SOULBIKE – THE ANDES TRAIL
Un’idea nata per raccogliere fondi e scoprire terre lontane. È così che due amici mollano tutto per pedalare 15.000 chilometri in bicicletta attraverso il Sud America. E la beneficienza? Semplice: l’obiettivo è raccogliere 1 Euro per ogni chilometro pedalato per sostenere piccole realtà locali
Sono due ciclo-viaggiatori, Francesco e Giovanni, due amici che sono partiti da Bucaramanga in Colombia il 25 gennaio scorso con le loro biciclette per un’avventura incredibile di oltre 15.000 chilometri. Dalla Colombia attraverseranno Ecuador, Perù, Bolivia, Cile e Argentina (più di 130.000 metri di dislivello) in un tempo stimato di circa 8 mesi. Armati di tenda, sacco a pelo e fornello per cucinare, i due raggiungeranno luoghi unici al mondo con l’obiettivo di raccogliere fondi per piccole realtà locali attraverso una campagna di crowdfunding.
In bicicletta durante il giorno e in tenda nella notte, taglieranno il Sud America da nord a sud. Un progetto di raccolta fondi per sostenere realtà locali con un’impronta green verso il futuro. Una modalità di condivisione vera, sincera, che vuole fare divertire e trasmettere energia e passione.
Con questo progetto desiderano trasformare un ciclo viaggio estremo in un’occasione per sostenere tre realtà: Soulfoodforestafarms per supportare l’ambiente e piantumare alberi a Milano; La Cordillera Experience per offrire un’opportunità lavorativa ai giovani di una comunità locale boliviana a Peñas e L’Alveare che dice sì per creare una rete di persone che abbia voglia di scegliere in modo critico ciò che consuma.
Francesco Lonardo e Giovanni Caivano, 27 anni, amici d’infanzia e appassionati di viaggi in bici, hanno lasciato il loro lavoro a Milano per vivere questo viaggio e raggiungere in bicicletta la città più a sud del mondo. I due sono spinti dalla curiosità di luoghi sconosciuti e dalla voglia di cambiare la classica routine cittadina, ma con questo viaggio vogliono supportare realtà a loro vicine per passare un messaggio green a chi li segue.
L’obbiettivo che Francesco e Giovanni si sono posti è raccogliere 1 Euro per ogni chilometro percorso, ripartendo tutto il ricavato nelle realtà sopracitate. Supportali anche tu!
Campagna di crowdfunding per supportare il progetto: cliccare qui
Come seguire il viaggio su Instagram: www.instagram.com/soulbikeexp/
Prima parte
SUDAMERICA, ECCO ARRIVATI. ANZI PARTITI.
Inizia dalla Colombia la prima puntata di un viaggio in bici dei nostri due protagonisti alla scoperta di un continente affascinante e dalle mille attrazioni.
Arriviamo a Bucaramanga, città nel nord della Colombia, imponente e trafficata, dopo quasi 24 ore di viaggio aereo. Valigie stranamente aperte e cambi aerei impossibili da prendere in orario, non rovinano il nostro spirito. Al contrario siamo assolutamente sbigottiti sin dai primi minuti dalla natura e dal contesto completamente nuovo in cui ci troviamo.
Rimaniamo ospitati a Bucaramanga da un amico, Riccardo nonché ristoratore italiano presso “Apprendista Bucaramanga”.
Il passaggio dalla confortevole Milano a una vita molto più rustica é quindi graduale, e cominciamo a pedalare dopo 4 giorni. Ne approfittiamo infatti per formare delle basi su cultura, lingua, cibarie e tipologie di persone che potremo incontrare. Grazie all’aiuto di Riccardo, e dei ragazzi di Apprendista possiamo partire con informazioni preziose, organizzare le borse delle bici, montare le ultime con tutta tranquillità e godere di ottimo cibo e compagnia.
Pedalare con 45kg di bici non é facile, anzi. I primi giorni di sterrato in salita si fanno subito impegnativi e polverosi. Ci stiamo ambientando, la vita in tenda che conosciamo bene dalle nostre esperienze passate è comunque diversa. Qui in Colombia, soprattutto nelle strade poco trafficate che percorriamo, non ci sono ostelli o punti di appoggio turistici. Pertanto decidiamo di chiedere ai “don” (padroni di possedimenti terrieri) delle varie fattorie, o ai proprietari di piccoli negozietti stile minimarket milanesi chiamati “tiendas”, per poter montare la tenda e campeggiare in sicurezza e senza incomodare nessuno.
