di Maurizio Coccia
Sregolata e indisciplinata, fuori dai programmi, dagli orari e dalla durata definita; in un certo senso illegale. Proprio come un rave, appunto: Rave SLR è il nome dell’ultima arrivata in Casa Wilier, bicicletta che si stacca da quella immagine di marca che vuole Wilier come marchio “istituzionale”, fedele ai canoni e alle tradizioni del ciclismo (in particolare stradistico), ai suoi dettami, alle sue regole.
Rave SLR è una gravel che esce oggi, è una gravel capace di far tanto, e in queste prime pedalate che abbiamo avuto l’occasione di farci lo abbiamo intuito abbastanza. Seguirà un test più approfondito, durante il quale metteremo alla prova questa full carbon sia sullo sterrato che sull’asfalto.
Del resto non si potrebbe fare e aspettare altro da una gravel; con l’aggiunta che in questa fattispecie è il produttore stesso a proporre di serie questo nuovo modello sia con un set up gravel (ed è quello che è stato spedito a noi), sia con un set up “road”.
Rave SLR, nello specifico, è bici che si può far rientrare in quel segmento che da tanti produttori è stato codificato con il termine “gravel race”, ovvero una gravel pensata, strutturata e configurata anche e soprattutto per cimentarsi nelle competizioni di questa disciplina a metà strada tra l’asfalto e il fuoristrada
Con la Rave SLR, ad esempio, il prossimo 15 ottobre quattro corridori della Astana si cimenteranno nella Serenissima Gravel, prima manifestazione professionistica gravel che in 127 chilometri di percorsi gravel unirà Lido di Jesolo (VE) a Piazzola sul Brenta (PD).
A proposito di “prof”: sempre la Rave SLR esce dagli stabilimenti Wilier già con il bollino di conformità Uci, lo stesso che appare sulle bici dei professionisti da qualche anno, ovvero da quando le bici che partecipano a competizioni World Tour sono tenute ad avere questa ulteriore certificazione di conformità rilasciata dal “governo internazionale del ciclismo agonistico”. In pratica, se l’Uci ha da qualche tempo annunciato che il 2022 sarà l’anno delle prime competizioni gravel sotto la sua egida, Wilier si presenta ai nastri di partenza già pronta, appunto con questa bici che “indisciplinata” lo è nello spirito, ma che formalmente è già perfettamente regolamentare.
Ce lo ricorda, tra l’altro, la sigla, “SLR”, utilizzata anche sui top di gamma Wilier, la Zero SLR e la Filante SLR (la prova di quest’ultima la trovate qui): in termini di materiali usati, di standard produttivi e non da ultimo anche di design, Rave SLR eredita grossa parte della tradizione e del patrimonio tecnico che Wilier ha messo in campo con quei modelli, ovvero le due “ammiraglie” dell’altissima gamma strada di Wilier, quelle per intenderci utilizzate dai professionisti della Astana.
Insomma, quella sotto i riflettori è una bici con una deliberata impronta “race”, ma ovviamente interpretata in senso gravel. Cosa significa tutto questo concretamente? Prima di tutto che la geometria si ispira i modelli menzionati, ma è sapientemente adattata per assecondare quelle che sono le necessità della guida che mescola asfalto e fuoristrada, una guida che deve assicurare padronanza di guida sui fondi “infidi”, ma allo stesso tempo la reattività e la prontezza adatte per fare agonismo. Tradotto in pratica, stack e reach sono rispettivamente più alto e più corto rispetto agli omologhi modelli Wilier pensati per le competizioni “road”.
A livello strutturale, inoltre, il carbonio utilizzato per dare forma al telaio e alla forcella è della stessa tipologia impiegata sui modelli menzionati, ma in questo caso le necessità della guida gravel, le sollecitazioni e le “botte” che un mezzo del genere è destinato a ricevere hanno consigliato a Wilier un impiego maggiore di materiale e strati aggiuntivi di laminazioni di fogli di composito. La conseguenza è che il peso totale del telaio (e della forcella) è poco più alto rispetto ai telai per la “corsa strada”: nello specifico un telaio Rave SLR in taglia M verniciato pesa 950 grammi, rispetto ai 780 di un omologo telaio Zero SLR. Da parte sua la forcella ferma l’ago a 450 grammi, rispetto ai 340 della forcella della Zero SLR.
