4 giu 2016 – Più che un rilancio, quello che sta avendo il ciclismo femminile, è un’affermazione. La notizia che l’UCI voglia equiparare i premi a quelli dedicati alle gare maschili conferma anche nelle istituzioni una dignità che le cicliste si sono conquistate con forza e sul campo. Abbiamo visto Mery Cressari qualche giorno fa, lei fu il simbolo di una riscossa femminile in bicicletta quando le donne erano guardate male in bici anche se andavano solo a far la spesa, figuriamoci a correre.
Sono arrivate lontano invece. Il ciclismo femminile cresce per volontà proprio delle donne e il mercato si è accorto che si tratta di clienti molto interessanti. «Una donna non uscirebbe mai in bicicletta con pantaloncini e maglia non abbinati – ci raccontava tempo fa Paola Santini, dell’omonimo maglificio sportivo – e se un capo diventa vecchio lo cambia subito. Gli uomini sono meno attenti all’estetica».
Specialized ha dedicato un’esperta di settore in ogni sua filiale nel mondo. Investimento non da poco ma ben calcolato e certamente non in perdita, anzi. I numeri parlano chiaro: le donne che pedalano sono sempre di più, basta vedere per strada quante se ne incontrano, decise e determinate e vincenti.
E se n’è accorto anche chi organizza gli eventi. L’arrivo del Tour de France è diventato un appuntamento fisso per le gare femminili. Altre corse stanno mettendo in parallelo la corsa maschile a quella femminile. Le Classiche del Nord ad esempio (anche se poi l’attenzione mediatica sembra andare contro corrente in quelle corse), ma anche il recente Tour Of California che ha previsto le ultime tre tappe maschili con anticipo della corsa femminile.
Il Giro d’Italia per ora non ne parla, ma appena lì su, al marketing, dovessero leggere i numeri e tradurli in potenziali guadagni c’è da scommettere che qualcosa si inventeranno. Se non li puoi prendere per passione, almeno per convenienza.
Intanto Cittiglio, in provincia di Varese, diventa ogni anno di più il centro italiano del pedalare al femminile. Il Trofeo Alfredo Binda è l’unica prova italiana del World Tour (già Coppa del Mondo) ed è già cresciuto allargando la partecipazione alla categoria Junior, perché se vuoi i campioni domani devi coltivarteli da piccolo. Minervino, l’organizzatore, è più di un visionario in questo senso. Il suo lavoro col ciclismo femminile funziona così bene che è stato proprio il ciclismo femminile, qui, a portare quello maschile con la prova internazionale Under 23 di luglio che si è messo in scia con successo.
GR