• Privacy & Cookie Policy
  • Contatti
  • Redazione
  • Pubblicità su Cyclinside
  • –
  • Ultime 100 Notizie
  • Newsletter
Cyclinside.it
  • Tecnica
    • Tipologie di Biciclette
    • Componenti Bici
      • Comandi
      • Comandi cambio
      • Deragliatore
      • Il cambio
      • Guarnitura
      • Catena
      • Freni
      • Gomme
      • Manubrio
      • Movimento centrale
      • Pedali
      • Pedivelle
      • Pignoni
      • Ruote
      • Sella
    • Geometria
      • Angoli
      • Orientamento
      • Soluzioni Geometriche
    • Materiali
      • Acciaio
      • Alluminio
      • Fibra di carbonio
      • Magnesio
      • Titanio
    • Telaio
    • Usare la bicicletta
      • Guidare la bicicletta
      • I rapporti
      • Trasportare la bicicletta
    • L'Angolo del Telaista
    • Acquisto
  • Technews
    • Ultime Novità
      • Biciclette
      • E-Bike
      • Ciclocross
      • Pista
      • Bici da Città
      • Fixed
      • Componenti
      • Abbigliamento
      • Accessori
      • Triathlon
    • Test e Collaudi
    • Gravel Inside
    • Ciclo Turismo Inside
    • MTB
    • E-bike
    • Mercato e aziende
    • Donne in Bici
  • Gare
    Hookless o non hookless? ENVE riapre il dibattito

    Hookless o non hookless? ENVE riapre il dibattito

    Pogacar Y1Rs

    Pogacar: la risposta tecnologica di Colnago ai dubbi di Boonen e De Wolf

    partenza tour de france 2026

    Tour de France 2026: doppia Alpe d’Huez, via da Barcellona e i cinque massicci francesi

    Tour de France tappa 01 25

    UCI: nessun effetto provato dei chetoni sulle prestazioni dei ciclisti

    arkea bb

    Arkéa chiude, ma il problema è più grande: il ciclismo professionistico costa troppo?

    cancelletto di partenza

    Quel centesimo che cambiò una maglia rosa: ora arriva il cancelletto che elimina l’errore umano nelle cronometro

    La potenza di Pogacar

    7,2 W/Kg: I numeri mostruosi di Pogacar spiegati ai comuni mortali

    pogacar lombardia

    Pogacar sta uccidendo il ciclismo? I dati Auditel dicono: NO

    il lombardia 2025

    I numeri formidabili di Pogacar: al Lombardia 2025 ha superato se stesso

  • Allenamento
    • Preparazione
    • Alimentazione
    • Integratori
  • Editoriale
    Wilier Triestina Cento10 Pro: aerodinamica a tutta e pronta per il debutto al Tour de France

    Prezzi, realtà e mercato: ascoltiamo i ciclisti del caso Wilier

    arkea bb

    Arkéa chiude, ma il problema è più grande: il ciclismo professionistico costa troppo?

    tour de france pubblico

    L’UCI in gara per la sicurezza: un progresso con alcune ombre

    editoriale fiera

    Italian Bike Festival 2025, la bicicletta conquista sempre più spazi. Ecco il nostro commento

    pogacar sinner

    Lo sport che consuma i suoi campioni: Sinner, Pogacar e il modello del “tutto e subito”

    ciclisti uccisi bari

    Tre ciclisti investiti e uccisi: la tragedia e l’odio nei commenti

    longo borghini giro donne

    Giro Donne, una sfida stellare soffocata dal Tour de France

    Fiandre arrivo

    Servizio pubblico Rai, Gazzetta, giornalismo e interessi inevitabili

    sanremo 2025 editoriale

    Siamo nell’età d’oro del ciclismo

  • Eventi e cultura
    • Reportage
    • L’angolo del ciclismo vintage
    • Storia della bicicletta
    • Cyclin-Notes
  • Pubblicazioni
    • Gli Speciali di Cyclinside
    • I Dossier di Cyclinside sui temi più caldi
    • Test e Collaudi
    • Libri
  • Cy-Blog
    • Bar Caffè
    • Posta dei lettori
    • Video
    • Rumors
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Cyclinside.it
  • Technews
    • Ultime Novità
      • Biciclette
      • E-Bike
      • Ciclocross
      • Pista
      • Bici da Città
      • Fixed
      • Componenti
      • Abbigliamento
      • Accessori
      • Triathlon
    • Test e Collaudi
    • Gravel Inside
    • Ciclo Turismo Inside
    • MTB
    • E-bike
    • Mercato e aziende
    • Donne in Bici
  • Gare
    Hookless o non hookless? ENVE riapre il dibattito

