18 nov 2018 – Dalle montagne alla costa, dalla campagna ai sentieri. Dalle strade bianche dell’Eroica allo sci (o alla pedalata sul passo) dell’Abetone, passando per il rafting sull’Arno. La Toscana nello scorso mese di ottobre si è mostrata al mondo come una vera miniera di attività outdoor, ospitando l’Adventure Travel World Summit 2018, un evento diffuso nelle migliori strutture ricettive e termali di Montecatini Terme che rappresenta lo status quo di tutto il comparto, essendo organizzato dall’associazione più antica e rappresentativa fra operatori e autorità coinvolte nelle attività all’aria aperta.
Attività che bene o male sfociano nei più disparati sport: una “parola magica” al di fuori della passione che, nelle varie forme, è da tempo ormai identificato con un driver per la crescita economica, ed è inserito nei settori del turismo, della salute e dei trasporti. Questo significa che può aiutare specifici settori economici a crescere o, più semplicemente, aiuta piccole comunità rurali ad affrontare la sopravvivenza nell’epoca del cosiddetto “spopolamento delle aree interne”. Quando emergono insomma i dati nazionali già confortanti di TTG Travel Experience che quantifica la chiffre d’affaire dell’outdoor a quota di 5 miliardi in Italia con una prevista crescita di 1,3% per il 2019, significa che stiamo parlando di qualcosa di veramente interessante.
Ed è su questo comparto che ha scelto di scommettere l’ente del turismo toscano, annunciando a giugno, al momento della presentazione di quest’evento, che attualmente si stava già parlando di un business reale nell’intorno dei 300 milioni annui, tuttavia con grandi margini di crescita negli anni a venire.
CAMBIO DI PARADIGMA – Da un lato il potenziale reale di una terra che, a detta dell’assessore regionale Stefano Ciuoffo, “può parlare di turismo avventura in modo più completo rispetto ad altre regioni, facendo provare esperienze sempre più ricercate in tanti luoghi e modalità nuove”. Eppure oggi la Toscana è conosciuta principalmente per la sua grande attrattività nelle città d’arte come Firenze, Pisa, Siena e i tanti paesi con grande richiamo storico e architettonico. E, non da meno, per le coste e l’arcipelago. Ma l’obiettivo della regione di Dante alla convention mondiale dell’ATTA era quello di iniziare a far percepire non più come interessanti solo le location più note e le esperienze più scontate (legate all’industria del vino, del food e della moda principalmente). comunicando al mondo del turismo outdoor che la Toscana è perfetta praticamente per ogni attività degli adventure travel, avendo la fortuna di ospitare una gran varietà di tipi di paesaggio e di risorse naturali.
Ridisegnare la cartina geografica delle attrazioni per il variegato mondo del turista outdoor significa ad esempio proporre anche binomi insoliti, come il sopra accennato rafting in Arno, allo scopo di decongestionare le città dal cosiddetto “overtourism” e offrire una seconda chance anche alle aree rurali che meritano di essere visitate e rivalutate proprio grazie alle attività outdoor, fra le quali il ciclismo si propone come una delle migliori alternative. Grazie alle infinite “strade bianche” e a tantissimi percorsi Mtb c’è da dire che l’offerta è già particolarmente ampia dalla costa alle regione più montuose, mentre per quel che riguarda la bici da strada e il cicloturismo, al di là di percorsi già noti (e non solo la “solita” Via Francigena) c’è tuttavia ancora molto da costruire.
Alex D’Agosta
Twitter: @alexdagosta