29 mar 2020 – Si comincia a parlare di ripresa delle attività immaginando un calendario ipotetico di riaperture, chi prima, chi dopo… Ma ci troveremo anche con abitudini cambiate, anche solo per prudenza, almeno all’inizio. È quel che a volte è stato fatto da case che sperimentavano i propri prodotti, oppure per capire se una determinata tipologia di mezzo potesse andare bene o meno in una certa situazione.
Ora stiamo assistendo a una modificazione sociale che non è certo un esperimento. Ve l’immaginate come sarà la riapertura delle attività alla fine di tutto? Sarà terminata completamente la pandemia o basterà considerarla in forte calo? La situazione insolita di questi giorni diventa abitudine, le distanze sociali si modificano, ci vorrà senz’altro un po’ per accettare di nuovo la vicinanza dell’altro come cosa naturale.
Cambierà anche la mobilità? Certamente in questi giorni di fine picco (vogliamo sperarlo) c’è da riflettere anche su questo e c’è pure il tempo, perché no, per provare a ragionare in maniera diversa. Forse per giungere, da tanto disastro, a un’evoluzione.
Quella della bicicletta ad esempio. Ne abbiamo già parlato in passato e proprio nei giorni di inizio quarantena, ancora prima della sollecitazione di utilizzare la bicicletta al posto dei mezzi pubblici, erano aumentati gli utenti delle due ruote a pedali. Almeno quelli che, così, potevano evitare di effettuare i propri spostamenti necessari, su mezzi pubblici affollati. Non è un caso che alcuni distributori di parti di ricambio (prima della serrata definitiva) avevano registrato un aumento di richieste di ricambi da parte dei riparatori. Segno che erano molti quelli che avevano tirato fuori una bicicletta per usarla per la mobilità necessaria rinunciando al trasporto urbano e forse anche all’automobile.
Una bella riflessione vale la pena segnalarla, è quella di Alex d’Agosta che, stavolta, scrive per il Sole24 Ore un articolo molto approfondito sul tema.
Ve ne consigliamo la lettura qui: https://www.ilsole24ore.com
Redazione Cyclinside