    Hookless o non hookless? ENVE riapre il dibattito

    Pogacar Y1Rs

    Pogacar: la risposta tecnologica di Colnago ai dubbi di Boonen e De Wolf

    partenza tour de france 2026

    Tour de France 2026: doppia Alpe d’Huez, via da Barcellona e i cinque massicci francesi

    Tour de France tappa 01 25

    UCI: nessun effetto provato dei chetoni sulle prestazioni dei ciclisti

    arkea bb

    Arkéa chiude, ma il problema è più grande: il ciclismo professionistico costa troppo?

    cancelletto di partenza

    Quel centesimo che cambiò una maglia rosa: ora arriva il cancelletto che elimina l’errore umano nelle cronometro

    La potenza di Pogacar

    7,2 W/Kg: I numeri mostruosi di Pogacar spiegati ai comuni mortali

    pogacar lombardia

    Pogacar sta uccidendo il ciclismo? I dati Auditel dicono: NO

    il lombardia 2025

    I numeri formidabili di Pogacar: al Lombardia 2025 ha superato se stesso

  • Allenamento
    • Preparazione
    • Alimentazione
    • Integratori
  • Editoriale
    Wilier Triestina Cento10 Pro: aerodinamica a tutta e pronta per il debutto al Tour de France

    Prezzi, realtà e mercato: ascoltiamo i ciclisti del caso Wilier

    arkea bb

    Arkéa chiude, ma il problema è più grande: il ciclismo professionistico costa troppo?

    tour de france pubblico

    L’UCI in gara per la sicurezza: un progresso con alcune ombre

    editoriale fiera

    Italian Bike Festival 2025, la bicicletta conquista sempre più spazi. Ecco il nostro commento

    pogacar sinner

    Lo sport che consuma i suoi campioni: Sinner, Pogacar e il modello del “tutto e subito”

    ciclisti uccisi bari

    Tre ciclisti investiti e uccisi: la tragedia e l’odio nei commenti

    longo borghini giro donne

    Giro Donne, una sfida stellare soffocata dal Tour de France

    Fiandre arrivo

    Servizio pubblico Rai, Gazzetta, giornalismo e interessi inevitabili

    sanremo 2025 editoriale

    Siamo nell’età d’oro del ciclismo

  • Eventi e cultura
    • Reportage
    • L’angolo del ciclismo vintage
    • Storia della bicicletta
    • Cyclin-Notes
  • Pubblicazioni
    • Gli Speciali di Cyclinside
    • I Dossier di Cyclinside sui temi più caldi
    • Test e Collaudi
    • Libri
  • Cy-Blog
    • Bar Caffè
    • Posta dei lettori
    • Video
    • Rumors
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Cyclinside.it
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Home Test e Collaudi

Gravel in legno. E se vi dicessimo che ha senso?

Ornus: un progetto altamente innovativo e tutto italiano per chi desidera una bicicletta tecnologica e rispettosa dell’ambiente. L'abbiamo provata

Alberto Sarrantonio di Alberto Sarrantonio
13 Dicembre 2023
in Biciclette, Gravel, TechNews, Test e Collaudi
A A
4
Gravel in legno. E se vi dicessimo che ha senso?

Decisamente una delle novità più interessanti dell’ultima edizione dell’Italian Bike Festival, almeno ai nostri occhi, e della quale vi avevamo già parlato qui. Interessante non soltanto per il ricorso al legno come materiale per la costruzione del telaio, la Ornus non è infatti la prima in tal senso, ma quanto per il contenuto di innovazione tecnologica sul quale si fonda questo progetto nato nel cuore della Maremma Toscana.

