – rigorosamente Peroni – ghiacciata. C’è il cuore dei pugliesi, forte e gentile, che ti fa sentire a casa come nessun altro sa fare.
E c’è la bicicletta ovviamente, che ad ogni giro di ruota unisce e accomuna. Un modo di muoversi, di visitare, di stare insieme che è allo stesso tempo semplice gioia e scelta rivoluzionaria.
Ma nella Ciclostorica Puglia c’è anche molto di più
C’è l’attenzione all’ambiente e alla sostenibilità, che è di per sé già insita nella scelta del ciclismo storico, che nulla crea e nulla distrugge, ma ricicla, riusa e recupera. Tutto, anche spirito e sentimenti di epoche più lente e gentili. Rinforzata dalla decisione di limitare il numero di partecipanti a 150, il massimo perché sia sicura e sostenibile, perché sia una manifestazione che non invade, non calpesta, non disturba, ma al contrario, arricchisce.
E sostenibili sono i cartelli stradali, su legno riciclato; e i dorsali, pezzi unici da collezionare anno dopo anno, dipinti a mano su un antico tessuto in canapa grezza da Tommaso Squeo, eclettico pugliese prestato malvolentieri a Bologna.
C’è l’impegno civico di Marco che con la Fondazione Michele Scarponi https://www.fondazionemichelescarponi.com/ dedicata a suo fratello, campione vittima della strada, porta in giro per l’Italia la sua scuola di guida consapevole. E c’è l’inclusione di Stargate Universal Service e Aspassobike che fanno provare alle persone con disabilità la gioia del vento in faccia, proprio quella che si prova pedalando.
E ancora, c’è la cultura, che in Puglia assume mille forme diverse e ci mette del suo per attrarre e far innamorare chiunque passi di lì.
Cultura artistica e architettonica, che mentre pedaliamo incantati tra ulivi secolari e mare azzurro, ci tende un agguato con un improvvisato ristoro a base di focaccia barese per poi sorprenderci con un’inaspettata visita guidata alla chiesetta rupestre dello Spirito Santo nelle campagne attorno a Monopoli, una costruzione ipogea risalente al XIII secolo aperta apposta per noi.
Cultura musicale: quando, durante la conferenza stampa un ciclista si è avvicinato al pianista e ha improvvisamente iniziato a cantare con una meravigliosa voce da tenore siamo rimasti sorpresi e affascinati, per poi scoprire che era un vero e proprio concerto lirico e lui era il tenore svedese Bo Schunnesson che ha voluto iniziare il concerto con un flash mob e ha poi continuato (in smoking) con il pianista Emanuele Modugno, le soprano Lia Palmisano e Miriam Spano, lasciando che le suggestive melodie di antiche canzoni napoletane si diffondessero per il centro storico di Polignano.
Cultura letteraria, con la premiazione del concorso il Bicicletterario, il cui nome è già tutto un programma.
Tra divertimento e impegno
E anche se la partenza, dal ponte borbonico, era più simile a una festa di paese, tutti a sbracciarci e abbracciarci, in una babele di accenti intrecciati, e cercare di stare tutti dentro alla cornice per la foto, in due, in cinque in venti, che più si è meglio è.
E anche se la pedalata con quel sole e quell’aria, e quella luce e quei ristori è stata gioia pura, spensierata e un po’ infantile, quella dei giochi con gli amici nelle giornate di festa che sembrano non voler finire, di scorribande e libertà, chilometri – non importa se 110 o 55, pedalati piano o forte, chiacchierando sempre e ridendo tanto, lasciando a casa i pensieri, almeno per un po’.
E anche se all’arrivo quell’euforia è continuata, alimentata da panzerotti e orecchiette e nodini e birra a volontà e nella luce rosa del tramonto, con l’aria che rinfrescava quell’estate tardiva, non la finivamo più di ballare e cantare a squarciagola e ridere, tra una gara di ballo e una di lentezza, tra un brindisi e un coro e la musica dal vivo.
Allora quel “io c’ero” non è stato soltanto il puro piacere di essere lì, di vivere momenti bellissimi, di ritrovarsi e condividere piccoli istanti di fuggevole felicità. Contiene anche una scelta di campo, un impegno per un turismo di qualità, che rispetti i territori, valorizzandoli e non consumandoli, lasciando impronte leggere, come quando si sta in piedi sui pedali.
E grazie a Bepi Arrivo, Daniela, a tutti i volontari, e a tutti quelli che hanno contribuito a regalarci una giornata così bella e allo stesso tempo così ricca di significati.
E la focaccia barese era buonissima.
Galleria fotografica
Brava Alberta!