di Guido P. Rubino
Siamo stati come il pubblico prima dell’apertura del sipario, 115 chilometri così: l’inizio del Peyresourde. Poi 129: la cima e ancora la discesa e l’inizio del Col de Val Louron. Nomi importanti, i Pirenei che rimbombano nella mente degli spettatori e nelle gambe dei corridori. In mattinata, prima del via, a qualcuno tremavano pure, si va a pedalare nella storia, magari a scriverla. Intanto faceva pure freddo.
È così che abbiamo ascoltato i rumori dietro alle quinte e a quel sipario che prometteva tanto. C’era la fuga iniziale già in bella vista, ma la curiosità, inutile dirlo, era per i protagonisti dello spettacolo che ormai dovevano uscire allo scoperto. Dopo quella prima settimana un po’ folle e una seconda di avanspettacolo, col circo di Cavendish e le sue volate storiche l’attesa era legittimamente per i protagonisti.
Ma chi sono i protagonisti? Incidenti e sfortuna hanno portato via grandi attori e comparse designate, non basta pescare nelle riserve e alla fine si rischia di ritrovarsi con un protagonista unico, che potrebbe star lì a controllare senza fare sfracelli e portare la corsa a casa.
Ma c’è davvero qualche altro grande attore oltre a Pogacar in questo Tour de France? Molti nomi della vigilia sono rimasti lì, seduti in platea, altri si portano dietro acciacchi che non permettono altro. Cosa vuoi dire a Thomas ormai tagliato fuori? Tanto meno a chi è caduto. Qualcosa di più a chi se n’è andato, a causa delle Olimpiadi, ma pure lì…
Rimangono in pochi. Dietro il sipario dei grandi si sente il rumore Latour e Perez che hanno pedalato in fuga a prendere punti ai GPM. Ma c’era anche il rumore della UAE che tirava il gruppo come ad annunciare il suo protagonista assoluto: uno scatto di Pogacar.
E allora il sipario è venuto su, definitivamente, sul Col du Portet, arrivo finalmente in salita e di ultima settimana di Tour de France: le premesse giuste.
Finalmente a otto chilometri e spiccioli dal traguardo è partito Pogacar, primo colpo, poi il secondo, sempre meno a resistergli. Vingegaard e Carapaz gli ultimi a resistere. Colpo su colpo alla fine ha sparato anche Carapaz, Pogacar dietro e Vingegaard in difficoltà che ha recuperato solo all’ultimo.
Poi lo scatto, il sigillo finale. Pogacar ha mostrato la sua maglia gialla sul traguardo, come a dire: è mia, non me la togliete più. Forse ha proprio ragione.
In classifica generale Uran passa in quarta posizione, secondo, ora, è Vingegaard, poi Carapaz: il podio di oggi.
14 lug 2021 – Riproduzione riservata – Redazione Cyclinside