Incuriositi da questa bicicletta gravel, abbiamo avuto l’opportunità di testarla di persona in un contesto probante come la Val d’Orcia Gravel 2023 e successivamente di approfondire i dettagli tecnici con Michele Cammisa, amministratore delegato di MLK Innovazione Srl, la start-up innovativa dietro a Ornus, ma soprattutto ingegnere meccanico ed esperto in progettazione di strutture. Ne è venuto fuori uno scambio approfondito che vi riportiamo qui di seguito. Alcuni concetti sono stati volutamente semplificati, mai banalizzati, per renderli fruibili ad una platea non specializzata e quanto più ampia possibile fedelmente alla vocazione della nostra testata giornalistica.

Da dove nasce l’idea di un telaio in legno?

In generale,  il legno ha delle proprietà peculiari a livello microstrutturale. Essenzialmente, la struttura cellulare del legno è un vasto complesso di combinazioni molle e smorzatori, ovvero un insieme di tanti sistemi di micro-sospensione, che aiuta a smorzare le vibrazioni che derivano dal fondo stradale e che si propagano attraverso il telaio. E proprio dal legno utilizzato, il frassino, la Ornus deriva il suo nome: ‘ornus’ in latino significa appunto frassino.

Tra tutti i tipi di legno, perché proprio il frassino?

Il frassino è il legno con le caratteristiche meccaniche più adeguate per la costruzione di un telaio per bici gravel: a fronte di un contenuto peso specifico, presenta valori elevati di resistenza e di rigidità, ma anche di durezza, con la quale preserva le superfici a vista dalle scalfitture. Inoltre conserva un comportamento elastico anche in condizioni di elevata deformazione, garantendo la flessione senza arrivare a rottura nelle condizioni di carico di questa applicazione. Il Douglas, ad esempio, risulterebbe più leggero a parità di rigidezza, ma troppo morbido e quindi troppo delicato rispetto alle azioni di graffi e colpi. Inoltre, il frassino possiede un requisito di eleganza naturale per via della conformazione delle fibre che disegnano lunghi profili senza irregolarità.

Non a caso il frassino veniva impiegato per la realizzazione delle eliche dei primi aeromobili agli albori dell’aviazione ed è tuttora utilizzato anche per la costruzione di articoli per lo sport quali mazze da baseball, remi delle barche e parallele per la ginnastica, oltre che per le casse di risonanza di strumenti musicali a corda e i manici per utensili da lavoro.

Le caratteristiche meccaniche del frassino in confronto agli altri materiali

Iniziamo con lo sfatare alcuni miti. Il legno è pesante? Il frassino, se paragonato agli altri materiali tipicamente utilizzati per la costruzione di telai per biciclette è molto leggero. Il suo peso specifico, infatti, è all’incirca un decimo di quello dell’acciaio, un quarto quello dell’alluminio, un settimo quello del titanio e un terzo quello della fibra di carbonio. Per quanto riguarda la capacità di assorbire i carichi, il frassino è anche molto elastico: quindici volte più dell’acciaio, sei volte più dell’alluminio, otto volte più del titanio e diciotto volte più del carbonio. Per dovere di cronaca, si precisa che i dati sopra riportati servono ad indicare un ordine di grandezza per confrontare tra loro i vari materiali e pertanto non sono da intendersi come validi in assoluto essendo la variabilità all’interno delle varie classi di materiali non sempre trascurabile.

Da ultimo, vale la pena parlare anche di resistenza agli agenti atmosferici. Le caratteristiche del legno rimangono quelle di un ottimo materiale da costruzione ed esistono barche, aeroplani, coperture o ponti in legno che affrontano condizioni ben più gravose di umidità, esposizione all’irraggiamento e temperature estreme rispetto a una bicicletta. È evidente che vi sono dei trattamenti specifici per migliorare le prestazioni rispetto a queste condizioni esterne, ma questo vale anche per gli altri materiali, in primis per l’acciaio che tende ad arrugginire anche per la sola umidità dell’aria ed anche il ‘tecnologico’ carbonio non può essere lasciato esposto al sole per periodi prolungati. Quindi, nulla da temere, i telai Ornus sono stati testati anche in tale senso, e sono corredati di garanzia a vita sempre nel rispetto delle condizioni di utilizzo indicate dal produttore.

