11 mar 2019 – Chiamarlo semplicemente “cambio ruote” è davvero riduttivo: le autovetture che nelle corse professionistiche si occupano di fornire l’assistenza tecnica neutrale svolgono mansioni che vanno ben oltre la sostituzione della ruota con la gomma bucata al corridore. Lo abbiamo capito bene lo scorso 9 marzo a Siena, visto che Shimano, che ormai da tre anni è responsabile dell’assistenza tecnica neutrale in tutte le corse organizzate dalla Rcs, ci ha dato la possibilità di sedere nella sua macchina blu per seguire i 143 corridori che si sono sfidati nella Strade Bianche. Per citare l’organizzatore, la Strade Bianche è “la classica più a sud d’Europa”, ma tecnicamente è anche una tra le corse più avvincenti e rocambolesche, quella dove la componente tecnica è fondamentale. Sessantatre dei suoi 184 chilometri si sviluppano infatti sulle strade sterrate delle Crete Senesi e della Val d’Orcia. Su un terreno così infido l’inconveniente meccanico è ordinaria amministrazione. Lo scorso anno fu la pioggia e quindi il fango a rendere maledettamente complicata la corsa, quest’anno invece, complice un inverno eccezionalmente secco e mite, protagonista di giornata è stata la polvere. Ne abbiamo respirata un po’ anche noi in auto, ma sicuramente molta meno di quella che si sono beccati i corridori, che dal parabrezza della nostra Toyota abbiamo visto battagliare in mezzo a un indicibile nuvolone di terra finissima.
L’assistenza neutrale nelle corse pro
In quasi tutte le corse Uci le ammiraglie della assistenza neutrale sono tre più una motocicletta. Tutti i mezzi hanno due persone a bordo. Le prime due vetture muovono dalla partenza anticipando il gruppo, la terza parte dietro al plotone. La posizione delle prime due ammiraglie è poi destinata a cambiare durante la corsa, in base alle fughe che si sviluppano in corsa e al vantaggio che queste assumono. Non c’è una regola fissa, ma diciamo che se orientativamente il vantaggio supera il minuto l’ammiraglia neutrale fa passare i corridori e si posiziona alle loro spalle. Ogni spostamento dell’ammiraglia neutrale va però sempre effettuato compatibilmente alle indicazioni prese dalla macchina della giuria, con la quale l’assistenza neutrale è continuamente in contatto via radio. Le tre ammiraglie Shimano, inoltre, hanno una comunicazione radio tra di loro. All’ultima Strade Bianche l’ammiraglia su cui ho avuto l’occasione di sedere era la seconda. La mia macchina è quella assegnata a Sergio Pedratti e Federico Verri, entrambi con grande esperienza in fatto di assistenza neutrale.
Questo non è il loro principale lavoro, ma di sicuro li impegna molto, una ottantina di giorni l’anno; Sergio è il guidatore, Federico è il meccanico che siede sempre sul posto posteriore destro. Alla sua sinistra ci sono le quattro ruote accatastate, pronte ad essere prese in caso di necessità. Sono due anteriori e due posteriori, sotto di queste c’è la cassetta degli utensili, dove ci sono tutti gli attrezzi utili per effettuare possibili interventi sulla bici ferma al ciglio della strada oppure interventi “volanti”, con il meccanico che si sporge dal finestrino sinistro della vettura.
Le ruote alloggiate sul sedile posteriore sono sempre a sinistra perché il corridore sa che se ha un problema deve sempre fermarsi sul ciglio destro della strada, così che il meccanico possa afferrare le ruote e poi uscire dalla macchina senza esporre la portiera sinistra alla sede stradale da dove sopraggiungono corridori e le altre ammiraglie. Dietro al meccanico, nel bagagliaio rigorosamente privo di copertura, ci sono altre ruote e il frigorifero con barrette e borracce, perché ai corridori capita spesso di rivolgersi all’assistenza neutra per alimentarsi, o almeno capita loro così in tutti i casi in cui l’ammiraglia della squadra è lontana. Altre ruote trovano poi spazio sul tettuccio della Toyota CH-R Hybrid da 2500 cc a benzina, lì dove le biciclette montate sono quattro: sono delle Pinarello sia con freni tradizionali che con freni a disco, tutte con telaio di taglia differenziata per poter adattarsi alle esigenze del corridore che dovesse trovarsi in difficoltà.
