Il Salone di Milano, l’Eicma che ha parlato di moto e biciclette elettriche, ha detto molto anche in tema di ricerca e sviluppo che possono riguardare tutte le tipologie di biciclette e, in particolare, la mobilità urbana. È qui che si sta giocando una partita di civiltà e di evoluzione e l’impressione è che non siamo nemmeno al primo tempo della partita per quante possibilità si intravedono all’orizzonte.
La mobilità elettrica promette di mettere in bicicletta anche i più restii, conquistandoli dall’aspetto economico (eh sì, nonostante i prezzi di acquisto che possano sembrare elevati per mezzi che superficialmente vengono considerati “solo” delle biciclette, il vantaggio di essere esenti da tasse e avere costi di utilizzo infinitesimali rispetto ai mezzi a carburante è enorme) e confermandoli con la praticità di spostamenti più veloci che con altri mezzi e senza problema di parcheggi.
Così come sono, però, le biciclette elettriche – le e-bike – hanno ancora dei limiti.
All’Eicma, abbiamo visto divere proposte per superare questi limiti. Tante le biciclette pieghevoli e dalle forme ricercate per superare barriere di trasportabilità e praticità.
Da dove nascono queste idee?
Alcune delle cose più belle viste all’Eicma (segnalate in questo articolo) hanno un’origine progettuale comune: in Campania e in particolare a Frattaminore. È qui che sta nascendo una vera e propria “Bike Valley”.
Di cosa si tratta?
Di una serie di iniziative messe in piedi da Mario Schiano, titolare di un marchio che di innovazione ne sta progettando un bel po’ e con il supporto immancabile del padre Antonio. Eravamo già andati a visitare l’azienda Schiano raccontandone la storia e, soprattutto, come questo marchio abbia di fatto sempre realizzato biciclette per la mobilità sul territorio sin dai tempi in cui la bicicletta era spesso l’unico mezzo possibile.
Una storia di inventiva che si può ritrovare, in chiave moderna, anche oggi.
Su cosa si lavora
Nella Bike Valley campana l’attenzione è su diversi progetti con uno scopo dichiaratamente urban (tecnologie che poi potranno, ovviamente, essere applicate anche ad altri settori tecnologici). Da un anno c’è uno staff con un nutrito gruppo di ingegneri con varie specializzazioni che sta studiando diversi aspetti, dal design alla progettazione vera e propria, delle nuove tecnologie.
Telai innovativi: stampa 3D
La stampa 3D appare come la prossima frontiera tecnologica nella realizzazione di strutture complesse e quindi anche per la realizzazione di telai per bicicletta. I materiali utilizzabili possono essere diversi e, anche se non si potrà avere l’efficienza di un intreccio di filamenti di carbonio, si potrà recuperare la qualità con gli interessi nella elaborazione del telaio. Per intenderci si possono realizzare forme complesse con strutture interne in grado di dare la rigidità necessaria mantenendo un peso molto contenuto. La ricerca, in questo senso, lavora sia sui materiali e ovviamente sui macchinari in grado di gestirli, quindi le stampanti della dimensione adeguata a poter realizzare oggetti finiti. Il vantaggio di una lavorazione del genere?
Una volta ottimizzata la lavorazione si potranno realizzare strutture rapidamente e con caratteristiche e misure personalizzate volta per volta alle necessità del cliente lasciando da parte le difficoltà di una lavorazione dipendente da stampi costosi e predefiniti.
Problema batterie?
A dire il vero le batterie erano un problema fino a qualche anno fa. I passi avanti fatti attualmente, sia a livello dei motori che delle batterie stesse ha portato le e-bike ad avere autonomia ed efficacia più che sufficienti per l’uso urbano che extraurbano.
Ma si può fare molto di più con le batterie a idrogeno che, oltre a risultare meno inquinanti di quelle attuali, permetteranno anche maggiore efficienza e tempi di ricarica rapidissimi. Si potrà, in più, portare con sé delle ricariche (leggere) per dei “rifornimenti volanti” alla bicicletta e proseguire quindi per tantissimi chilometri. Una volta a casa, poi, si provvederà a ricaricare le batterie da portare con sé per le prossime uscite.
Smart City
Se il miglioramento della mobilità è la sfida attuale, soprattutto in periodo di pandemia in quanto garantisce il distanziamento adeguato (e anche la forma fisica per stare bene, aggiungiamo noi), il concetto di Smart City allarga le possibilità ciclistiche all’interno delle città con una serie di servizi interconnessi che discendono direttamente dalle nuove tecnologie (come il 5G) e l’IoT (Internet delle Cose).
Che ce ne facciamo di queste tecnologie?
Intanto si può lavorare direttamente sulla sicurezza con biciclette dotate di sensori interconnessi che non solo ci suggeriranno le strade migliori, ma ci aiuteranno anche nell’evitare incidenti.
La possibilità di interazione di sensori applicabili alla bicicletta e al suo utilizzatore potranno consentire una personalizzazione della risposta dell’assistenza motorizzata ai valori biomedici del ciclista in tempo reale.
La bicicletta, inoltre, sarà sempre affidabile perché, tramite sensori, si potranno tenere sotto controllo tutte le sue parti così da sapere in anticipo eventuali interventi di manutenzione che dovessero necessitare.
L’interazione con il ciclista avviene per mezzo di sensori da indossare, ovviamente, e tramite app da installare sul cellulare che può diventare il “cervello” del sistema interconnesso o affiancare la connessione già presente nell’elettronica della bicicletta.
Le informazioni raccolte, inoltre, possono essere rielaborate per rendere il mezzo ancora più performante in base all’utilizzatore e garantendo, al contempo, la riservatezza dei dati tramite sistema Blockchain.
Un sistema così interconnesso non solo rende più sicura la bicicletta anche dai furti (di fatto sarebbe rintracciabile più di quanto non si possa fare oggi con un cellulare), ma fa diventare la bicicletta stessa un tutt’uno con l’utilizzatore, una vera e propria estensione del corpo che può essere programmata in base alle esigenze, ad esempio, di non arrivare sudati in ufficio o, al contrario, ottenere un allenamento crescente per quando poi si vorrà pedalare su una comune bicicletta senza motore immagazzinando una serie di dati che saranno utili per il progredire dell’allenamento.
Una spinta legislativa
Che le Smart City possano essere un futuro conveniente per tutti è anche argomento di discussione governativo tanto che è stata presentata una proposta di legge (dal deputato Manuel Tuzi) per spingere proprio sulle Smart City e fornire così supporto tecnico e legale per favorire gli investimenti e, al tempo stesso, portare i comuni a una svolta decisiva verso la mobilità urbana interconnessa.
Schiano, a quanto abbiamo potuto intuire, ci sta riservando ancora diverse sorprese che non mancheremo di raccontarvi.
29 nov 2021 – Riproduzione riservata – Cyclinside