Infine, a completare il frame set ci sono due articoli già noti e collaudati della produzione Wilier, ovvero un set di guida “combo” (manubrio + attacco in pezzo unico) che nel set up road sono il Filante Bar , mentre in questa variante gravel troviamo il J-Bar già in uso sulla precedente gravel Jena che è già presente nella linea Wilier da tre anni. A proposito di Jena: quest’ultima rimane in gamma, si differenzia da questa nuova Rave SLR perché in questo caso spirito, geometria e impostazione sono più agonistici di quanto invece succede sulla Jena, che a sua volta risulta essere più votata al gravel racing di quel che sono la Jaroon e la Jareen, gli altri due modelli che appunto completano un’offerta gravel di Wilier che con l’ingresso di questa nuova Rave SLR risulta essere ancora più ricca e capace di offrire tutte le soluzioni per l’affascinante e camaleontico mondo del gravel biking.
Design e volumi
Basta guardare il carro, con volume compatto e con innesto basso dei foderi obliqui sul seat tube); basta guardare il tubo verticale (con sagoma convessa che si sagoma aerodinamicamente sui limiti della copertura); e ancora basta guardare il voluminoso tubo diagonale per scorgere una affinità evidente tra la Rave SLR e le top bike da competizione della gamma strada di Wilier. Quanto l’impronta di questa nuova Rave SLR sia race ce lo ricorda anche l’assenza di fori sul telaio che predispongono al bikepacking, ovvero di un dettaglio immancabile culle gravel “adventure”, ma che in questo caso avrebbero comportato delle problematiche in più dovute alla necessita di perforare il carbonio.
Quel che è certo, è che a livello visivo questa impostazione genera un effetto estetico probabilmente più gradevole nel set up road di quel che invece accade nel set up “gravel”. Ma in fondo – forse – questa è solo un’impressione soggettiva o forse una sensazione frutto dell’abitudine al design che tradizionalmente si riscontra sulle “road bike” e d’altra parte al design proprio delle gravel. Adeguato ai canoni del gravel biking – anzi, del gravel race – è invece il passaggio ruota tollerato da forcella e carro posteriore: i 42 millimetri (con ruota 700c).
Opzioni e prezzi
Sei allestimenti in tutto per la Rave SLR, tre di questi con set up gravel, tre road. Ad assicurare la compatibilità completa con i vari set up è anche la presenza del supporto deragliatore sostituibile, che predispone al montaggio in configurazione “mono” o “doppia” corona.
Iniziando con i set up “road” gli allestimenti prevedono dunque il nuovo gruppo Shimano Dura-Ace 9200 Di2 con ruote (11.000 euro), il nuovo gruppo Shimano Ultegra 8100 Di2 e (9.000 euro) e infine lo Sram Force Axs (9.000 euro). In tutti e tre i casi le ruote sono le Wilier SLR 42 KC, in carbonio.
I tre set up gravel partono invece dal vertice rappresentano dalla variante Sram Force XPLR Etap Axs con ruote Miche Graff Carbon (8.400 euro), lo Shimano Grx Di2 (2×11) con ruote Miche Graff Carbon (8.400 euro) e infine l’allestimento che andremo a provare, con gruppo Campagnolo Ekar e ruote Campagnolo Shamal Carbon (8.300 euro).
Galleria fotografica
Il nostro test sarà su una Rave SLR in taglia M, con trasmissione Campagnolo Ekar 1×13, ruote Shamal Carbon e manubrio combo J-Bar. Il peso, senza pedali, è di 7,750 chili.
Ulteriori informazioni: https://wilier.com
12 ott 2021 – Riproduzione riservata – Cyclinside