Una tecnica costruttiva innovativa

Il triangolo principale è costituito da tre tratti (tubo orizzontale, obliquo e piantone) realizzati tramite accoppiamento per incollaggio di sei semi gusci ricavati dal pieno mediante lavorazione con macchine a controllo numerico. Un robot a braccio antropomorfo viene utilizzato per l’operazione di ‘shaping’ (modellatura finale) che per i primi prototipi, come quello che abbiamo testato era invece realizzata completamente a mano da artigiani qualificati. Al tatto, la sensazione è gradevole e si apprezza la qualità della lavorazione che dona un tocco di eleganza ed unicità.

I tre tratti principali sono uniti nel nodo di sella, scatola movimento centrale e tubo di sterzo mediante innesti realizzati in leghe di alluminio 6082, 6023, 7075. Degli innesti membranali speciali di spessore inferiore ad un millimetro, realizzati con multistrato di legno, sono utilizzati per giuntare e suturare dall’interno i gusci, realizzando così una scocca totalmente monolitica.

I giunti sono stati derivati da applicazioni aeronautiche e rappresentano uno dei punti di forza del progetto strutturale. I risultati delle prove hanno confermato la conformità alle specifiche richieste dalla normativa armonizzata per la sicurezza delle bici (ISO 4210). Il carro posteriore, presenta invece dei foderi in legno pieno realizzati con una struttura lamellare di tipo ‘sandwich’ a fibre parallele con anellature contrapposte e sono congiunti a livello dei forcellini mediante delle piastre in alluminio. È importante sottolineare che il metodo costruttivo e le principali soluzioni tecniche hanno già ricevuto l’approvazione brevettuale.

Orgogliosamente di legno

La trama del legno è volutamente lasciata a vista e non passa inosservata. Non nascondiamo che durante le nostre pedalate, in tanti ci hanno fermato incuriositi dall’aspetto di questa bicicletta e che i commenti sono sempre stati lusinghieri, a volte quasi increduli. La Ornus è una bici che decisamente non ha timore di apparire.

Tuttavia, ad un primo colpo d’occhio, le forme potrebbero sembrare quasi quelle di un telaio in fibra di carbonio. E di punti di contatto con la fibra di carbonio non sono soltanto visivi. Per sua natura, infatti, il frassino è caratterizzato da fibre regolari abbastanza dritte, il che consente di orientarle agevolmente nella direzione necessaria per resistere agli sforzi di trazione.

Come noto, però, le caratteristiche di un telaio non dipendono soltanto dal materiale ma anche nella geometria e quindi dalle sezioni e dagli spessori dei tubi. E ciò aiuta per quanto riguarda la resistenza laterale e a torsione principalmente grazie a sezioni maggiorate, poi neanche troppo rispetto ai tubi realizzati con materiali tradizionali, ma anche con gli spessori delle pareti dei tubi che nel caso della Ornus variano da tre a cinque millimetri a seconda delle zone. Ricordiamo che con un telaio tradizionale, in acciaio ad esempio, lo spessore delle tubazioni è dell’ordine di grandezza del millimetro in prossimità delle congiunzioni e di circa la metà nelle sezioni intermedie.

Il peso? Competitivo con i materiali tradizionali

Il ricorso a spessori maggiorati non rappresenta un problema in relazione al peso del telaio, in quanto essendo il frassino molto poco denso, l’utilizzo di una quantità maggiore di materiale non è affatto penalizzante in relazione all’uso per il quale questa bicicletta è stata concepita. Il telaio della Ornus, infatti, pesa appena 1.800 grammi, per un peso complessivo della bicicletta di circa 9 chilogrammi in base alla taglia, valore comparabile con un telaio in acciaio leggero e la posiziona evidentemente tra quelle biciclette che non ricercano la prestazione assoluta in termini di leggerezza ma che comunque offrono un elevato livello di comfort a fronte di un peso superiore ma entro livelli più che accettabili.

Non abbiamo timore di affermare che durante il nostro test, mai abbiamo avvertito il peso della Ornus come un limite severo al nostro incedere. È evidente che sulle salite più impegnative, i grammi in più si fanno sentire ma se affrontate con andatura regolare, senza variazioni di ritmo eccessive, alla fine dei conti prevale più la sensazione di comodità, specialmente su fondi particolarmente sconnessi, che quella di minor leggerezza rispetto a telai meno pesanti in fibra di carbonio.

