3 nov 2016 – Il mondo amatoriale è evidentemente a un altro punto di svolta. La prima rivoluzione si era avuta negli anni Novanta, quando qualcuno si accorse che mettere classifica e ordine d’arrivo in manifestazioni “naturalmente” cicloturistiche le accresceva di interesse in maniera esponenziale. Si trattava, in effetti, di una forzatura visto che si davano in pasto a dei cicloamatori distanze e dislivelli più adatti a categorie agonistiche e professionistiche che non amatoriali (che pure avevano le loro gare, con ordine d’arrivo e quant’altro, ma su chilometraggi limitati e commisurati a chi, sulla carta, farebbe altro per vivere che non correre in bicicletta).
Il punto di svolta è dato da alcune manifestazioni decisamente importanti in Italia. Prima la Granfondo Campagnolo Roma, ora la Granfondo Stelvio Santini (e, ci segnalano, anche la 3Epic Cycling Road).
L’annuncio della nuova edizione della manifestazione che punta allo Stelvio vede proprio una rivoluzione nelle classifiche. L’11 giugno 2017 la classifica per le premiazioni sarà il risultato dei tempi registrati sulle salite di giornata e ai vincitori delle varie categorie verrà data una maglia a pois (a mo’ di quella assegnata al miglior scalatore del Tour de France). La classifica totale? Non ci sarà. O meglio, i tempi verranno presi e pubblicati con i nomi, in ordine alfabetico delle varie categorie. Resta la sfida tra amici, insomma, ma perde di senso l’interpretazione della manifestazione come una gara professionistica. Semplicemente perché non si è professionisti ma altro: amatori, appunto.
Per essere ancora più chiari ecco le parole dell’organizzatore della manifestazione, Mario Zangrando, presidente dell’USB Bormio (già organizzatore di tappe al Giro d’Italia, tanto per capirci) che ha affidato a un comunicato la decisione:
La scelta fatta, maturata all’interno del settore ciclismo dell’Unione Sportiva Bormiese – organizzatore della manifestazione ciclistica, ha tenuto conto di molteplici aspetti.
Si è perfettamente a conoscenza di quanta importanza viene data al “tempo” da ciascun amatore e di ciò che viene emotivamente provato all’arrivo di ogni GF.
Proprio per questo il cronometraggio del tempo totale verrà preso comunque e la classifica verrà proposta in ordine alfabetico (potrà essere “ricostruita” per verificare la propria posizione assoluta, di categoria, di sesso).
Non verrà proposta la classifica generale assoluta, ma solo la classifica assoluta dei tempi impiegati sulle sole salite.
Perché questa scelta?
Perché nelle precedenti edizioni abbiamo notato quanto l’esasperazione agonistica porti con sè aspetti negativi che a lungo andare potrebbero minare la delicata macchina organizzativa di un evento come il nostro.
Vedere tanti ciclisti (che sono tesserati come ciclo-AMATORI), che ai ristori imprecano, bestemmiano, NON RISPETTANO gli altri partecipanti ed i volontari che sono lì a prendersi cura di loro non è sportivamente accettabile.
Assistere al mancato rispetto del codice della strada e a discese fatte a rotta di collo per recuperare un paio di minuti (magari poi nuovamente persi sulla salita verso lo Stelvio), perchè si pensa in quel giorno di essere come i professionisti grazie ad un’ordinanza di sospensione di circolazione, non è sportivamente lecito, oltre che molto pericoloso per se e per gli altri.
Dover ripulire chilometri di strade inserite in contesti ambientali unici, perché “le carte e le confezioni di gel pesano e non mi permettono di fare risultato” è assurdamente fuori luogo e neppure ammesso dal fatto che ciascun partecipante versi una quota di iscrizione.
Con il cronometraggio – ai fine delle classifiche – delle sole salite, chi vorrà scommettere sulla propria condizione lo potrà fare ugualmente.
In cambio, noi speriamo, tutti potremo godere di una ancora miglior gestione dei ristori, della pulizia, dell’impatto sull’ambiente naturale e dell’incontro con le persone dei paesi attraversati che sempre più numerose attendono il festoso passaggio dei partecipanti alla GFSTELVIOSANTINI.
