7 lug 2019 – È uno degli esercizi tecnici più belli del ciclismo. La cronosquadre è essenza di tecnologia e tattica, sincronismo perfetto, precisione. Deve essere tutto calcolato.
Per quello è facile subirne il fascino. È uno degli aspetti del ciclismo. Se volessimo immaginarne un opposto, alla cronosquadre, c’è l’attacco in salita (che può essere altrettanto tecnologico, su un altro piano). Forza, prima di tutto, poi sincronismo, aerodinamica, allenamento. Ogni movimento in più è aria che arriva addosso e quindi un freno.
Bisogna calcolare anche chi tira di più, salvaguardare i corridori meno forti a cronometro, se puntano alla classifica, quindi tirate regolari, solo più lunghe da parte dei corridori più portati.
È così che si sono regolati anche oggi i team che si sono sfidati nella seconda tappa del Tour de France.
Una gara corsa a più di 56 di media grazie ai rettilinei ampi del percorso si risolve in un computo tattico di distacchi. E già possiamo contare Nibali che ha lasciato dietro di sé i squadre come Astana e Mitchelton Scott, squadre che contengono i rivali diretti per la classifica.
La sfida sul filo dei secondi ha visto la Ineos in testa per quasi tutta la gara. Un soffio, sul traguardo, a tenere dietro la Deceunink Quick Step per meno di un secondo. Ma dietro è arrivata una indiavolata Jumbo Visma con la maglia gialla Teunissen. Miglior tempo a tutti gli intermedi e venti secondi di vantaggio sulla Ineos al traguardo.
Male la Ag2R di Bardet e anche la Scott di Adam Yates avrebbe sperato in meglio.
La Jumbo Visma ora è davanti a tutti. Secondo in classifica un tal Van Aert… quasi quasi può sognare. E sarebbe fantastico anche per il pubblico. Certe storie sono belle da raccontare.
Certo, a guardare la classifica per noi italiani c’è un rammarico: se la Jumbo Visma avesse perso più di 30 secondi dalla Ineos, oggi avremmo Gianni Moscon in giallo. Fantascienza, fantasia. Prove di pensieri guardando alla classifica generale.
Redazione Cyclinside