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Pericolo e-bike: una questione di cultura

Più di una bicicletta, meno di una moto, le e-bike portano una nuova cultura di utilizzo che rischia di prendere il peggio da tutti

Redazione di Redazione
6 Settembre 2022
in Blog, e-Bike, TechNews
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2
Pericolo e-bike: una questione di cultura

Un boom di eBike. L’estate 2022 volge al termine già con questa certezza. Le e-bike sono state protagoniste di viaggi e turismo ma anche di città, di mobilità, di spostamenti rapidi anche solo per andare al mare o fare la spesa. Insomma, quotidianità.

Però montano sempre di più anche le polemiche e, a ben guardare, nemmeno a torto. Già, in queste settimane un po’ in giro per l’Italia, si è visto davvero di tutto e, troppo spesso, biciclette elettriche che con le e-bike hanno davvero poco a che fare se si spostano senza che l’utilizzatore pedali.

Sì, delle e-bike truccate abbiamo già parlato, compresi i rischi che si corrono dal punto di vista della sicurezza e poi anche della responsabilità penale di condurre un mezzo non omologato e che andrebbe targato e assicurato.

Ma questo, pure importante, è appunto altro argomento di cui si è già detto. Il problema evidente è che le bike vengono utilizzate male. Sia dal punto di vista tecnico che legale. Sono biciclette, sì, ma questo non vuol dire che sono al di sopra del codice della strada. La legge vale pure per loro così come la responsabilità civile di chi le utilizza. E si rischiano guai grossi in caso di incidente.
Ma andiamo con ordine.

Una manifestazione in e-bike, altrimenti anche per questo tipo di biciclette vale la regola di tenere la destra il più possibile.

Tecnicamente sono biciclette

Lo sono, sì, a tutti gli effetti e occorre tenerne conto. Insomma, non va bene usarle come capita perché tanto “hanno il motore”. Il motore soffre esattamente come i nostri muscoli se viene utilizzato malamente. Quindi, se pedalare col rapporto più lungo possibile ci fa stancare prima su una bicicletta tradizionale, su una e-bike, fa fare sforzi esagerati al motore affaticandolo sul lungo periodo e facendolo consumare di più nell’immediato. Quindi l’autonomia cala drasticamente rispetto a un utilizzo ottimale. Tenere un ritmo di pedalata adeguato in ogni occasione dà anche maggiore spunto nelle ripartenze e stressa meno la componentistica.

L’impiego del motore dà alla bici una spinta che i soli muscoli non darebbero, per questo motivo la componentistica si è adeguata e si sta adeguando sempre di più. La catena è il primo componente su cui si è vista la necessità di intervenire, ma anche questa, con un uso corretto dell’ebike, può durare molto di più.

Restare a secco

La preoccupazione maggiore di chi utilizza un’e-bike è quella di restare con la batteria scarica lontani dalla base. L’e-bike, tranne pochi modelli, è una bicicletta solitamente pesante, parecchio di più di una bicicletta senza motore, e restare a piedi, specialmente se ci sono salite da affrontare, rischia di diventare uno sforzo notevole, il rientro si complica.

È bene, allora, imparare a usare correttamente il proprio mezzo, sia per quanto detto nel paragrafo precedente, ma anche per quanto riguarda la conoscenza del mezzo e della strumentazione di bordo. Ci sono modelli che stimano l’autonomia residua in base all’utilizzo medio che se n’è fatto dall’accensione (ovviamente se nel finale sappiamo che ci aspetta una salita lunga e impegnativa, la stima sarà da considerare per eccesso). Tenere d’occhio questo valore, oltre al grafico di carica della batteria, è fondamentale per regolarsi sul percorso che si ha in mente. Alcuni sistemi prevedono anche dei piccoli caricabatterie da portare nello zaino per una ricarica d’emergenza. Nel caso si pensi a giri molto lunghi potrebbero essere delle alternative da prendere in considerazione.

