Una Roubaix combattuta come non ci si aspetterebbe nemmeno da un tappone alpino del Giro d’Italia (ammesso che ci sia qualcuno disposto ad attaccare presto in una tappa del Giro). Il caso ci ha messo lo zampino con una caduta che ha spezzato il gruppo ben prima della foresta di Aremberg, dove solitamente iniziano a vedersi degli episodi fondamentali per lo svolgimento tattico della gara. La caduta a 114 chilometri dal traguardo ha tagliato via dai primi proprio Sagan e Cancellara, i due favoriti alla partenza.
Con pochi compagni vicino (male) si sono trovati a correre una Roubaix insolitamente in salita. Davanti intanto un attento (e furbo) Tom Boonen si è trovato con un bel vantaggio e pure un compagno di squadra fondamentale: Tony Martin, l’uomo perfetto per tirare via la fuga. E infatti il gruppo iniziale dei sopravvissuti alla caduta, di una trentina, si è subito assottigliato andando lentamente a recuperare sulla fuga che era in avanscoperta dalle prime fasi di gara.
La mossa è da campioni e da favoriti: Sagan e Cancellara a 60 chilometri dall’arrivo sono usciti da soli col vento in faccia, ma niente da fare. Giochi definitivamente chiusi quando Cancellara scivola sul fango del pavé (proprio lui!) e Sagan, alla sua ruota, fa un numero da circo (guarda) per rimanere in piedi.
Corsa finita per i due. Cancellara dietro generoso. Sagan rimane con un gruppetto a circa un minuto di ritardo dai primi. Boonen davanti dimostra di essere in buona forma pedalando sul pavé con il suo stile inconfondibile. Vanmarcke e Boasson Hagen a dosare le forze fino al Carfour de l’Harbre dove Vanmarcke cala lasso è scappa via tenendo gli altri a una decina di secondi per un po’. Niente da fare e alla fine l’allungo di Boonen pare davvero quello buono, seguito da un Hayman, che non sembra preoccupante per il belga. Ma ancora di nuovo i primi tutti insieme nel velodromo di Roubaix. E la volata finale prende la forma che non ti aspetti. La spunta Mathew Hayman. Non ci crede neanche lui nelle prime foto dopo l’arrivo. Era il più inaspettato, ma certamente un campione. Il secondo che porta la Roubaix fuori dall’Europa. Ha 38 anni e gli si possono solo fare i complimenti. Boonen avrà da rimuginare su come ha gestito la volata probabilmente.
Les guerriers / Warriors #ParisRoubaix pic.twitter.com/0NqEcvOoby
— Paris-Roubaix (@parisroubaix) April 10, 2016
Ecco l’arrivo incredibile:
https://www.youtube.com/watch?v=eAAsInCUCE0
(Foto di apertura: ©Kristof Ramon) – Redazione Cyclinside, 10 apr 2016