Noi ci crediamo e crediamo, che chi come noi ama profondamente la bicicletta, possa condividere questa nostra coraggiosa scelta.
Chiaro no?
L’idea di Zangrando è ad ampio respiro e confessa già di aver ricevuto parecchi dissensi probabilmente dai “soliti”, ma lui va per la sua strada: «Dobbiamo fare “cultura”, educazione ciclistica, ne abbiamo il dovere!»
Ecco, non possiamo che appoggiarlo in questa impresa. D’altra parte basta pensarci un attimo per capire chi ha ragione. Quando si parla di cultura del ciclismo agonistico a chi verrebbe in mente di parlare di cicloamatori? I corridori sono altra cosa. Giusto divertirsi e sfidarsi, ma senza perdere di vista il proprio status.
Tutte le informazioni sulla Granfondo Stelvio Santini sono sul sito ufficiale: www.granfondostelviosantini.com
GR
La proposta mi sembra molto interessante, sotto ogni punto di vista.
Lascia spazio al sano agonismo tra amici / compagni di squadra senza l’assillo / esasperazione del risultato complessivo. Cronometrare le sole salute dà un’idea più che significativa delle proprie capacità e permette di godersi l’ambiente, i colori ed i profumi della località senza dover rischiare l’osso del collo per cercare di riagguantare il proprio “avversario” diretto…
Ultime ma non meno importanti (anzi….) le questioni morali: Rispetto per i volontari che ci assistono e rispetto per il territorio che ci ospita!
io credo che queste modifiche (che personalmente apprezzo) snaturino (non nel senso negativo del termine) le gf amatoriali.
una gf “normale” si corre, oltre che con le gambe, anche con la testa, la capacità di gestirsi, il gioco di squadra.
questa è una manifestazione sportiva diversa però da una gara in linea.
essere AMATORI vuol dire sicuramente che non siamo prof, ma allo stesso tempo non ci impedisce di gareggiare con le stesse regole dei prof (nei imiti del regolamento).
ovviamente quello che descrivo è soltanto un possibile punto di vista di come un amatore potrebbe intendere l’evento sportivo.
c’è ovviamente chi invece cerca il confronto solo con se stesso, chi lo fa solo per vivere un’esperienza diversa, ma c’è anche chi vuole confrontarsi con gli altri per 6 ore sulla bici. io in questo non ci vedo nulla di male, anzi!
anche l”esasperazione” non è necessariamente un male! basta il rispetto delle regole e degli altri, e questo non ha nulla a che fare con l’attività sportiva ma con l’educazione personale.
credo che le diverse tipologie (dalla gf classica, all rando, alla manifestazione come questa ecc.) possano e debbano coesistere per accontentare tutti.
il problema non è nella formula di gara, ma è in alcune persone che ci partecipano.
Sono perfettamente d’accordo con Michele. Aggiungerei che prendere come riferimento per la classifica SOLO le crono-scalate non sia sufficiente per stabilire le capacità di ogni atleta (anche se “definito”AMATORE) Se poi le motivazioni di questa scelta stanno nella maleducazione nei punti di ristoro o nel gettare cose in gara, a mio avviso mi appaiono molto deboli: basterebbe sanzionare con la squalifica i maleducati/gli esaltati!
La scelta è pienamente condivisibile, anche se quest’anno a Roma sul sito della sms si leggeva la “classica” classifica dal primo all’ultimo. La scelta è intelligente e si dimostra soprattutto importante per quelle granfondo (e sono la stragrande maggioranza) dove non si riesce a garantire la totale assenza di traffico soprattutto in discesa dove le velocità diventano importanti. Un nuovo passo avanti sarà quando le griglie verranno estratte a caso senza rispettare i valori legati a classifiche o altro. l’aspetto agonistico permane e ci si misura con amici e avversari su terrreni piu sicuri. Bravi la strada imboccata è quella giusta.
