27 feb 2018 – Sembra un paradosso ma forse la smania di restare a secco che ci hanno trasmesso gli smartphone moderni porta molti utenti a cercare di ricaricare appena possibile le batterie dei gruppi elettronici. Ecco: non si fa. Alla lunga si accorcia la vita della batteria e anche se il sistema evita sovraccarichi la batteria è meglio farla lavorare per quel che è stata progettata. Che non vuol dire lasciarla scaricare finché non si rimane a piedi ma, semplicemente, usarla per un tempo giusto in cui, assicurano le aziende, ma è anche esperienza comune, non si corre alcun rischio di rimanere a piedi.
I gruppi elettronici prevedono tutti un avviso di batteria quasi scarica. E con quell’avviso è possibile fare, molto probabilmente (dipende dallo stato della batteria e dall’uso, ovviamente) un’intera uscita senza problemi.
Come si traduce questo nella pratica? Semplice: basta usare la batteria per il tempo utile per cui è progettata. In soldoni si traduce in un utilizzo medi di almeno un mese anche per il ciclista più assiduo e da lunga distanza. Come detto, poi, c’è modo di verificare lo stato di carica. Ma state pur tranquilli che almeno per mille chilometri, anche cambiando ogni cento metri, non avrete problemi. Non facciamoci prendere dalla “sindrome da ricarica” che spesso sentiamo nell’utilizzo degli smartphone. Qui, non è davvero il caso e l’esperienza, anche se non detta ufficialmente, va proprio in questa direzione. E qualche meccanico dei pro’, si dice in gruppo, tende a esagerare un po’ causando qualche problema.
In ogni caso, se proprio volete essere prudenti e non rischiare di rimanere a piedi… leggete qui:
>>> Sistemi elettronici e ricarica d’emergenza
RC