14 giu 2019 – Diciamoci la verità. Il Giro d’Italia poteva essere la consacrazione definitiva dei freni a disco ma, in realtà, benché abbiamo visto un aumento dei corridori a utilizzarli, non si è registrato un passaggio definitivo alla nuova tecnologia. Questione di tempo, ormai, quando non ci saranno più alternative dai produttori. Ma intanto, pur avendo ben chiari i vantaggi di questa tecnologia, facciamo alcune considerazioni su quanto visto proprio nella Corsa Rosa che abbiamo ancora viva nella memoria.
Discesa
I freni a disco dovevano fare la differenza in discesa e, diciamo la verità, non abbiamo visto vantaggi particolari per i corridori che li usavano rispetto a quelli che non li hanno adottati. Attenzione, però, a non essere tratti in inganno: paragonare l’uso di tutti i giorni a un corridore che frena poco e su strada libera dal traffico potrebbe portare a considerazioni errate. I corridori usano i freni dosandoli con sapienza. Inoltre, entrano in gioco le capacità individuali: un buon discesista, non c’è freno che tenga, riesce a fare meglio comunque di un corridore meno capace. Se pensiamo alla discesa di Ciccone e Hirt, durante la sedicesima tappa, il corridore della Trek, dotato di freni a disco, prendeva pure un po’ di vantaggio rispetto al compagno di fuga, ma questi gli recuperava comunque facilmente. Non irresistibile, almeno in quel caso.
Frenate di gruppo? Nessun problema
Uno dei problemi paventati qualche tempo fa, riguardava l’uso misto delle due tecnologie di freno all’interno del gruppo dei corridori. La paura era che si potesse rischiare di avere corridori che facessero frenate più potenti rispetto agli altri all’interno del gruppo, con il conseguente rischio di tamponamenti e cadute. Non pare essere accaduto niente di tutto questo e il motivo appare semplice: i freni a disco offrono maggiore costanza nella frenata, non maggiore potenza. Quest’ultima è data dalla coppia frenante, ossia dalle superfici in contatto: battistrada e asfalto. Come già avevamo avuto modo di sottolineare: un freno in grado di portare la ruota al bloccaggio ha già tutta la potenza che serve. E con i caliper una ruota si può bloccare eccome. Quel che cambia è la costanza della frenata. Ossia la capacità del freno di mantenere la forza frenante applicata senza affaticare maggiormente il ciclista. Situazioni certamente meno sentite a livello professionistico rispetto alle discese aperte al traffico in cui pedaliamo tutti normalmente.
Certamente con i freni a disco ci si stanca meno.
Cambio ruote? Tutto ok
Come per il punto appena detto anche il cambio ruote non ha evidenziato problemi di sorta rispetto a quanto temuto: nessuno corridore si è trovato a perdere tempo in più per un cambio ruote. I meccanici si sono attrezzati (vedere articolo in fondo alla pagina) e anche le ammiraglie si sono strutturate(già da tempo) per fornire ai corridori direttamente la bicicletta sostitutiva nelle fasi più concitate. Inoltre, i meccanici più esperti hanno già evidenziato come con un po’ di allenamento un cambio ruote sia rapido come con un sistema con freni tradizionali.
Insomma, non abbiamo visto il cambiamento epocale che qualcuno aveva ottimisticamente predetto, ma un passaggio lento che comunque i corridori apprezzano (in discesa ci si stanca meno).
RC
È davvero incredibile quanto ci si stanchi in discesa per frenare.la fatica che si fa in salita non è niente in confronto. Il bello è che poi vi diamo pure retta.
Discese lunghe e con tante curve diventano faticose anche nelle frenate. Tutto qui.
pensavo che i freni a disco facessero la differenza in discesa eppure così non è stato.
Ho fatto tanti anni in bdc ed adesso che sono passato in mtb la differenza, sia di modulazione che di potenza di frenata, è impressionante rispetto al freno “normale”.
Il vantaggio vero del freno a disco forse si ha sulle ruote in carbonio in caso di pioggia. Le pasticche in sughero una volte bagnate non fanno più presa e diventa impossibile frenare.
Leggendo l’articolo ho notato che secondo voi:
“i freni a disco offrono maggiore costanza nella frenata, non maggiore potenza. “cit.
ma siete sicuri di questa cosa?
“Forcella e telaio devono essere rinforzati per sopportare la maggiore forza frenante. L’aumento di peso, della bici finita, è stimabile tra i 150 e 200 grammi.” [cit.fonte gazzetta]
non sono un ingegnere ma la ruota, sia in bici che in moto, riesci a bloccarla con qualsiasi freno ma non credo sia questo il parametro per valutare l’efficienza o la potenza di un freno.
Potreste scrivere un articolo a riguardo per informarci meglio sulla questione, sarebbe molto interessante.
ciao e grazie
Giusto Renato,
potresti trovare interessante questo articolo: https://cyclinside.it/freni-a-disco-per-bicicletta-fading-potenza-e-affaticamento-un-appunto/
Ma ti segnaliamo anche il nostro dossier dedicato ai freni a disco:
https://cyclinside.it/dossier-freni-a-disco/