13 ott 2018 – Poteva fermarsi Nibali, restare nel gruppo dei migliori che comunque la sua corsa l’aveva fatta e aveva già messo nella bisaccia una bella figura. Uno che il Lombardia l’ha vinto già, che ha vinto pure la Sanremo e tutti tre Grandi Giri poteva ritenersi appagato e pedalare fino all’arrivo insieme agli altri, che la fatica era tanta e la giornata pure calda. Altro che foglie morte.
Le uniche foglie morte che si sono viste davvero al Lombardia sono quelle soffiate in faccia da un elicottero un po’ troppo protagonista. Tant’è che, a un certo punto, lo stesso Pinot, poi vincitore, ha rivolto un gesto eloquente verso il cielo: “un po’ più lontano, per favore!” o qualcosa del genere. In francese o forse in veneto, lingua universale in certi casi ciclistici.
Sul Muro di Sormano sono saliti in tantissimi, a piedi e in bicicletta, in sella o spingendo come hanno potuto. Leggendo le scritte per terra, storia del ciclismo, oppure recitando la litania dei metri che avanzano e salgono e sono tutti lì, stampati sull’asfalto della via crucis del ciclista. La bicicletta che diventa una croce, benedetta da sua maestà il Ghisallo. Corridori che si trasfigurano in una salita dura che diventa cattiva e violenta, da non far bastare più la scala dei pignoni.
Una spinta per favore.
Qualcuno chiede e qualcuno dona. Altri si inchinano ai più forti che proprio non gli puoi tenere le ruote. Che quando Nibali scatta lo stadio si infiamma, due curve, come nel calcio, ma qui le curve sono tornanti di una esse micidiale. Che poi ci sarebbe anche da rimanere lucidi per la discesa.
Al Lombardia, che Giro non è più per volere dei padroni del vapore e del marketing, è l’ultima salita a fare la selezione finale. L’ascesa di Civiglio sa di gambe dure per tutti tranne che per Pinot, grazia francese di uno stato di forma meraviglioso e puntuale. Giusto premio da riscuotere, da solo, sul rettilineo finale di Como.
Davanti a Nibali il Campione, quello che non si arrende. Che dopo che l’hanno ripreso gli inseguitori è ripartito ancora: maledetto Lombardia che sfuggi. Non vinco ma il podio non me lo tolgono questi qui. Una firma e una promessa. Se le cose fossero andate solo un po’ diversamente chissà. La ruota gira e alla sfortuna s’è già dato.
Galleria fotografica
Guido P. Rubino