Sebbene ci abbiano avvertito molteplici volte sulla pericolosità di luoghi, animali e soprattutto persone qui in Colombia, ci ritroviamo ben presto smentiti da innumerevoli incontri con persone fantastiche. Questi, sebbene posseggano veramente poco in termini economici, condividono tutto con noi: dallo spazio per la tenda alla colazione a base di “caldo di papas” (zuppa di patate) e “tamales” (riso, carne e ceci involtolato in una foglia di platano). Siamo piacevolmente colpiti da tutta questa generosità e ci ritroviamo a ricambiare l’ospitalità concessaci con monete italiane, acquarelli e canzoni suonate con la chitarra.
Sì, oltre a pedalare una media di 60km al giorno con quasi 1000 m di dislivello positivo, seguire il profilo social che abbiamo costruito, mangiare e conversare con le persone che incontriamo, ci proponiamo inoltre di unire l’arte e altre nostre passioni al viaggio.
Entrambi abbiamo un diario di bordo “old style” carta e penna, dove oltre a scarabocchi e pensieri raccogliamo ricette, luoghi e dediche delle persone che incontriamo. Fra fa schizzi dei paesaggi che vede e li dipinge con acquerelli sempre a portata, Gio compra a Bogotà un guitalele con cui intrattiene le persone che incontriamo durante la via.
Tra i mille profili incontriamo il ristoratore che ci fa assaggiare le varie leccornie tipiche colombiane, “l’abuela” che ci prepara lenticchie e riso in mezzo ai pascoli e ragazzi coetanei che ci portano a visitare il centro dei vari pueblos locali e ci fanno gustare la vita notturna colombiana.
tiamo diventando sempre più parte integrante del contesto in cui viviamo, cuciniamo cibi locali con tanto di oggettistica tipica regalatoci (ad esempio le arepas o il chocolate con “jarra y molinillo”) fino ad emozionarci ogni volta che salutiamo coloro che ci ospitano.
Abbiamo comunque creato, anche in giornate che sono sempre diverse per l’80% del tempo, una nostra routine.
La mattina per le 7 ci svegliamo e facciamo colazione con ciò che abbiamo, solitamente pane e crema di manì (burro di arachidi) o della frutta. Dopo aver “disarmato” la tenda lasciandola asciugare al sole, ed aver rimontato le bici con le borse ben cariche (ringraziamo la stazione delle biciclette Milano), ci rimettiamo in moto carichi e vestiti (un grazie infinito a Biotex) e protetti dai nostri caschi, i più comodi mai avuti (grazie a voi di Kask).
Verso le 12 cominciamo a cercare un posto dove “almuersare” (pranzare). Solitamente un “corrientazo” da 15.000 pesos, più o meno 3€ a testa. Piatto completo composto da un primo a base di di zuppa o brodo, un secondo composto da riso, una proteína animale e una vegetale accompagnato da un’insalata. Il tutto con jugo o limonata da bere.
Pausa social nell’ora seguente, dove postiamo stories regolarmente su IG su @soulbikeexp, per poi riprendere a pedalare, quasi sempre circondati da paesaggi sempre diversi e assolutamente meravigliosi.
Per le 5 cominciamo a chiedere alle fincas (fattorie) se possiamo disturbare la loro quotidianità rubando per la notte uno spazio di circa 5×4 m dove poter campeggiare.
Tutti i giorni troviamo posti e persone diverse, con le quali condividiamo tutto fino all’ora del sonno.
É passato più di un mese e abbiamo conosciuto persone straordinarie, fatto esperienze culturali e culinarie uniche, visto animali e modi di vivere contrastanti e tutti sempre particolarissimi. La vita di un cicloviaggiatore con il nostro stile é così, non si sa mai cosa c’è alla prossima curva, o dove ci si accampa la prossima notte o cosa si mangerà nella nostra piccola cucina portatile (Trangia). Ma il brio di cercare, trovare, condividere é unico e ci ha portato felicità e bellissime esperienze fino ad ora!
In questo momento siamo a 5km da Popayán, capitale del departamento del Cauca, penultimo prima di sconfinare in Equador. Per ora sulle gambe abbiamo accumulato 1300 km con 23.000 m di dislivello positivo. In una stima di 2 settimane saremo in Equador!