Sostenibile per scelta convinta

La Ornus dichiara a gran voce la propria vena ambientalista, nell’accezione più positiva del termine. Come noto, il legno è un materiale sostenibile e rinnovabile in quanto alla fine del ciclo di vita il legno può essere recuperato integralmente e riutilizzato. I telai sono realizzati a partire da frassino proveniente da foreste certificate FSC (Forest Stewardship Council).

Con un solo albero di media grandezza si riescono a produrre circa cinque telai e per ogni albero tagliato ne vengono ripiantati ben due. Inoltre, se si considera il progetto nella sua interezza, il livello di emissioni associato alla produzione di un telaio in legno è di gran lunga inferiore a quello di un telaio realizzato con materiali tradizionali, i quali sono soggetti a diverse fasi di lavorazione per essere portati a materia prima finita, quindi con uso di prodotti chimici industriali e mediante processi altamente energivori.

L’obiettivo per il futuro: accessibilità per una platea sempre più ampia

La Ornus che abbiamo provato, così come quelle in mostra all’Italian Bike Festival, è sostanzialmente un prototipo rifinito interamente a mano con costi di produzione necessariamente elevati. Ricordiamo che a Misano la Ornus veniva proposta ad un prezzo di listino intorno ai 10.000 euro per l’allestimento top di gamma, indubbiamente una cifra non alla portata di tutti.

La buona notizia, per chi è interessato a fare sua la Ornus, è che, grazie all’industrializzazione della produzione su più larga scala, a solo 2 mesi dalla presentazione, il prezzo al pubblico è stato già abbattuto notevolmente: oggi, infatti la Ornus è disponibile a partire da 6.800 euro fino ad un massimo di 8.300 euro in base all’allestimento scelto. E, se le previsioni che puntano a dei volumi di produzione di fino a mille telai l’anno, almeno in una prima fase, si dovessero concretizzare, è ipotizzabile una ulteriore riduzione con un ampliamento dell’offerta con un modello di primo prezzo.

È evidente che la Ornus è una bici ‘sui generis’ ed in quanto tale si rivolge ad una platea di utenti sofisticati per necessità, abitudini e punto di vista rispetto alle tematiche ambientali ed il posizionamento di prezzo che ne deriva, a nostro avviso, è in linea con le ambizioni di questa bicicletta. Da segnalare, poi, che sarà inoltre disponibile su richiesta una serie limitata rifinita interamente a mano e personalizzabile in base ai desideri del cliente.

Non solo gravel. Un progetto in continua evoluzione

La gravel è solo il primo passo concreto di un progetto che punta in grande e che a breve vedrà entrare in gamma anche una city bike ed una cargo, anche esse realizzate fedelmente al credo di Ornus. L’intenzione dichiarata è di rivolgersi ad un pubblico sempre più ampio e che sposi la filosofia alla base di questo progetto. Attendiamo con curiosità gli sviluppi in tal senso per tenervi aggiornati sulle ultime novità tecnologiche e di mercato come nostra prassi. Il segmento urban, è in effetti in forte crescita, anche grazie alla progressiva affermazione delle e-bike e non ci dispiacerebbe un giorno poter provare anche una Ornus a pedalata assistita.

Il test: le nostre impressioni sul campo

È stata proprio la capacità intrinseca di ammortizzazione del telaio in legno la caratteristica che ci ha colpito sin dai primi colpi di pedale. La Ornus è una bici talmente comoda che è un piacere pedalarci sopra. A ciò contribuisce anche la geometria con dei valori di passo, reach, angolo tubo piantone e tubo sterzo che permettono una posizione in sella rilassata e confortevole senza compromettere però la guidabilità.

In discesa ci siamo divertiti a lanciare la Ornus ad alta velocità e la risposta è sempre stata precisa e puntuale, anche su fondi particolarmente sconnessi. Dopo aver pedalato di buona lena sul percorso lungo della Val d’Orcia Gravel con 135 chilometri su 3.300 metri di dislivello, una volta scesi di sella non avevamo un dolore che fosse uno, alla schiena come al collo o alle braccia – ovviamente al netto della fatica accumulata nei muscoli delle gambe, che all’ultimo ristoro abbiamo cercato di annebbiare con un buon calice di Brunello di Montalcino.