Un utilizzo corretto

Il principio è banale: ogni mezzo ha delle caratteristiche che ne permettono delle funzioni. Si possono fare delle cose, altre no. Conoscere i limiti e le criticità del mezzo permette di utilizzarlo in sicurezza. L’e-bike non sfugge a questa logica ma, anzi, induce a degli errori di valutazione.

Non è una bicicletta normale, è qualcosa di più: con un’e-bike si possono fare cose che, altrimenti, richiederebbero molto allenamento, quindi ore in sella che significherebbero, però, anche esperienza di guida acquisita. Salire su una bici elettrica e scalare una salita impervia può portare chiunque, senza esperienza, ad affrontare maldestramente la discesa. Passare per discese sempre più impegnative man mano che si acquisisce allenamento porta, invece, alla perizia necessaria per scendere in ragionevole sicurezza.
Prudenza, quindi, sarebbe l’imperativo delle e-bike, ma va spesso al contrario, perché chi sale per la prima volta su un mezzo di questo tipo vuole tutto e subito e a farsi prendere la mano diventa pericoloso. La percezione della bicicletta come strumento di gioco non ne fa valutare i pericoli reali. Ci si può fare molto male e coinvolgere altre persone.

Il problema è tutto qui ma non è da poco. Le e-bike hanno invaso sentieri di montagna dove le biciclette, fino a poco tempo fa, non erano un problema. Erano poco e condotte da ciclisti esperti, che sapevano, nel caso, dove andare più piano e non rischiare incontri pericolosi con altri escursionisti.
La grande quantità di biciclette, poi, rovina precocemente pure i sentieri, tanto più le e-bike, che hanno una trazione che, con tanti passaggi, scava solchi da richiedere manutenzione frequente.

Nella considerazione della bicicletta come giocattolo c’è anche una sottovalutazione delle conseguenze che possono derivare da un utilizzo maldestro.

Tutto questo andrebbe sovrapposto alla regola base del rispetto verso chiunque si incontri. Lo dovrebbe dire il buon senso prima ancora della legge. Ma non bisogna nemmeno mai dimenticare che quando si superano ciclisti su biciclette tradizionali occorre tenere conto della loro fatica. Tagliargli la strada su un sentiero di montagna può mettere in seria difficoltà chi non ha un motore che ne assicura una ripartenza rapida, è anche, e soprattutto, una questione di educazione.
La bicicletta ha una regola fondamentale che si chiama condivisione, che siano strade o pensieri poco importa. Per correre in pista ci sono altri sport (che pure hanno le loro regole).

6 set 2022 – Riproduzione riservata – Cyclinside

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Tag: cultura ciclisticae-bikeusare il cambiousare la bicicletta

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Commenti 2

  1. Gigi Vasori says:
    3 anni fa

    A proposito delle discese in e-bike (oltre che appassionato di bici, sono anche appassionato di trekking e quest’anno in montagna ne ho viste di tutti i colori), c’è un ulteriore aspetto da tenere in considerazione. Chi è riuscito ad arrivare in cima solo grazie al motorino elettrico, quindi ha presumibilmente poca esperienza di salite ma anche di discese, si trova poi ad affrontare discese a volte difficili con un mezzo che, pesando diversi chili in più di una bici normale, proprio in discesa diventa più difficile da controllare.

    Rispondi
  2. Mario Greco says:
    3 anni fa

    Buon giorno da Mario, capisco le preoccupazioni per chi non fa buon uso di questi prodotti ma invece bisognerebbe educare gli italiani al buon senso civico non mettere sempre tasse e sanzioni perché poi, caro signore potremmo pensare che sia una opportunità per spillarci soldi da parte di assicurazioni e dalle forze dell’ordine. Signore per colpa di alcuni individui indisciplinati ci vanno sempre di mezzo le persone che sono responsabili e non mi sembra giusto .

    Rispondi

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Cyclinside® è una testata giornalistica registrata nel 2008 e poi presso il Tribunale di Varese con n° 1/2019 del 31/01/2019 - Editore Guido P. Rubino P.I. 10439071001
Iscrizione al Registro degli Operatori della Comunicazione con registrazione n° 35370 aggiornata 8 ottobre 2020.

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