24 mag 2019 – Ai mille eventi satellite che puntualmente gravitano attorno al Giro d’Italia quest’anno se ne è aggiunto un altro ancora, decisamente originale: a organizzarlo è Shimano, che da qualche anno è responsabile dell’assistenza neutrale della Corsa Rosa.
Proprio una delle macchine blu destinate al cambio ruote quest’anno si stacca dalla carovana, o quantomeno la anticipa ogni mattina, qualche ora prima del via di ogni tappa. Sì, perché serve a scortare ed assistere i cicloamatori che partecipano alle social ride chiamate #ingiroconomar, ovvero in bicicletta con Omar di Felice, che da qualche tempo è testimonial (o per essere più alla moda è “ambassador”) di Shimano Italia e che per chi non lo sapesse è uno specialista delle gare di ultracycling.
L’ultracycling è il ciclismo estremo, quello prove di lunghissima distanza che durano giorni o a volte settimane. L’ultraciclismo di Omar Di Felice è quello che lo porta a compiere in sella alla sua bici delle “cavalcate” in solitaria che spesso sono autogestite, pedalate estreme ideate e poi messe in pratica da lui stesso. Solo per fare qualche esempio, con la sua Wilier Triestina equipaggiata Shimano, Di Felice se ne è andato in pieno inverno a Capo Nord, ha fatto il periplo dell’Islanda in perfetta solitudine o ancora ha raggiunto Roma da Parigi senza mai fermarsi… La prossima sfida che attende Omar è quella che nel prossimo giugno lo porterà ad attraversare in perfetta autonomia gli “States” partecipando alla RAAM, la Race Across America che dalla west alla east coast attraversa tutti gli Stati Uniti.
Durante questo Giro d’Italia ogni mattina Omar Di Felice è appunto alla guida del folto gruppo di cicloamatori che di giorno in giorno decidono di partecipare a queste uscite cicloturistiche siglate “ Shimano”, che di giorno in giorno raggiungono la partenza di tappa partendo dallo Shimano Service Center più vicino alla linea di partenza. A mobilitare, coinvolgere e contattare tutti è ancora una volta Di Felice, che oltre ad essere un ultracyclist è anche particolarmente attrezzato in ambito di social media.
È proprio lui, attraverso la sua nutrita schiera di follower, a raggiungere di volta in volta il pubblico che giorno dopo giorno sta animando queste divertenti pedalate attraverso cui chi decide di iscriversi (e lo può fare in modo totalmente gratuito) all’evento ha il modo di vedersi la partenza di tappa, ha occasione di conoscere il mondo “Shimano” e ha anche l’opportunità di scambiare quattro chiacchiere con questo atleta decisamente fuori le righe che è Di Felice. La prossima impresa di Omar è appunto la RAAM, la Race Across America.
In realtà Di Felice parteciperà alla RAAM in versione “unsupported”, ossia in perfetta ed assoluta autonomia, senza alcuna assistenza al seguito: «No, questa volta non avrò nessuno con me – ci ha spiegato Di Felice durante una delle “social ride” –. Partirò dall’Italia imbarcando la bici in aereo e caricando solo le due borse del bikepacking che mi accompagneranno per tutto il viaggio. Non so cosa mi aspetta, perché un’esperienza del genere non l’ho mai fatta. Dovrò fare almeno diciotto giorni di pedalata in solitaria. A partire saremo circa in cento, ma poi dopo pochi chilometri ci ritroveremo tutti a pedalare da soli, primo perché in questa competizione la scia è proibita, poi perché con distanze e tempi di questo tipo non puoi certo stare a pensare a stare a ruota di qualcuno… ».
E il tempo e il modo per dormire o riposare?
«Nell’ultracycling più che di sonni si fanno dei microsonni, riposi brevi che durano al massimo un’ora e che intervallano pedalate di due, tre giorni al massimo. Nel caso di una gara come la RAAAM, invece, è necessario fare riposi più lunghi, di tre o anche quattro ore, perché quando oltrepassi i tre giorni è fisiologicamente impensabile gestire il riposo con i microsonni. Ho pianificato sul percorso dei possibili punti di sosta, dei motel o degli ostelli nei quali mi fermerò a riposare».
Fino a qualche tempo fa Di Felice alternava la sua passione per l’ultracycling al suo lavoro di webmaster ed esperto di software. Da circa un anno ha mollato del tutto la scrivania e si è dedicato solo alla sua grande passione dell’ultraciclismo, che a modo suo pratica in modo professionistico.
I professionisti, appunto: i professionisti del Giro d’Italia che ogni mattina raggiunge assieme ad un nutrito codazzo di amatori per Omar sono tutto un altro mondo, che tra l’altro in gioventù ha anche praticato facendo una stagione da pro. Ora il suo orizzonte di interesse si è radicalmente spostato dagli sforzi alla massima intensità agli esercizi di resistenza lunghissima, anzi estrema. Qualcuno dice che nel mondo c’è anche altra gente che fa cose anche più estreme di quelle che compie di Di Felice, ma non ha lo stesso seguito appunto perché Omar è molto “social” e in questo modo riesce a dare massima visibilità alle sue imprese. Appunto, questo a nostro avviso non è cosa da tutti e da un ulteriore valore aggiunto alle grandi e piccole avventure di Omar, perché no, anche quando porta a spasso i cicloturisti al seguito del Giro d’Italia.
Maurizio Coccia