Tantissimi standard tecnici
L’allestimento delle biciclette sull’ammiraglia neutra si è complicato notevolmente negli ultimi anni, a causa di standard tecnici che sono sempre più variegati e spesso incompatibili. La problematica principale in questo senso è oggi quella del freno a disco o di quello “rim brake”, ma in realtà i meccanici dell’assistenza neutrale devono affrontare anche la questione dello standard di pedale montato sulle biciclette (anche questo variabile in base al team), sia quello del numero degli ingranaggi montati sulla ruota posteriore. A dire il vero in questo senso le velocità montate sulle ruote dell’assistenza neutrale sono undici, perché chi fornisce questo servizio è azienda che non ha trasmissioni a dodici velocità; inoltre, in caso di guasto meccanico, un pacco pignoni 11v consente anche al corridore in sella a una bici 12v una funzionalità appena sufficiente a percorrere qualche chilometro e andare poi a raggiungere la sua ammiraglia. Appunto: anche questo è uno dei motivi per cui il corridore si rivolge all’assistenza neutrale solo quando non può fare altrimenti, perché evidentemente, laddove possibile, il supporto tecnico che riesce a dargli la sua ammiraglia è sempre da preferire.
In corsa!
Pronti via: i corridori muovono dalla fortezza Medicea di Siena alle ore 10:45, noi a bordo della seconda ammiraglia neutrale un paio di minuti prima. Dopo quindici chilometri si entra nel primo tratto di sterrato, che ci basta immediatamente per capire che cosa sarà lo scenario in cui vivrà oggi questa corsa: la vettura della giuria e la motostaffetta della polizia che ci precedono alzano un polverone che non fa davvero vedere nulla a una distanza di trenta metri. Dopo una ventina di chilometri la prima fuga di giornata “parte”: ci sono dentro quattro corridori, compreso il nostro Diego Rosa, che poi sarà il più combattivo degli uomini in avanscoperta, dato che sarà riacciuffato solo ai “meno venti” dal gruppo dei quattrodici da dove poi nel finale evaderanno Fuglsang e il vincitore Alaphilippe.
Bolidi in discesa
Per fortuna degli attaccanti la macchina su cui siedo non dovrà fare interventi tecnici durante la fuga dei quattro; solo a un certo punto Diego Rosa ci si affianca per fare rifornimento, prendere una borraccia e approfittare poi di un ininfluente “retro-poussé” che quando sei lì, come fai a negarlo al corridore? Gli atleti sono lì davanti a noi, a pochi metri: rispetto a quel che puoi vedere attraverso le riprese televisive, da una macchina riesci a davvero vedere e percepire tutto in modo estremamente realistico, prima di tutto ti rendi conto di quanto “manico” abbiano questi ragazzi nella guida del mezzo.
Sulle discese sterrate le velocità di punta sono ben oltre i sessanta chilometri orari, le curve sul brecciolino sono condotte in maniera impeccabile: braccia sotto, gomiti piegati e bacino che asseconda le sollecitazioni del terreno per avere sempre la massima aderenza su tubolari che sì, per l’occasione saranno anche qualche millimetro più larghi, ma sono pur minimalistici in quando ad impronta che producono sul terreno.
L’alta velocità in discesa dei corridori è ovviamente il motivo per cui solo quando c’è un gap importante tra i vari gruppi l’ammiraglia può rimanere tra un gruppo e l’altro; per lo stesso motivo nell’approssimarsi a una discesa la macchina deve necessariamente prevedere per tempo il posizionamento con l’adeguato anticipo rispetto ai corridori che sopraggiungono da dietro. Tra l’altro se sullo sterrato la nostra potente Toyota riesce più o meno a tenere non senza difficoltà le velocità dei corridori in discesa, nelle picchiate su asfalto “storia” proprio non ce n’è: vedi i corridori buttarsi a testa bassa su curve dove tu, normale ciclista della domenica, immagineresti di portare le dita sulle leve dei freni; loro invece no, loro continuano a pedalare a tutta il 53×11 e pennellare le curve in maniera perfetta, anche se di queste vedi solo la traiettoria iniziale e non come finiranno.
L’assetto di Alaphilippe, in questo senso è perfetto: abbiamo l’occasione di tallonare lui e il compagno di fuga Fuglsang per qualche chilometro, fino ai “meno due”, ovvero fino a quando la giuria non ci obbliga a sopravanzare per raggiungere con l’adeguato anticipo la deviazione auto, che tradizionalmente impedisce a tutte le ammiraglie al seguito di vedere l’arrivo. La scatto vincente e le braccia alzate di Alaphilippe ce le racconta per questo radiocorsa e per vedere il guizzo del francese dovremo aspettare la differita; questo non toglie di certo nulla a una giornata davvero emozionante ed avvincente.
Maurizio Coccia