10 mag 2016 – Vedere vincere Aru, Froome, Contador e gli altri a giocarsela a tutta è un piatto bello sostanzioso nel ciclismo moderno fatto di mille corse che disperdono i corridori in giro per il mondo. Però c’è il Tour de France in arrivo, la corsa più importante del mondo, e non si scherza più. Ormai la condizione deve essere quella giusta e allora ecco che una corsa secondaria come il Delfinato diventa all’improvviso una vetrina del ciclismo che conta. Molti bei nomi al via che, in più, non sono lì per passeggiare ed allenarsi. Scaldano i motori e intanto regalano numeri come quello di Contador al prologo, Aru, due giorni fa, oggi Froome. Alla fine il nome importante ha l’eco giusta e tutti ne parlano. Chi non vorrebbe una corsa così?
A momenti fa dimenticare pure di essere in una gara di una settimana. Certo, manca lo spessore della corsa a tappe vera. Quella che la prima settimana non conta andar forte e all’ultima si contano le forze. Ma intanto lo spettacolo c’è. Come, in fondo, c’è stato al Giro di California. Altra settimana di gara secca e qualche bel nome portato lì a suon di soldi e ancora spettacolo.
La Francia è il centro dello sport in questo periodo, viva la Francia allora. Non ci resta che metterci i sandali e andarli ad aspettare da qualche parte. Non avremo Bartali e Coppi, ma qualche soddisfazione dovremmo togliercela. E magari cercare di tornare ad essere pesanti sulla bilancia del ciclismo internazionale.
Intanto godiamoci il finale della tappa di oggi, per chi se l’è perduto:
https://www.youtube.com/watch?v=0rUN0bo-CeI
GR