Pogacar, nella tappa “regina” della Tirreno Adriatico 2022 ha riaperto una questione che si pensava fosse chiusa. Ha corso la frazione più impegnativa della corsa dal punto di vista altimetrico utilizzando una bicicletta con freni tradizionali, i “rim brake” al posto dei freni a disco ormai considerati tradizionali pure tra i professionisti.
Perché questa scelta? In realtà come potete vedere in questo articolo, si tratta di un desiderio del corridore di avere una bicicletta più leggera e per chi vuole fare la differenza in salita contano anche i vantaggi marginali. Quelli, per intenderci, che noi pedalatori comuni neanche noteremmo, ma tant’è. Anche ai corridori, poi, serve la convinzione di avere il meglio per rendere al meglio.
La scelta di Pogacar, va detto, va controcorrente rispetto a quanto si sapeva allo scorso anno: che tutti i corridori della UAE avrebbero avuto, da quest’anno, solo l’opzione “disc” per le loro biciclette. Difficile contraddire un campione però. Al punto che, a ben vedere, non era nemmeno l’unico corridore della UAE a correre con i freni tradizionali; c’era anche il polacco Rafal Majka ad avere la bici “rim brake” ma, in questo caso, non per scelta personale ma in quanto votato ad assistere il capitano in caso di necessità. Era, in sostanza, il corridore demandato a passare al volo la ruota in caso di foratura di Pogacar se l’ammiraglia non fosse stata abbastanza vicina. Gli unici due del gruppo ancora con i rim brake.
Ma intanto abbiamo anche “scoperto” una cosa in più: è probabile che Pogacar – che pure ha usato i freni a disco nelle tappe precedenti – in quella più delicate e di salita vuole ancora i rim.
Gli avversari sanno che quando lo vedranno al via con la bicicletta vecchio stile, nelle corse che promettono tanta salita, saranno dolori. Lo sloveno avrà in previsione un attacco dei suoi.
13 mar 2022 – Riproduzione riservata – Redazione Cyclinside (GPR)