Uno scatto secco, anzi due. Il primo per riprendere Pogacar, poi per scappare via, un attimo prima della discesa fatta a rotta di collo, come si deve, come merita il Poggio giudice, anche stavolta, della Milano Sanremo. Mathieu van der Poel non lascia scampo.
Dietro di lui Filippo Ganna che ha tenuto mostruosamente sul Poggio e, nel finale, toglie letteralmente di ruota Van Aert negli ultimi metri.
Giovanni Battistuzzi, sul Foglio, l’ha definita “dolce noia” e come contraddirlo? Nelle ore chiacchierate di una diretta forse inutile o forse bella si è ragionato su tutto. Dal ciclismo alla primavera, dalla festa del papà agli esordi ciclistici con ovvio rivangare di ricordi.
Dolce noia, dolce ciclismo con una fuga partita e mai decollata tanto per non ammazzarsi dopo a inseguire.
Una tensione che si accumula fino al Poggio. Ci sono quasi 300 chilometri per pensarci considerando anche il tratto fino al chilometro zero.
Chilometri che passano, chissà di cosa chiacchierano i corridori in questi passaggi lunghi che servono solo a cuocere a puntino lo spettacolo del finale. Solo un brivido per Alaphilippe intruppato in un groviglio di gruppo a bassa velocità. Nessun danno fisico (non è neanche caduto) ma bici rotta e inseguimento per rientrare velocemente. Piccoli brividi a riempire i chilometri. I telecronisti, a momenti, ringraziano. Nel trasferimento iniziale era addirittura caduto Pogacar (senza conseguenze). Un po’ più dolorosa la caduta di Bodnar scendendo dal Turchino. Copertoncino tubeless uscito dal cerchio e impossibilità di restare su.
La prima selezione degna di nota si fa a Capo Berta dove scende dal treno Mark Cavendish. Difficile dargli possibilità di vittoria a lui che la Sanremo l’ha già vinta, ma erano altri tempi.
Crescono velocità e tensione a meno di 40 chilometri dall’arrivo ed anche la fuga perde secondi e pezzi. Tra questi anche Sam Bennett che rovina a terra mentre cerca di risalire il gruppo, poi Tratnik che si aggancia con Kwiatkowski.
La fuga termina a 27 chilometri dall’arrivo, giusto prima della Cipressa. Nelle prime rampe si stacca Gaviria: fuori un altro protagonista della vigilia.
Poi il Poggio, come sempre a tutta, alle porte dalla storia. Inizia la Bahrain, poi Wellens aumenta a tutta col suo capitano Pogacar. Lo scatto di Pogacar porta via un incredibile Ganna, poi Van der Poel e Van Aert.
Poi parte Van der Poel che è il primo a prendere la discesa, dietro di lui Van Aert.
Non lo riprenderanno più.
ORDINE D’ARRIVO
1 – Mathieu Van der Poel (Alpecin-Deceuninck) – 294 km in 6h25’23” alla media di 45.773 km/h
2 – Filippo Ganna (Ineos Grenadiers) a 15″
3 – Wout Van Aert (Jumbo-Visma) s.t.
4 – Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) s.t.
5 – Søren Kragh Andersen (Alpecin-Deceuninck) a 26″