Gaiole, il paese de L’Eroica, è un borgo con poco più di 2000 abitanti adagiato sulla strada che collega il Chianti al Valdarno dove una moltitudine di gente dal 1997, continua a darsi appuntamento ogni primo fine settimana di ottobre, vestita con abiti del secolo scorso, con al seguito una bicicletta troppo pesante per i tempi moderni.
Si arriva a Gaiole in Chianti attraverso una strada alberata fatta di querce e vigneti, piena di curve e pareti di terra e macchia verde e ciottoli ai bordi dell’asfalto un poco consumato. Questo piccolo paese, distrutto e ricostruito nel corso del tempo, non ha quei tratti medievali propri di altri borghi, nessuna cinta muraria come quelli più a sud della provincia di Siena. Insomma Gaiole in Chianti, a prima vista, lascia tutti un po’ perplessi: venendo da Siena, dopo aver incontrato la via che porta al Castello di Brolio e poi la derivazione del Molinlungo, si incontra sulla destra il distributore fuori dal centro abitato, poi un edificio azzurro un po’ dismesso alla sinistra, il consorzio agrario e poi un lungo capannone con uno sterro largo per i parcheggi proprio di fronte il campo sportivo trasformato in camping.
Alzato lo sguardo trovate una strada stretta un po’ in salita e poi a sinistra un senso unico che è di fatto il vicolo per entrare nel centro abitato. Se siete nei giorni de L’Eroica allora vedrete quello che solo chi ha giocato con le palline dei ciclisti sulla spiaggia avrà visto apparire nello specchio opaco e consumato di quelle biglie o nei tappini a corona da colpire con la schicchera delle dita, quel suono sordo che produce il medio sdrucciolando sulla punta del pollice.
Una visione surreale di una moltitudine di persone che vociano, sorridono, si salutano e spingono biciclette o pedalano lentamente a dritta, verso il piazzale del mercatino eroico e sullo sfondo un caseggiato lungo e bruno, come le foglie dei platani in autunno. Lì sotto, scivolando lo sguardo verso la discesa dolce che arriva fino al Gallo Nero, e poi più in fondo la chiesa di San Sigismondo, ne camminano a gruppi numerosi, in un verso e in un altro. E poi quel rumore di freni e catene e scatti e ruote che baciano l’asfalto e la stradina sterrata del ponticello che conduce a Casa Eroica nelle Ex Cantine Ricasoli, il quartier generale dove si ritirano buste tecniche e ci si prepara a pedalare.
9000 da tutto il mondo per la XXVI edizione de L’Eroica
Oggi, a distanza di diversi anni, i numeri delle persone che visitano ogni anno, da 26 anni questo angolo remoto della Toscana, sono sensibilmente cambiati anche se Gaiole resta un paese che Giancarlo Brocci, colui che ha deciso che i sogni dovevano far parte del mondo reale, descrive fin troppo bene come un borgo sopravvissuto in un’area depressa e lontana dalle maggiori vie di comunicazione, dove la misura della lenta crescita del benessere rispetto al resto del mondo era determinata dalla poca presenza dell’asfalto e una moltitudine di strade sterrate che non facevano altro che mettere in evidenza la modestia del luogo.
Eppure, proprio grazie a quei preziosi sterri, quest’anno saranno in 9000 a pedalare. E le persone che arrivano a Gaiole lo fanno attraversando continenti interi. In questo preciso momento qualcuno si sarà già messo in cammino perché arrivare dalla Nuova Zelanda o dall’Australia o dal Giappone prevede un viaggio lunghissimo e faticoso. E sembra impossibile che ogni anno a Gaiole riescano tutti ad entrare in questo piccolo lembo di terra con una manciata di case, stipati nella piazza del Comune sotto l’albergo Paradiso: migliaia di persone che attendono di pedalare per quei 5 percorsi che attraversano 300 e più chilometri di bellezza e di fatica.
La settimana santa tra La Francescana e L’Eroica
Gli eroici di Gaiole in Chianti sono viandanti a pedali che si spostano da 40 e più paesi diversi per quella che ormai viene definita la “settimana santa”, lì dove quell’aggettivo non ha nulla di blasfemo. La settimana santa nel ciclismo è nota per identificare quel lasso di tempo che intercorre tra la domenica del Giro delle Fiandre e quella successiva della Parigi-Roubaix e qui, nella terra del ciclismo storico, l’evento che precede L’Eroica di Gaiole in Chianti è La Francescana, la ciclostorica di Foligno, uno dei tanti appuntamenti nati come costola spirituale de L’Eroica.
Perché oltre a tutti i meriti che possono essere ricondotti a Giancarlo Brocci, primo su tutti l’aver partorito l’idea delle strade bianche, un altro grande effetto è stato quello di aver dato vita a un movimento che si è animato di vita propria, generando piccoli appuntamenti di qualità che stanno rigenerando territori e paesi di questa nostra bella Italia. Quindi, nel nostro linguaggio eroico, quell’aggettivo assume il significato di qualcosa di prezioso e benedetto perché è l’eredità di un’idea che sta cambiando il mondo della bicicletta e facendo scuola al ciclismo moderno, riportando nel presente i valori del passato, moltiplicandoli.
Come si può definire tutto ciò se non qualcosa di santo?
D’altra parte la definizione è questa: santo è ciò che in ogni suo atto o manifestazione è conforme alle leggi morali quindi giusto, pio, retto, puro.
Come L’Eroica.