E non crediate che la Ornus non sia reattiva. Certo se ci si aspetta la prontezza di un telaio da competizione in fibra di carbonio, si potrebbe rimanere interdetti, ma vi possiamo assicurare che la Ornus risponde bene alle sollecitazioni impresse dal ciclista in maniera coerente, senza alcuna incertezza. In sintesi, possiamo affermare che la Ornus mantiene la promessa di essere una bici godibile, per niente esasperata, una bici da usare tutti i giorni in qualsiasi tipo di situazione. A nostro avviso, questa bici offre il meglio di sé sulle strade bianche che tanti ciclisti stanno attirando ultimamente e delle quali il territorio italiano è pieno in ogni regione.

Come sempre, è importante calibrare con attenzione la pressione degli pneumatici. La nostra Ornus era equipaggiata con i Pirelli Cinturato Gravel H 700x40C, gomme adatte per terreni compatti, fondi duri e superfici veloci, che abbiamo tenuto tra i 2,5 e i 3,5 bar in base alle caratteristiche del fondo ed al carico totale del sistema bicicletta più ciclista. Per completezza d’informazione, segnaliamo che il telaio della Ornus presenta un passaggio ruota che consente di alloggiare pneumatici fino a 44 millimetri di sezione.

A completare l’allestimento che abbiamo provato, segnaliamo i cerchi Fulcrum Rapid Red 3, trittico Ritchey in alluminio, sella Fizik Terra Argo X3 e gruppo Shimano GRX 810 in configurazione 1x.

Taglie disponibili, allestimenti e prezzi

La Ornus gravel è disponibile in sei taglie: 49 – 52 – 54 – 56 – 58 – 61. Per quanto riguarda il peso del telaio si va da un minimo di 1,7 chilogrammi della 49 ad un massimo di 2,1 chilogrammi della 61. La bici completa si attesta su un peso tra gli 8,8 chilogrammi e i 9,3 chilogrammi a seconda della taglia e dell’allestimento.

Ornus G1 – 8.300,00 euro

  • Gruppo: Shimano GRX 820 12v
  • Ruote: Fulcrum Speed 42DB

Ornus G2 – 7.800,00 euro

  • Gruppo: Campagnolo Ekar 13v
  • Ruote: Campagnolo Levante

Ornus G4 – 6.800,00 euro

  • Gruppo: Shimano GRX 810 11v
  • Ruote: Fulcrum Rapid Red 5

Per maggiori informazioni: https://www.ornusbike.com

 

Tag: frassinogravellegnomade in italynovità 2024ornusval d'orcia

Altri articoli

Merida Mission
Gravel

Merida Mission, il gravel che corre come una bicicletta stradale

7 Novembre 2025
Aquila Gravel, viaggio tra i sapori sui sentieri della Grande Guerra
Cicloturismo

Aquila Gravel 2026: sfida e avventura tra i Colli Berici, iscrizioni al via

5 Novembre 2025
EPICDAYS
Bikepacking

Pasqua 2026 in sella: 550 km per scoprire la Lombardia pedalando

5 Novembre 2025
Ciclovie della Transumanza: in bici, in Abruzzo, sulle tracce degli antichi tratturi
Cicloturismo

Ciclovie della Transumanza: in bici, in Abruzzo, sulle tracce degli antichi tratturi

3 Novembre 2025
marco fardelli
Posta dei Lettori

Manubrio flat sulla gravel? A me ha risolto un problema

27 Ottobre 2025
GRANDURANCE
Gravel

Bergamont Grandurance MY26: il gravel secondo Bergamont entra in una nuova era

24 Ottobre 2025
val d orcia gravel
Cicloturismo

Polvere, sapori e un sorriso: la Val d’Orcia Gravel prepara la sua rivoluzione 2026

20 Ottobre 2025
Bianchi Arcadex AL
Gravel

Bianchi Arcadex AL: vivere il gravel senza spendere troppo

18 Ottobre 2025
Val d'Orcia gravel
Gravel

Val d’Orcia Gravel 2025: un programma “spaziale” tra bici, gusto e territorio

13 Ottobre 2025

Commenti 4

  1. Alessandro says:
    2 anni fa

    E con i tarli come se la cava?