Sono perfettamente d’accordo con l’organizzazione che ha deciso in tutti i punti spiegati. La discesa pericolosa è sempre stata una nota negativa vedersi un partecipante tutto insanguinato a terra. E poi rispetto per i volontari che se non vi fossero non ci permetterebbero di scambiare quattro chiacchiere, riposare e alimentarci. Chi non é d’accordo vada a fare gare non gran fondo… Complimenti
Non facciamo confusione. Una gran fondo agonistica è una cosa, una cicloturistica è un’altra. L’unico modo per far coesistere i due aspetti in una stessa manifestazione è permettere a chi vuole fare una gara più tranquilla di partire in ultima griglia con uno sconto sull’iscrizione e tutti in real time. Le discese pericolose vanno neutralizzare ma solo queste. I tratti in pianura fanno parte del ciclismo. È giusto che ognuno giochi le proprie carte nel terreno dove si esprime meglio. È giusto permettere a chi si sobbarca spese di iscrizione, chip, trasferta, albergo ecc. Di partecipare ad una gara vera.
Ho partecipato nel 2015 alla Stelvio Santini, e sono rimasto contentissimo. L’unico momento di pericolo è venuto proprio dalla salita quando sul muro di cemento del Mortirolo da Tovo erano tre quarti col piede a terra a spingere la bici. Certo il rispetto e l’educazione ci devono essere sempre e comunque. Dubito però che in un tratto in salita cronometrato uno abituato a farlo non butta ugualmente le cartacce per terra.
La classifica assoluta in ordine alfabetico renderà solo più bravi in matematica i soliti esasperati.
Detto questo la Stelvio Santini per sua natura si presta a valorizzare gli scalatori e questa formula può essere una giusta alternativa. Ma da bravo passista non parteciperò MAI a corse con tale formula.
ciao, di fatto questa formula è una cicloturistica con tratti cronometrati, cosa ben diversa, come ho cercato di spiegare sopra, da una gf agonistica.
io capisco benissimo che tra magagne assicurative, organizzative e burocratiche, limitare l’agonismo sia forse l’unica soluzione fattibile per diminuire i rischi.
personalmente credo che i grandi eventi necessariamente adotteranno questa formula (in fondo sono davvero più delle manifestazioni che vere e proprie gare, almeno per i comuni mortali), mentre quelli minori potranno continuare con la formula “normale”.
quello che non condivido proprio è il concetto secondo il quale un amatore non possa gareggiare (ovvero confrontarsi con gli altri al limite delle proprie possibilità fisiche), e che questo sia una prerogativa solo dei prof. sostenere una tale idea mi pare una follia. l'”esasperazion”e (parola tanto abusata) non è necessariamente un male.
poi se uno si prende dei rischi in discesa o butta una carta per terra non dipende certo dall'”esasperazione”, ma dall’educazione e dall’intelligenza della persona stessa.
sono straconvinto che anche con questa formula ci saranno gli scostumati ai ristori, così come migliaia di carte a terra…
Mi sembra che una classifica ci sara’, giusto? Allora di cosa stiamo parlando? Al solito Cyclinside ha fatto un buco nell’acqua nel “vantare” una scelta che non cambia niente…dato che la classifica ci sara’ lo stesso. Parlate delle 60 euro d’iscrizioni invece di farvi le seghe mentali. Mettete l’antidoping…e vedrete che l’agonismo leale non e’ cosi’ brutto come lo evidenziate…voi!
Ci sarà una classifica fatta dalla somma delle salite. Poi verranno pubblicati, in ordine alfabetico, i ciclisti giunti al traguardo con affianco il tempo di percorrenza reale (ossia dalla partenza all’arrivo, quindi non in base all’ordine d’arrivo).
