2 nov 2016 – Vi trovate in fuga, quella buona che va all’arrivo alle Olimpiadi, per la prossima occasione, se mai ci sarà, bisognerà aspettre quattro anni. Vi offrono centomila euro per far vincere Nibali, che fate?
Questo è lo scenario che aveva immaginato Cipollini quando gli è stato chiesto, qualche tempo fa, un parere sulla corsa.
Ok, ci siamo: detta così suona male. Sa di inghippo e puzza di imbroglio, ma che si comprano e si vendono le corse così? E infatti Nibali non l’ha fatto e la corsa è andata com’è andata. In una situazione più tranquilla, aveva ipotizzato Cipollini, Nibali non avrebbe rischiato oltre ogni limite in discesa e magari ora avrebbe il titolo olimpico a casa. Già suona meglio.
Centomila euro.
Ci ho pensato un po’ prima di scrivere perché ero indeciso se farmi prendere dallo scandalo oppure rifarmi a quello che ho letto e so del ciclismo.
Non è una questione di soldi, ma di tattica e di accordi sottobanco. Prima di scandalizzarvi finite di leggere per favore. Perché quello che pare brutto è parlare di soldi così spudoratamente, ma il ciclismo, al di là di questo episodio, è fatto anche di strizzate d’occhio al momento giusto. In che modo?
Non è un accordo economico anche quando il corridore in maglia gialla o maglia rosa lascia vincere il compagno di fuga per gratificarlo del lavoro fatto nel consolidare la sua posizione in classifica?
Si dirà: ma lì non c’è uno scambio economico, sono favori normali da riscuotere nelle tappe successive. Be’, lasciar vincere una corsa è un favore che porta a un bel vantaggio economico a chi taglia il traguardo per primo. Chi lascia la vittoria lo fa per avere un alleato in più nelle tappe successive, ad esempio. Così come può essere visto come accordo a sfondo economico anche il coalizzarsi di squadre per fare fronte ad un avversario comune e metterlo in difficoltà.
Lo abbiamo auspicato anche qui diverse volte per “mettere pepe” durante corse a tappe il cui epilogo iniziava a diventare scontato, ma non perché stessimo invocando chissà che raggiri, semplicemente il ciclismo è sempre stato questo: tattica e accordi, altrimenti basterebbe misurare la potenza alla mattina e fare due conti o poco più. Chi vince un grande giro, così alcune corse importanti, è il corridore che si sa “gestire” meglio. E nella parole è incluso non solo la capacità di interpretare la corsa, ma anche di saperla volgere a proprio favore nei momenti decisivi sfruttando il lavoro degli altri e qualche favore.
Ancora più semplice: un gruppetto di corridori che va al traguardo con uno nettamente più forte degli altri in volata. Che succede? La tattica vorrebbe che gli altri provino a mettere in difficoltà chi li batterebbe facilmente nello sprint scattando uno per volta – anche se non sono della stessa squadra – e lasciandogli l’onere dell’inseguimento.
Quella è tattica, sì, ma anche interesse economico del momento. In fondo se Nibali avesse promesso qualcosa a Henao per occuparsi di Majka che era rimasto con loro a quest’ora potrebbero essere tutti e due medaglie del podio olimpico. Quel qualcosa potevano essere centomila euro o l’appoggio in una qualche prossima gara a tappe, chissà. Chissà che altre volte non sia già accaduto qualcosa del genere (anche senza Nibali, intendiamo) e semplicemente l’abbiamo archiviata come “acume tattico” di un corridore o di un altro.
Insomma, il ciclismo vive anche di piccoli e grandi accordi stipulati al volo, anche tra tecnici in ammiraglia, per un bene comune che, alla fine, è sempre economico. Ma se lo chiamiamo gloria non si scandalizza più nessuno.
O no?
Non pretendo di dare ragione a chi la pensa in un modo o nell’altro con quanto scritto, semplicemente è una riflessione sulle cose e sul ciclismo così come è stato fin’ora e come la letteratura sportiva lo ha raccontato descrivendolo in maniera affascinante. Anche nelle sue tattiche da indovinare.
Guido P. Rubino
Nessuno considera, ma forse Cipollini ha sottinteso…., che anche Majka poteva aver fatto un simile accordo, e che in parte stava riuscendo… Il che renderebbe la vittoria di Van Avermaet più piacevole. Poi vista così sarebbe molto più verosimile, per le caratteristiche e il livello dei corridori, per le alleanze.. Per cui non capisco se é solo distrazione o si é voluto in realtà indicare una strada….