    Rispondi
  2. Elvis says:
    2 anni fa

    Da amante del legno, e solo come secondo, falegname, trovo questa bicicletta spettacolare, sia dal punto di vista tecnico, che estetico.
    Alla fine, pesa un kg in meno, della mia gravel in alluminio.
    Purtroppo, per me, è fuori budget, ma se avessi 8000€ da spendere, di sicuro, li spenderei su questa bici, piuttosto che su una delle più blasonate biciclette in carbonio.
    PS
    Per rispondere al simpaticone qui sopra, con determinati trattamenti al legno, i tarli, li vede col binocolo.

    Rispondi
  3. ito ando says:
    2 anni fa

    parto dall’elemento costo, troppo cara per consentire una diffusione,
    poi una domanda: ma nei punti in cui il metallo tocca il legno cosa succede? Da sempre sappiamo che la parte debole soccombe e quindi?
    Infine -sostenibile ed ecologica-; a parte il telaio è esattamente come ogni altra bici, inquinante o meno, e le vernici/resine per trattare il legno siamo sicuri che non siano inquinanti?
    Mi sembra un esercizio di stile.
    ciao.

    Rispondi
  4. diego says:
    1 anno fa

    E’ molto bella ed abbastanza leggera e di certo comoda ma non ho capito se è tanto tosta da poter sopportare un portapacchi e le sue sacche laterali (ci vado matto per le sacche).
    Grazie.
    Diego

    Rispondi

Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Cyclinside.it

Cyclinside® è una testata giornalistica registrata nel 2008 e poi presso il Tribunale di Varese con n° 1/2019 del 31/01/2019 - Editore Guido P. Rubino P.I. 10439071001
Iscrizione al Registro degli Operatori della Comunicazione con registrazione n° 35370 aggiornata 8 ottobre 2020.

  • Privacy & Cookie Policy
  • Contatti
  • Redazione
  • Pubblicità su Cyclinside
  • –
  • Ultime 100 Notizie
  • Newsletter

© Cyclinside - tutti i diritti riservati - La riproduzione di fotografie e testi per più del 10 per cento è vietata. È obbligatorio indicare il link della pagina.

Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Technews
    • Ultime Novità
      • Biciclette
      • E-Bike
      • Ciclocross
      • Pista
      • Bici da Città
      • Fixed
      • Componenti
      • Abbigliamento
      • Accessori
      • Triathlon
    • Test e Collaudi
    • Gravel Inside
    • Ciclo Turismo Inside
    • MTB
    • E-bike
    • Mercato e aziende
    • Donne in Bici
  • Gare
  • Allenamento
    • Preparazione
    • Alimentazione
    • Integratori
  • Editoriale
  • Eventi e cultura
    • Reportage
    • L’angolo del ciclismo vintage
    • Storia della bicicletta
    • Cyclin-Notes
  • Pubblicazioni
    • Gli Speciali di Cyclinside
    • I Dossier di Cyclinside sui temi più caldi
    • Test e Collaudi
    • Libri
  • Cy-Blog
    • Bar Caffè
    • Posta dei lettori
    • Video
    • Rumors
  • Tecnica
    • Tipologie di Biciclette
    • Componenti Bici
      • Comandi
      • Comandi cambio
      • Deragliatore
      • Il cambio
      • Guarnitura
      • Catena
      • Freni
      • Gomme
      • Manubrio
      • Movimento centrale
      • Pedali
      • Pedivelle
      • Pignoni
      • Ruote
      • Sella
    • Geometria
      • Angoli
      • Orientamento
      • Soluzioni Geometriche
    • Materiali
      • Acciaio
      • Alluminio
      • Fibra di carbonio
      • Magnesio
      • Titanio
    • Telaio
    • Usare la bicicletta
      • Guidare la bicicletta
      • I rapporti
      • Trasportare la bicicletta
    • L'Angolo del Telaista
    • Acquisto
  • Privacy & Cookie policy
  • Contatti
  • Redazione
  • Pubblicità su Cyclinside
  • Ultime 100 notizie
  • Newsletter

© Cyclinside - tutti i diritti riservati - La riproduzione di fotografie e testi per più del 10 per cento è vietata. È obbligatorio indicare il link della pagina.