6 mag 2016 – Sapete quant’è un centesimo di secondo a 53 chilometri orari? Sono poco meno di 15 centimetri (14,72 per la precisione). La distanza che ha separato il vincitore della tappa di oggi, Tom Dumoulin da Primoz Roglic. Essendo il prologo del Giro d’Italia quel centesimo di secondo oggi è valso la Maglia Rosa e tutto quel che ne consegue in termini di visibilità dei corridori, della squadra, dei premi…
Il passaggio dei corridori viene preso con estrema precisione sul traguardo. C’è il photofinish che permette di stabilire con precisione assoluta i tempi, ma è lo stesso alla partenza? In una gara a cronometro ogni dettaglio è importante e la precisione di misurazione del tempo deve avere un traguardo precisissimo ma, evidentemente, anche una partenza altrettanto esatta.
Invece, a ben guardare, il via delle prove a cronometro viene dato con il corridore sorretto da un giudice. Il tempo che scorre, il conto alla rovescia e poi via. Con il giudice che tiene il corridore e lo accompagna finché questi non sfugge via.
È corretto questo in termini di precisione? Ce lo siamo domandati ripensando a quel benedetto (o maledetto, dipende da quale gradino del podio lo si guardi) centesimo di secondo.
Non sarebbe il caso di utilizzare qualcosa di più preciso? Nello sci, dove le prove sono tutte delle cronometro, gli atleti, allo scadere del tempo, fanno scattare il cancelletto di partenza: un’asticella posta sul via che viene riposizionata per ciascuno. Nel ciclismo conta il tempo di partenza. Se il corridore ha la partenza programmata per le 15.00 (ad esempio) il suo tempo corrisponderà al momento in cui questi passerà sul traguardo partendo da quell’orario preciso. Non c’è un calcolo effettivo del tempo trascorso. Se uno dovesse partire con un centesimo di secondo di anticipo oppure di ritardo nessuno se ne accorgerebbe perché sarebbe umanamente impossibile averne la percezione. Non sono tanto i 15 centimetri finali (neanche pochi, tutto sommato), ma quella frazione di millimetro che può essere il trattenere di più o di meno un corridore che parte da fermo.
Allora non è il caso utilizzare dei blocchi di partenza come quelli usati su pista, ad esempio, oppure dei sistemi già sperimentati in passato anche nel ciclismo su strada?
In fondo stiamo parlando di professionisti e il peso di una vittoria è importantissimo per tanti aspetti (tanto più se in ballo c’è una maglia rosa, oppure gialla – perché al Tour si fa la stessa cosa). E allora trascurare certi dettagli può essere un peccato. Detto questo non crediamo che Primoz Roglic si potrà consolare a leggere queste considerazioni. I fatti non cambiano e probabilmente stasera farà comunque fatica a prendere sonno.
Un sistema utilizzato su pista. Il cronometro elettronico comanda il freno che blocca la ruota fino all’inizio reale del tempo di gara.
GR