Volatona nella tappa fino ad ora più veloce del Tour de France. Per chi pensa sia stata facile come tappa di volata, diciamo subito che i corridori sono andati a più di 48 all’ora di media. Avrà pure aiutato il vento, ma soprattutto l’evoluzione tattica della corsa.
È Cavendish a piazzare la ruota davanti a tutti tra spallatone e piccole sbandate, ma non c’è fallo, solo forza. Fantastico Cannonball!
Da Tours a Chateauroux altimetria tranquilla, da volata e da fughe. Ma non è stata una tappa ovvia: sin da subito i corridori si sono sparati a velocità folle. Succede spesso quando si segue la logica della fuga telecomandata fino ai chilometri finali. In fuga ci vogliono andare tutti e sono botte da orbi per la selezione.
Metteteci che in questa settima tappa nella prima fuga ci si è infilato un volpone come Kasper Asgreen che, però, in classifica è troppo vicino per lasciarlo andare così senza dargli peso.
Tutto da rifare allora, ma prima da andare a prendere con una media di tutto rispetto.
Il turno buono è quello di Greg van Avermaet e poi (perché ha raggiunto il campione olimpico dopo un po’ di chilometri) Roger Kluge. Bella vetrina per un campione e per una squadra che ha perso Caleb Ewan dopo la caduta – e conseguente rottura della clavicola – della tappa dei disastri.
Altra storia, altra volata con il treno della Deceunink Quick Step a prendere in mano la situazione a 13 chilometri dal traguardo, giusto appena si è tolto da davanti l’inossidabile Tim Declerq (ringraziato platealmente da Mark Cavendish per il solito lavorone fatto: segno di ottima condizione anche per l’inglese). Andatura da spingere forte fino all’ultimo perché quel volpone di Van Avermaet non ha venduto a poco prezzo la pelle. La sua fuga, in compagnia di Kluge, è terminata solo ai meno 2,5 dall’arrivo.
1 lug 2021 – Riproduzione riservata – Redazione Cyclinside