La signora rosso vestita scivola via per le strade di Foligno. La bicicletta fa un rumore regolare, dà ritmo al silenzio e tra le mura antiche si potrebbe pensare di essere stati risucchiati indietro, anni cinquanta. Tacco e cappello.
Sferraglia un po’ davanti alla chiesa sbarrata dopo il dì di festa, prosegue leggera verso Piazza della Repubblica. Il ritmo accelera, diventa ricordo pulsante.
Solo due giorni fa la Francescana è passata di qui con i suoi ritmi lenti e incalzanti, attraversando le epoche dal Charleston alla disco music in piazza, fino al pedalare tranquillo tra sentieri e ristori.
Sabato e domenica di fine settembre l’appuntamento è fisso. La nona edizione ha contato quasi mille iscritti, pochi meno al via della domenica che ha scoraggiato, con un diluvio intempestivo alla partenza della ciclostorica umbra.
Erano lì in tantissimi, stavolta sì a unire le epoche a pedali. Dalle bici anni venti, compresi tre bicicli, alle più “moderne” signore degli anni 80. Tutte in acciaio, qualche alluminio, niente carbonio, come da regolamento eroico.
La Francescana parte da Foligno e si perde per l’Umbria più bella e l’orologio che rallenta non è rotto, anzi a un certo punto si ferma, poi inizia ad andare indietro verso gli anni Cinquanta e poi ancora di più. Le biciclette vanno avanti mentre il tempo va a ritroso, al sabato arriva addirittura ai primi del Novecento e il cielo si fa bianco e nero di nuvole indecise.
Galleria fotografica
L’antico velodromo
Un evento nell’evento l’inaugurazione della targa nel velodromo dei Canapè. Nel 1925 qui ci vinse Girardengo poi, nel tempo, è diventato piazza e punto di ritrovo.
Invece al sabato de La Francescana è rinato alle biciclette di quelle storie di primo Novecento, con tanto di contorno retrò per il pubblico presente e per la zona di arrivo.
La nuova UVI (l’Unione Velocipedistica Italiana era l’antenata dell’attuale Federazione) ha organizzato delle gare simboliche e le signore che applaudivano dalle panchine di pietra poste sul circuito.
Orologi impazziti, che giocavano col calendario: un salto negli anni Ottanta nella piazza centrale. La Francescana coinvolge e chiama a raccolta Foligno e dintorni, ritmi disco e specchietti con luci psichedeliche sparate su fino a Palazzo Trinci, fino a mezzanotte.
L’ora del buio ha richiamato al silenzio, San Francesco ha fatto la sua prima conversione, è tornato da oltremare e ha iniziato a predicare nelle strade silenziose che diluiscono il vociare dei ciclisti.
È tempo di pedalare da una Foligno che rinfresca i ciclisti con l’acqua ma non li spaventa.
Un tintinnare di campanelli e catene che battono sull’acciaio.
Galleria fotografica
Donne eleganti e maglie di lana si confondono nei colori delle mantelline che bucano il grigio del cielo. Vinceranno loro perché il sole non sarebbe più mancato su una Francescana abituata ai miracoli. Riti pagani ai ristori, libagioni e ogni ben di… sì, non mancava niente. Poi salite e strade bianche per espiare sulla scia di Francesco che si fa santo e povero più forte che mai.
La Francescana ha celebrato il suo rito e allargato la visione portando anche alle pedalate moderne del sabato e a quelle dedicate ai bambini.
Qualcuno c’è venuto da Belgio e Francia, solo per questo evento. Altri hanno approfittato di una settimana santa che si conclude con l’Eroica del prossimo week end.
Certi saluti sono sempre un arrivederci. Anche perché la Francescana, nel suo percorso permanente, vive tutto l’anno.
Per chi volesse saperne di più e avere anche le tracce del percorso, il sito di riferimento è quello ufficiale: https://lafrancescana.it/