La soluzione, invece, è interessante “Seby”. I controlli continueranno ad esserci proprio per far sì che chi si voglia divertire, anche con un sano agonismo, possa farlo senza vedere certi fenomeni. La questione non è demonizzare l’agonismo, ma solo cercare di far capire, a chi si atteggia a professionista, che sta comunque partecipando a una gara amatoriale. Invece si continuano a vedere “corridori” che ci credono molto. E si arrabbiano molto a queste proposte ;-)
La Gf di Roma ha lo stesso metodo da 3 anni circa se non sbaglio. Risultato? Quest’anno 3 Dopati. Ripeto…tutto questo clamore sul fatto che la GF Santini abbia presto questa strada non la vedo. Mi sembra una redata contro l’amatore agonista, che gli piace competere. Semplicemente ci vorrebbe l’antidoping per i prime 3 e 2 a sorteggio nei prime 30. Vedrete…che il ciclismo avra’ piu’ pulizia. Invece 60 euro, per una cicloturistica camuffata a mo’ di cronoscolata, dove il bello del ciclismo, (pianura, salita e discesa) viene praticamente cancellato. Contenti voi. L’articolo c’e’. il perdente di turno che si giustifica con questa trovata, come una possibilita’ di emergere, sara’ contento. Non mi rimane che farvi i Complimenti
Tutto serve, poi c’è sempre da fare. È vero che ridurre l’agonismo a una cronoscalata è un peccato, magari in altre situazioni si studieranno soluzione diverse. Pensare di fare distanze da pro’ agonistiche, per un amatore forse è troppo, è pure vero che i dopati si trovano anche nelle gare di 50 km…
Bisogna ridimensionare un po’ le cose allora, non credi? E questo è un modo per dire che anche vincendo la più importante delle granfondo… si è sempre dei signor nessuno, anche un po’ ridicoli se si è barato. Poi si dovrà lavorare anche sull’aspetto economico. È assurdo che a qualcuno “fare il cicloamatore” convenga, e probabilmente il nocciolo della questione è qui e l’idea di togliere visibilità ai vincitori (arrivano in redazione resoconti di granfondo che neanche alle tappe del Giro d’Italia, con nomi di diversi signor nessuno) è una prima mossa. Piccoli passi, se ne può discutere anche qui, anche proponendo soluzioni percorribili (l’antidoping costa moltissimo) e comunque in maniera educata.
Continua a non capire e voi a non rispondere.
Come se avere ragione in questo argomento per un articolo, senza una logica, sia il punto della situazione.
Vi ho chiesto: Alla GF di Roma che attua lo stesso regolamento della classifica delle cronoscalate, sono stati trovati dei dopati? Risposta Si!
Un amatore, che si vuole sfogare nel giusto agonismo, quello leale, perche’ gli viene negato? Per quattro scacalli? Risposta Si!
Allora devono pagare la maggior parte delle persone corrette? Risposta? Si!
Perche’ solo il professionista puo’ fare gare di un certo kmtraggio e un amatore non puo’ superare se stesso logicamente con meno allenamento….e per questo diventa un’impresa?
Le rispondo io: Per colpa di chi non ammette di saper perdere. Di quello che non e’ soddisfatto della classifica e del suo 400 esimo posto.
Invece sapete come interpreto io il mio ciclismo?
Imprese personali.
Superare me stesso.
Fare godere la mia vista per quello che vede (Dolimiti, Alpi etc.etc.).
E poi ,perche’ no….il tempo e la classifica. Qualunque essa sia.
A chi ho fatto del danno?
Penso a nessuno!
Eppure paghiamo per sognare.
E paghiamo delle belle somme.
Ancora non ho capito a chi diamo fastidio.
Infatti si sono resi ridicoli da soli i dopati. E chi è stato “beccato” a Roma ora dovrà pagare anche una penale salata (e difficilmente sfuggirà, ci auguriamo, una volta stabilita la colpa senza dubbi). Sfida con se stessi è la chiave di tutto. Ma è anche giusto che ci si possa sfidare, in gare adeguate, con un ordine d’arrivo come nei pro’. In ogni caso prendere i tempi di percorrenza reali (ossia dal passaggio di partenza partenza all’arrivo, a prescindere che si parta anche mezz’ora dopo un altro) lascia perfettamente intatta la sfida con se stessi e anche con gli amici o con chiunque si voglia sfidare. Ma in questo modo, si spera, si toglie un po’ del contatto diretto che esaspera le cose. Chi affronta una granfondo come lei non dà alcun fastidio. Anzi, è la fortuna di queste manifestazioni.
Però se un ex pro’ viene a correre lì e per di più si fa trovare pure positivo, forse c’è qualcosa “in più” del semplice agonismo a motivarlo.
Esatto…
Guido hai proprio colto nel segno!