29 mar 2016 – Come ve lo immaginate il futuro dei gruppi elettronici? Wireless, la risposta è facile dopo quanto ha fatto vedere lo scorso anno Sram. E in effetti il wireless ha l’indubbio vantaggio della praticità: si monta semplicemente “applicando” i vari componenti al telaio della bicicletta e il gioco è fatto. Nessun cavo da far passare, in maniera più o meno complicata, all’interno del telaio.
Poi ci sono le potenzialità presentate da Campagnolo interfacciando il sistema direttamente con uno smartphone. Non che negli altri sistemi non si possa fare, ma certamente questo rende il tutto dicisamente alla portata dell’utente finale. Non servono software da installare sul computer né un collegamento fisico tra bicicletta e comptuer. Avviene tutto via wireless, anche qui.
Un’alternativa al wireless, però, che potrebbe piacere ancora di più agli utenti, è un sistema senza batteria. Benché le batterie dei sistemi elettronici durino anche per migliaia di chilometri, c’è sempre qualcuno che si dimentica di ricaricare e quando se ne ricorda… è troppo tardi. E sì che per la maggior parte degli utenti una ricarica potrebbe essere sufficiente per un mese e più di pedalate. Non si ha a che fare con un cellulare che fatica ad arrivare a fine giornata. E allora c’è chi sta ragionando su un sistema che possa autoricaricarsi quel tanto che basti per tenersi sempre attivo in maniera virtualmente infinita. A ben pensarci non serve neanche tanto. La quantità di energia assorbita, con tutte le ottimizzazioni, è davvero minima. Basta un sistema elettromagnetico posizionato nel posto giusto (anche nelle rotelline del cambio, ad esempio) per recuperare la carica necessaria a tenere il tutto perfettamente efficiente.
Chiaro che un sistema del genere dovrà prevedere necessariamente dei fili per trasportare l’energia a tutti i componenti. Ma si direbbe che la cosa possa essere più gradita agli utenti di un sistema senza fili (certamente più gradito ai meccanici). E voi che ne dite?
GR
qualcuno magari ci penserà o ci ha già pensato.
ciò potrebbe comportare anche una riduzione delle dimensioni delle batterie (visto che l’autonomia richiesta si potrebbe ridurre considerevolmente).
sram con l’etap secondo me ha realizzato il gruppo per bdc (quasi) perfetto.
proprio in virtù della tecnologia wireless.
onestamente non so se l’utente medio rinuncerebbe all’idea di non dover vedere (o sapere che ci sono) dei fili che vanno da una parte all’altra del telaio pur di non avere più il pensiero della ricarica…
io personalmente preferirei un gruppo wireless (e presto lo acquisterò).
Secondo me bisognerebbe cominciare a studiare qualche sistema di recupero energia.
Un sistema “sempre in presa” per quanto poco avrebbe un attrito di trascinamento, forse potrebbe essere accettabile per un cicloturista, non certo per uno sportivo (anche non agonista).
Tutte le volte in cui si frena (e in discesa lo si fa tanto) è tutta energia buttata via: basterebbe un qualche sistema che vada a innestare una dinamo solo quando si pinzano i freni, o qualcosa del genere: non dovrebbe essere complicato, e l’energia recuperata sarebbe più che sufficiente, visto che in questo caso non ci sarebbe bisogno di minimizzare gli attriti: anzi, ben venga, tutto sforzo risparmiato ai freni!
Penso che sistema migliore sarà quello di tre dinamo abbinate ai sistemi rotatori ed in relazione a ciò ripensare le batterie da caricare perché quelle attuali richiedono un amperaggio nettamente maggiore di quelli disponibile con i sistemi attuali. Quindi dinamo anche nel mozzo posteriore e nella scatola del movimento centrale ( cui verranno connessi i pedali) ed un telaio ad hoc alla portata economica di tutti. Sennò che senso ha il concetto di mobilità alternativa ecologica … ?