19 mar 2020 – Il prestigioso magazine tedesco ha pubblicato ieri online un articolo che spiega quello che sostiene da tempo l’Associazione Esperti Promotori della Mobilità Ciclistica, tanto da aver indetto un piccolo contest a giovani artisti che si è concretizzato con il fumetto della brillante studentessa Francesca Pantini di Roma.
In sostanza, in questo periodo è in primis opportuno isolare i casi dei ciclisti sportivi amatoriali che non hanno considerato la gravità della situazione e spesso sono stati colti ad allenarsi anche in gruppo e senza grossi accorgimenti in quanto a prudenza.
Qui si tratta invece di analizzare il problema limitatamente alle esigenze di trasporto di persone o cose, di chi cioè non può rinunciare a muoversi per lavoro o anche solo per fare la spesa o visite mediche non rimandabili. Senza contare che la bicicletta in questo periodo, vista la notevole e generalizzata diminuzione di traffico, può cominciare a crescere più facilmente anche nella sue varie modalità “cargo”: con opportuni accorgimenti o con i mezzi più specializzati e attrezzati, anche in questo periodo insomma diventa perfetta anche per tanti piccoli e irrinunciabili trasporti e consegne professionali.
In realtà, a ben vedere, la bici in questo contesto è perfino molto meglio dell’auto, specie se usata in regime di car-pooling. Di solito, per lenire le code e ottimizzare i costi e l’impatto ambientale, andrebbe consigliato alla popolazione di imbarcare più persone possibili sulle automobili private per rendere più efficienti i singoli spostamenti. Tuttavia in questo particolare momento storico, laddove le distanze e le caratteristiche del territorio lo permettano, è giunto davvero il momento di inforcare la bicicletta proprio per andare a lavorare tutti i giorni. Perché, non avremmo mai immaginato di poterlo dire, il traffico che ha sempre fatto da deterrente NON c’è.
Si deve tenere conto che il contagio è possibile e probabile anche in auto e che l’uso dell’auto in “gruppo” porta a una distanza che non andrebbe bene con “estranei” al nucleo familiare.
Certo, non bisogna dimenticare l’invito a “non creare problemi e sovraccarichi” al sistema sanitario. Ma andare in bici nel tragitto casa-lavoro pian pianino, siamo sicuro che sia così rischioso quando il traffico è pesantemente diminuito? E poi solo l’altro ieri anche Il Sole 24 Ore riportava uno studio (https://www.ilsole24ore.com/) che metteva il relazione il Pm10 con la diffusione del virus, visto che le aree dove il contagio è maggiore in Italia coincidono proprio con zone dal più alto inquinamento.
Tornando a Der Speigel, il vantaggio di spostarsi in bicicletta ai tempi del #coronavirus è quindi dai colleghi tedeschi caldeggiato sia per diminuire il contagio diretto sia per garantirsi un fisico più robusto.
L’invito viene direttamente dal ministro della salute tedesco Jens Spahn. Una nazione ancora decisamente indietro nel tempo in quanto a misure preventive rispetto a Italia e Svizzera, ma che conta una quantità di persone importante abituate a usare la bicicletta nella quotidianità e nel tempo libero.
Lo stesso articolo è piaciuto anche al DT della nazionale azzurra Davide Cassani, che lo riprende e invita alla discussione sul tema dalla sua pagina di Facebook.
La bici infatti come mezzo di trasporto garantisce la migliore “autoprotezione”. D’altro canto, i polmoni di chi pedala sono meglio ventilati e capaci di meglio sopportare anche un eventuale “stress” dalla malattia.
Insomma, se proprio dovete spostarvi e potete scegliere, evitate i mezzi pubblici, possibilmente anche l’auto, e prendete la bicicletta!
Alex D’Agosta