19 mag 2019 – Una gara contro il tempo è un test assoluto. Una prova senza appello che può regalare o togliere e la fortuna c’entra poco. Sicuramente c’entra la condizione, lo diciamo subito perché è chiaro, scontato, che poi contino le gambe, quindi la condizione. Ma, fatta questa premessa vale la pena pensare ai dettagli. Tutti i tecnici sono concordi nel dire che Gaviria, probabilmente, ha buttato via la vittoria di Terracina per aver fatto la volata con la mantellina, con un Ackermann vestito solo con la maglia aerodinamica.
Ecco allora otto dettagli tecnici che abbiamo selezionato e di cui riteniamo utile parlare a propositi di gare contro il tempo. Trascuriamo volutamente la bicicletta nella sua interezza poiché ne abbiamo parlato altrove. Ma ci torneremo ovviamente. Per chi volesse approfondire consigliamo il nostro dossier dedicato all’aerodinamica (cliccare qui)
1. Il Body
Il body da indossare prima del riscaldamento. Avete mai visto un body moderno prima di essere indossato. Ci sarebbe da scommettere che la misura sia per un ragazzino, al massimo un esordiente. Anche le misure più grandi, prima di essere indossate sono davvero minuscole. Ed è così perché poi, una volta addosso, il tessuto elastico e opportunamente tagliato, ricalchi perfettamente la forma del ciclista in bicicletta. Se c’è una piega vuol dire che c’è da lavorarci. I corridori di punto lo hanno praticamente tutti realizzato su misura. Un lavoro certosino che viene fatto a fine anno, ma non si escludono rivisitazioni durante la stagione. È così preciso, il body, che guai a indossarlo dopo essersi scaldati, quando la pelle è già sudata. Non entrerebbe più e, anzi, rischierebbe pure di strapparsi (è successo).
2. Il numero
Il numero con le spille o nella tasca posteriore. Visto che parliamo di decimi e centesimi di secondo ogni dettaglio ha il suo perché. E allora guai ai numeri con le spille. E neanche più quelli da attaccare con l’adesivo sul body già teso. Sempre di più ci sono i body aerodinamici con l’apposita tasca trasparente. Ma qualcuno, ancora con le spille, c’è (vedere la foto d’apertura).
3. Pioggia
Abbigliamento: con la pioggia non cambia niente. No, nessuna accortezza particolare per l’abbigliamento con la pioggia. “Cioè che è filante con l’asciutto lo è anche con la pioggia. Abbiamo fatto dei test e non cambia niente” ci ha confermato un esperto di abbigliamento aerodinamico.
4. La zip posteriore
Abbigliamento: la zip posteriore. Altro dettaglio da professionisti e basta: la chiusura del body messa nella posizione dove, aerodinamicamente, possa disturbare meno. Sono sempre di più le squadre che sfruttano questa soluzione. Tanto per vestirsi, vedere il punto 1, serve comunque un aiuto esterno.
5. La borraccia
La borraccia aerodinamica, Se le forme del telaio si affilano e si guarda a ogni dettaglio, non può sfuggire nemmeno la borraccia. Parliamo ovviamente dei top rider, i corridori di punta, ma non solo. Spesso è proprio la casa costruttrice del telaio che fornisce borraccia e portaborraccia dalla linea filante e studiati proprio per quel modello di bicicletta. Qui l’intercambiabilità non conta, per cui si può tranquillamente esagerare.
6. Il casco
I caschi più corti. Non sono una novità, ma sembrano accorciarsi sempre di più. Anzi, i caschi da cronometro, ormai, sono sempre più simili ai modelli che i corridori utilizzano normalmente. L’aerodinamica e i materiali sono in evoluzione continua e si può tenere la testa fresca (al momento non è un problema di questo Giro) anche con un casco aerodinamico. Perché i caschi sono sempre più corti. Perché nei test reali, in galleria del vento, si fanno prove anche facendo muovere la testa al corridore, e un a coda troppo pronunciata in caso di movimento della testa rischia di penalizzare l’atleta più di quanto gli faccia guadagnare in tratti più lunghi, ovviamente dal punto di vista aerodinamico.
7. Prolunghe personalizzate
Le prolunghe personalizzate. Sono uno degli spunti tecnici di questo Giro. Con le prolunghe aerodinamiche personalizzate abbiamo visto, prima di tutti, Victor Campenaerts. Lui ci ha conquistato il Record dell’Ora ed ha evidenziato come a questi livelli la personalizzazione è un valore che si apprezza al di là delle tante possibilità di posizione permesse dalle biciclette moderne. Sulla bicicletta da cronometro alcuni corridori si stanno orientando su prolunghe studiate appositamente sulla forma delle loro braccia. Non è un capriccio e neanche uno sfizio. Il peso, sulla bicicletta da corsa e ancora di più su quella da cronometro, è spostato molto in avanti. Avere un appoggio ampio e confortevole delle braccia migliora la precisione di guida e, in definitiva, fa stancare anche meno.
Come abbiamo visto, quelle di Nibali sono piuttosto costose e probabilmente anche le altre personalizzate non sono da meno. Si tratta di un lavoro lungo ed eseguito con materiali pregiati. Chi punta a vincere tra i professionisti non guarda a compromessi ovviamente.
8. La compostezza
Compostezza. Non basta la posizione aerodinamica in bicicletta, quando si pedala a cronometro è necessario anche mantenerla la posizione. Se ci si scompone sotto il massimo sforzo si rischia di buttare via tutto. Roglic, a oggi, batte tutti. La sua posizione è un esempio di stile, roba da andare a scomodare i più bei cronoman della storia del ciclismo.
Lo sloveno si muove poco, riesce a mantenere la posizione sulle prolunghe anche in curva, anche col bagnato. Davvero formidabile. Gambe allineate, in punta di sella ma neanche troppo, pedala regolare per tanti chilometri segno che la posizione è quella giusta. Riesce a mantenere l’aerodinamica anche in salita, dove serve certamente meno, ma quando ci si giocano i decimi ci secondo serve tutto.
Altre cose le avevamo già raccontate qui:
Soluzioni tecniche non sempre ufficiali viste al prologo del Giro d’Italia
Redazione Cyclinside