25 ott 2019 – “I microfoni schierati come fucili”. La descrizione perfetta è di Stefano Rizzato, cantore del ciclismo in TV che aveva reso lettarale il sentimento di quel giorno: Madonna di Campiglio, 5 giugno 1999, il giorno in cui quei fucili, a detta di chi era vicino al campione di Cesenatico, fecero fuoco per lasciarlo morire lentamente, cinque anni più tardi.
È proprio da qui che è ripartita l’inchiesta delle Iene.
Dobbiamo dirlo, avevamo acceso la televisione con scetticismo. Il programma, in passato, ha fatto inchieste discutibili per metodologie. Con Pantani in troppi sono scivolati nel sensazionalismo a tutti i costi, cavalcando la notizia.
Non è stato così, ci è parso, il servizio delle Iene. Meticolosità e attenzione in molti particolari: è davvero morto suicida Pantani? La sua famiglia si è sempre detta convinta del contrario, le testimonianze riportate in tv fanno pensare. Il giudice ha chiuso ill caso o è il caso di riaprirlo?
Di sicuro restano delle ombre, un cannibalismo mediatico che ha portato, a prescindere da giri poco chiari, a opprimere un uomo che si è trovato addosso quel mondo enorme che aveva dominato e che pensava ancora di poter dominare. Fino a restarne schiacciato.
A prescindere dall’idea che vi siate fatti sulla vicenda vale la pena dare un’occhiata all’inchiesta de Le Iene. L’unica critica, non da poco, che ci sentiamo di fare, è l’indugiare troppo sul corpo di Pantani nell’albergo. Ecco, quello, per rispetto alla persona, all’uomo prima che al campione, alla sua famiglia e ai suoi tifosi, si poteva proprio evitare. Non è il macabro che dà qualche telespettatore in più. Peccato, la consideriamo un’occasione persa.
Ecco il link per rivedere il servizio
GR